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#76
Mercury ha scritto:
Kalimeroxxx ha scritto:
Cerise ha scritto:la mafia (di qualunque nazionalità) sta dove si riesce ad avere un guadagno (e conseguentemente potere)... questo è un presupposto imprescindibile alla sua attività.

stabilire a chi sia meglio dare i soldi tra mafia e aziende che sfruttano i loro lavoratori non mi sembra un discorso che abbia senso fare perchè credo che a tutti verrebbe da dire A NESSUNO DEI DUE...
appunto
anche perchè mi sembra che ci siano ampie alternative ad entrambe (mafia ed aziende sfruttatrici) ;)
certo comprate GUCCI :wink:
colazione da Tiffany

#77
fedelyon ha scritto:
Steve1973 ha scritto:Le aziende del lusso presentano margini di redditività (in periodi normali) pari a circa il 30/40% del fatturato. Questi margini sono semplicemente calcolati come differenza tra quanto incassano e quanto devono pagare IN TOTALE per i prodotti (costi comprensivi di mano d'opera, materie prime, costi del personale, affitto negozi, costi di pubblicità e via dicendo).
Visto che, a quanto riportato da report, manodopera, materie prime e costi del personale sono ridotti all'osso tutta la spesa dove sta?
Forse in tutto ciò che alla fine serve per tenere "alto" il nome del marchio? ;)
Cioè pubblicità, sfilate, negozi in centro? :roll:
esatto....... ;)
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#78
Per chiarezza. Io non ho detto che è giusto comprare cose taroccate, ho specificato la mia era una riflessione/provocazione, anche perchè avevo detto che non acquisto di solito cose "firmate". Le uniche cose firmate che posseggo provengono dai banchi dell'usato di Porta Portese.

La cosa che forse non è chiara a Kali è che le produzioni delle aziende italiane non vengono fatte all'estero ma in Italia. L'azienda in Italia da in "appalto" la produzione ad una fabbrichetta Italiana la quale la passa poi ad un'altra figura sempre in Italia che la produce utilizzando manod'opera clandestina in ambienti clandestini e in nero.

#79
BRUSSELLA ha scritto:
Mercury ha scritto:
Kalimeroxxx ha scritto: appunto
anche perchè mi sembra che ci siano ampie alternative ad entrambe (mafia ed aziende sfruttatrici) ;)
certo comprate GUCCI :wink:
:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

osservazione a margine... l'indagine di Report è stata fatta su marchi di fama mondiale, al cui confronto le condizioni di lavoro di chi materialmente "monta" il prodotto fanno certamente scandalo.
Ma tutti gli altri... coloro che fanno pelletteria a medio prezzo... o economica e carina come Carpisa (il risparmio massimo a cui ogni saggia massaia punta) saranno eticamente migliori??? O anche i loro operai sono clandestini sfruttati? :roll:
Nell'Italia dei Borgia ci sono stati massacri, terrore, assassinii e hanno prodotto da Vinci, Michelangelo e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto 500 anni di pace e amore fraterno, e cos'hanno fatto? L'orologio a cucù.

#80
fedelyon ha scritto:
Steve1973 ha scritto:Le aziende del lusso presentano margini di redditività (in periodi normali) pari a circa il 30/40% del fatturato. Questi margini sono semplicemente calcolati come differenza tra quanto incassano e quanto devono pagare IN TOTALE per i prodotti (costi comprensivi di mano d'opera, materie prime, costi del personale, affitto negozi, costi di pubblicità e via dicendo).
Visto che, a quanto riportato da report, manodopera, materie prime e costi del personale sono ridotti all'osso tutta la spesa dove sta?
Forse in tutto ciò che alla fine serve per tenere "alto" il nome del marchio? ;)
Cioè pubblicità, sfilate, negozi in centro? :roll:
Report ovviamente ha guardato il pezzo di filiera produttiva che più gli interessava.
Io ho semplicemente allargato l'analisi agli altri costi che devono comunque supportare queste aziende: affitti, investimenti fissi, trasporti, costo del personale nei negozi, pubblicità, etc...

A cosa servano effettivamente questi costi, credo sia abbastanza chiaro.
Sul fatto che siano elevati o non etici, possiamo anche discuterne.

