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ho visto la puntata di Report di ieri. devo dire che non sono mai stata un'amante della griffe, ancor meno dopo aver visto come avviene la loro produzione e in che condizioni lavorano e vivono gli operai addetti ai confezionamenti. Pochissimi sono dichiarati, la maggior parte sono clandestini che spesso dormono nei soppalchi della fabbrica, in ogni caso, visto che tutta l'attività non è in regola, sono responsabili, come "l'imprenditore" e rispondono di contraffazione. un bel rischio per i pochi soldi che guadagnano e la salute che ci rimettono a lavorare in un ambiente chiuso e malsano... Però bisogna distinguere tra chi produce veramente per il marchio pur non essendo in regola col fisco, quindi produzione degli originali, e chi invece, oltre a non essere in regola, lavora sulla copia contraffatta. i primi si avvalgono di materie migliori fornendo un prodotto qualitativamente migliore, i secondi si avvalgono della stessa tecnica pseudo-artigiana dei primi ma su prodotti di qualità più scadenti. In conclusione, i due prodotti nascono allo stesso modo, dalle stesse mani ma con un DNA leggermente diverso... ciò che mi chiedo è: questi notissimi e costosissimi marchi hanno un valore etico, oltre quello economico? perchè mi sento di condannare molto meno il napoletano degli Spagnoli, ultimo anello di una catena di sfruttatori, che la griffe che commissiona il lavoro...
"Non sono complicato, ma contengo una dozzina di anime semplici insieme". (G. Bufalino)