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L'Ottocento italiano alle Scuderie del Quirinale, a Roma..

#1
Bellissima, vasta ma non per questo noiosa o stancante la visita serale alla bella mostra romana Ottocento. Da Canova al Quarto Stato, che si tiene giusto di fronte al Quirinale, nella splendida sede delle ex Scuderie papali restaurate e riconvertite a contenitore museale di prestigio proprio da Gae Aulenti con la collaborazione di Piero Castiglioni (2000) per la parte illuminotecnica.
Bellissima poi l'invenzione della vetrata sul Campo Marzio con una vista mozzafiato sulla città antica dal colle piu alto (tra cui si notano i resti colossali delle strutture dell'enorme Tempio del Sole, sui cui materiali tra '4-500 sorse e si 'nutrì' l'intero quartiere del Quirinale).
Premetto subito che, almeno a metà mostra, si deve assolutamente assaporare il caffè seduti nel sofisticato bar che ha un altro bell'affaccio sulle statue dei Dioscuri di Piazza del Quirinale, e poi passando per il ristorante, un occhio va alla serie di Parola che riscaldano e colorano con grande classe l'ambiente circostante, lampade create sempre dal duo Aulenti/Castiglioni per Fontana Arte nel lontano 1980.. 8)
Ultimo accenno, proprio all'ingresso mostra, della bella libreria Arion (progetto, forse, del nostro Marcvsrvs), il cui allestimento permette di reperire/leggere con facilità estrema i molti titoli presenti.. :wink:
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Sulla mostra, non è esagerato dire che è una carrellata di capolavori importanti non solo per valore artistico ma anche per quello storico, quando il destino di tanti artisti italiani si incrociava con le lotte risorgimentali e sociali.
Per non appesantire la lettura e non provare troppo la pazienza del forum, ecco solo qualche 'pezzone':
Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo che accoglie i visitatori, simbolo antiretorico del riscatto delle massi lavoratrici dall'oscurità in cui le ha relegate la storia alla pienezza della luce e della vita politica. Il quadro, lungo piu di 5 metri, iniziato nel 1891 e terminato nel 1901, fu eseguito con la tecnica divisionista, costituita cioè da innumerevoli tocchi di colore 'sfranti' che restituiscono solo ad una visione a distanza l'unità delle figure.
Questa tecnica, di gran voga alla fine dell'800 era debitrice delle precedenti sperimentazioni dei transalpini pointillistes Seurat e Signac. E invece fu strano il destino con Pellizza: artista sensibile, colto, militante, ma suicida a soli 40 anni dopo la perdita della moglie.
Altro momento di grande poesia, piu intimista, quello rappresentato dal grande artista macchiaiolo Silvestro Lega nel ritratto di Mazzini morente (1873), che con grande dignità raffigura gli ultimi istanti di vita dell'idolo politico per il quale aveva partecipato con coraggio ai moti del 1848.
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E non ci si può non imbattere nei meravigliosi paesaggi impressi nei piccoli olii di Giuseppe Abbati (altro garibaldino), così belli e moderni che sembrano raggiungere e superare in un solo quadretto il ritardo dei pittori italiani rispetto alle coeve avanguardie impressioniste, nelle sue intense vedute di Castiglioncello, luogo di ritrovo principe (nella tenuta del critico Martelli), del gruppo toscano dei macchiaioli.
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Percorrendo a ritroso cronologicamente l'esposizione, non poteva mancare quello che è considerato all'unanimità il capolavoro del romanticismo italiano, il notissimo Bacio (1859) dipinto dal grande pittore veneziano ma milanese d'adozione Francesco Hayez, che sedusse talmente Luchino Visconti da ispirargli una scena famosa del suo film Senso con Alida Valli (e con lei il giovanissimo Delon) vestita proprio come la contessa di Belgiojoso (di cui il ritratto, sotto).
L'opera si presta a diversi livelli di lettura. Esalta insieme il moderno passionale amore romantico e l'amore per la patria, nell'allusione all'esilio dato che è rappresentata una fuga che appare inevitabile.
Ma c'è un sotteso significato storico, perché è rappresentato anche un ideale abbraccio (l'alleanza tra l'Italia e la Francia, tra Vittorio Emanuele II e Napoleone III, a Plombières), giocato tutto sui colori degli abiti presentati in primo piano, come il rosso bianco e verde della figura del Trobadour, e l'abito lungo blu della donna. Da considerare infine che il quadro è stato dipinto in occasione dell'entrata a Milano di Vittorio Emanuele II e Napoleone III nel 1859, due anni prima dell'unità d'Italia.
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Ottocento. Da Canova al Quarto Stato, sino al 10 giugno, Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio, 16, Roma.
Orari: domenica-giovedì 10.00-20.00; venerdì e sabato 10.00-22.30.
Ingresso: Intero: € 10, ridotto: € 7.50;
Infotel: 0639967500.

#3
Anche secondo me e' da non perdere 8)
aggiungo, tra i pezzi che miu hanno colpito, "ghiacciaio" di Longoni
per fortuna collocato in modo da poterlo guardare bene anche da lontano, in maniera da apprezzarne la tecnica divisionista
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..a margine..letta qualche recensione che disapprovava la collocazione del "quarto stato" sulle scale..a mio parere,invece, si vede benissimo 8)
http://www.youtube.com/watch?v=FVMDS3qeLb8