#81
ah la moda...
così bella, così attraente, così stimolante. quanta ricerca, quanta creatività, quanto lavoro...
non si può ridurre tutto ad un puro ragionamento economico, lasciateci sognare :wink:

#82
Potrebbe essere che repliche e originali siano prodotte dalle stesse mani..? O no? Ricordo qualche anno fa che delle colleghe della ex alla sede centrale LVMH di Parigi (tra cui il marchio Louis Vuitton), ci chiesero di acquistare le borse a Roma sulle bancarelle che ricalcavano già le ultime collezioni parigine.. ma che erano vendute per 50 euro contro le 1000 del negozio.. Possibile? :shock: :roll:

#83
lot ha scritto:Potrebbe essere che repliche e originali siano prodotte dalle stesse mani..? O no? Ricordo qualche anno fa che delle colleghe della ex alla sede centrale LVMH di Parigi (tra cui il marchio Louis Vuitton), ci chiesero di acquistare le borse a Roma sulle bancarelle che ricalcavano già le ultime collezioni parigine.. ma che erano vendute per 50 euro contro le 1000 del negozio.. Possibile? :shock: :roll:
esatto Lot. era questo il succo della trasmissione. stessa manifattura, alle stesse condizioni illegali...solo differenza -a volte- sui materiali...nessun artigianato italiano. risultato: prodotto contraffatto 50 euro, prodotto originale X.000,00 euro
ergo: i grandi stilisti si servono della manifattura illegale e/o clandestina, esattamente quanto e come il contraffattore dei quartieri spagnoli.
"Non sono complicato, ma contengo una dozzina di anime semplici insieme". (G. Bufalino)

#84
Anche io non acquisto cose firmate... primo per necessità (oramai ho solo da risparmiare :roll: e l'abbigliamento è la cosa su cui mi arrangio alla grande), secondo perchè vivo bene senza... e poi per principio: ma perchè andare in giro (in alcuni casi, non in tutti, fortuna) esibendo un marchio ben visibile? insomma.... pagare tanto per fare ulteriore pubblicità alla griffe? :roll:

#85
lavispachiara ha scritto:e poi per principio: ma perchè andare in giro (in alcuni casi, non in tutti, fortuna) esibendo un marchio ben visibile? insomma.... pagare tanto per fare ulteriore pubblicità alla griffe? :roll:
hai fatto bene a ricordare che non tutti i capi firmati devono per forza essere logati. anzi la tendenza è che più sono nascosti i marchi, più sono qualitativi i prodotti. la vera sfida dei taroccatori sarebbe quella di cucire un abito sartoriale, non copiare una gucci monogram...

secondo me la vera moda, quella di alto livello, ha ancora radici italiane.
almeno lo spero :wink: [/i]

#86
Mercury ha scritto:
moon ha scritto:
Mercury ha scritto: su questo non sono del tutto d'accordo...
molti falsi venduti sulle bancarelle sono di discreta qualità, è vero, ma nella maggior parte la contraffazione (ad un occhio neanche tanto esperto) è evidente... materiali scadenti (es. ecopelle anzichè pelle vera), dettagli non rifiniti, cerniere dorate che si scolorano....
Poi, per carità, se uno vuol fare l'affare di stagione può ben spendere 20 euro al mercato per un oggetto finto, perchè gli va di seguire la moda di averlo... ma non si aspetti di possedere un oggetto di pari qualità di uno di boutique... che con gli anni invecchiando acquista fascino, non casca a pezzi, e anzi se si rompe può contare su un servizio di riparazione di prim'ordine... ;)
è quello che pensavo anch'io... ma ieri sera hanno mostrato come i materiali stessi siano di provenienza cinese, molto spesso nelle scarpe l'unica cosa italiana è la suola, per poterci stampare il "made in italy"
eppoi... come possiamo parlare di cura dei dettagli se il prodotto viene realizzato in tutta fretta da un operaio non specializzato, chiamato a commessa, pagato due lire? è sufficiente il "servizio" della boutique a giustificare 1000 euro di borsetta? senza parlare dell'aspetto incivile dello sfruttamento del lavoro e del fatto che così soffocano le aziende manifatturiere italiane
sullo struttamento ho già commentato prima
come accennavo, guarderò con molta curiosità la puntata in replica stasera su satellite (per chi ha SKY, Raisat-extra canale 120)
se il discorso è che l'oggetto in quanto tale costa troppo rispetto ai materiali e alla manodopera con cui è fatto, ti dico che in parte hai ragione. Queste voci incidono realitamente poco sul suo valore *materiale*.
Quello che fa il valore di quel tipo di oggetti è lo status di "oggetto di lusso" ed il suo design.
Ci sarebbe tanto da discutere sugli status symbol, come pure sul design pagato a peso d'oro.
Se posso permettermi una considerazione, 1000 euro per una borsetta... ti dico che è molto molto cara... ma non è un oggetto "di lusso".
Con un po' di scarifici tanti possono mettere 1000 euro da parte per comprarsela.
Se mi parli di una borsetta in serie limitata, che costa 12 MILA euro, che bisogna stare mesi o anni in lista d'attesa per averla... e magari pure averla personalizzata come la vuoi tu (il tuo nome ricamato nella fodera, fatta nel colore/materiale di tua scelta o simili)... allora si che è "vero" lusso!! ;)

1000 euro per una borsetta non è lusso!?!?!?!?!?!
Quando ci sono le prove evidenti che tra materiali e manodopera (sruttata) la più elaborata di queste può arrivare a max 20/30 euro?Togliamo lo sfruttamento e paghiamola 100-150, 200, il resto del prezzo non è giustificato da nulla se non dal lusso e dal valore (fasullo) percepito.
...senza perdere la tenerezza.

#87
youngfire ha scritto: Quando ci sono le prove evidenti che tra materiali e manodopera (sruttata) la più elaborata di queste può arrivare a max 20/30 euro?Togliamo lo sfruttamento e paghiamola 100-150, 200, il resto del prezzo non è giustificato da nulla se non dal lusso e dal valore (fasullo) percepito.
Il valore del marchio, chiamalo nulla.

#88
Cla' ha scritto:
youngfire ha scritto: Quando ci sono le prove evidenti che tra materiali e manodopera (sruttata) la più elaborata di queste può arrivare a max 20/30 euro?Togliamo lo sfruttamento e paghiamola 100-150, 200, il resto del prezzo non è giustificato da nulla se non dal lusso e dal valore (fasullo) percepito.
Il valore del marchio, chiamalo nulla.
il valore del marchio E' nulla, se non è supportato dal valore dell'oggetto. Almeno secondo me.
www.africanview.it
Tour Operator in Zambia e nell'Africa Australe

#89
cyberjack ha scritto:
Cla' ha scritto:
youngfire ha scritto: Quando ci sono le prove evidenti che tra materiali e manodopera (sruttata) la più elaborata di queste può arrivare a max 20/30 euro?Togliamo lo sfruttamento e paghiamola 100-150, 200, il resto del prezzo non è giustificato da nulla se non dal lusso e dal valore (fasullo) percepito.
Il valore del marchio, chiamalo nulla.
il valore del marchio E' nulla, se non è supportato dal valore dell'oggetto. Almeno secondo me.
Questo è certo!
Quello che intendevo dire è che di fronte a prodotti di pari/simile valore, il diverso "ricarico" è giustificato anche dai valori intangibili legati al marchio.

#90
Cla' ha scritto: Questo è certo!
Quello che intendevo dire è che di fronte a prodotti di pari/simile valore, il diverso "ricarico" è giustificato anche dai valori intangibili legati al marchio.
Scusa, però non capisco.

Metti due borse uguali, stesso materiale, stesso modello, stesso artigiano che le fa.

Su una c'è scritto Bottega Veneta e coste 2000 euro in Boutique. ù
Sull'altra non c'è scritto nulla e costa 50 euro dal vu' cumprà...

qual è il "valore aggiunto" che viene dato dalla Griffe, tale da giustificare questa differenza di prezzo?

La Griffe paga la boutique in montenapoleone: che valore aggiunto è, per il cliente?
La Griffe paga 1000 euro di stipendio al venditore della boutique: questo rappresenta un valore aggiunto solo per chi ha la sensibilità di capire questa cosa e considerando l'enorme numero di evasori fiscali in italia, non credo che in molti si preoccupino del fatto che il commesso è assunto/a progetto/in nero.... O meglio, parecchi lo comprendono e lo apprezzano, ma non credo tutti e sopratutto non credo che sia questo che rappresenti il "valore aggiunto" della griffe
La Griffe offre un servizio di sostituzione/riparazione: questo in teoria rappresenta un valore aggiunto, ma se si considera la diffrenza di prezzo pagato non credo che chi ha comprato la borsa a 50 euro si faccia troppi problemi, in caso di rottura, a butttarla e comprarne un'altra...

insomma... qual è questo valore aggiunto?
www.africanview.it
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