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la mia Pachira (con foto)

#1
la mia Pachira stà ingiallendo :twisted:

sia le foglie grandi che quelle piccoline?
cosa posso fare per salvarla?

la tengo in soggiorno temperatura circa 22°C ha vicino una finestra dalla quale entra la luce (attraverso la tenda) gli dò circa un litro d'acqua ogni dieci giorni

dove ho sbagliato?

qui potete vedere le foto
http://album.alfemminile.com/album/see_ ... chira.html
Ultima modifica di ila_lg il 11/06/08 16:17, modificato 1 volta in totale.
Immagine

I PREPARATIVI: http://album.alfemminile.com/album/see_ ... ativi.html

#2
Ciao, anche io ho avuto un problema simile con la mia pachira!
Le foglie ingiallivano e cadevano, anche quelle appena germogliate. :evil:
Al vivaio mi hanno detto di ridurre le innaffiature (le pachire vogliono pochissima acqua e solo quanto il terriccio è asciuttissimo) e di potarla quasi completamente.
Tendono infatti a crescere in altezza perdendo la sfericità.
Mi sono armata di coraggio e l'ho potata drasticamente. :shock:
Le poche foglie rimaste piano piano sono cadute, ma contemporaneamente ne sono germogliate di nuove da tutti i rametti potati, e il problema dell'ingiallimento non si è ripresentato nelle foglie nuove! :D
In bocca al lupo! :D

#4
Ciao! Prima di tutto complimenti, nel complesso la pianta mi sembra veramente bella e rigogliosa.
Le mie foglie si presentavano molto simili a quella nella foto n. 3 e n. 4; si scolorivano e diventavano un po' marroncine prima di cadere.
Quelle nelle altre foto presentano macchie più nette, quasi delle bruciature... forse in quel caso hanno preso luce troppo diretta e dovresti semplicemente spostare un po' la pianta!
Spero di esserti stata d'aiuto, ma con le piante è sempre una scommessa! :D

#5
prima di tutto deve evitare assolutamente i raggi del sole diretti poi se puoi metterla in esterno e all'ombra durante il periodo estivo è meglio..per le innaffiature meglio ogni 3/4 giorni...ma non inzupparla....la terra deve essere sempre umida, non bagnata...dalle foto sembra che la tua pianta abbia bevuto un pò troppo, ...dimenticavo mai lasciare l'acqua nel sottovaso :!: :wink:


per la potatura posso riportarti questa scheda, ma non è questo il periodo per potare le piante rischi di fare peggio....io cercherei di rimediare cambiando stile di innaffiatura e posizione e poi tra un paio di settimane vedi come va, altrimenti porta una foglia al vivaio e loro ti sapranno dire:

La potatura comprende numerose operazioni che vengono eseguite direttamente sullo scheletro o sulla chioma delle piante arboree per regolare la loro naturale capacità vegetativa e produttiva e conseguire il massimo rendimento economico.
Per le piante da frutto la potatura è più impegnativa e complessa che per quelle ornamentali o da legno; essa tende infatti a raggiungere i seguenti obiettivi:

— accelerare lo sviluppo dei giovani alberi in modo da raggiungere, entro il più breve tempo possibile, il completamento della struttura scheletrica e il superamento della fase improduttiva;
— regolare l'equilibrio tra attività vegetativa e produttiva degli alberi adulti, in modo da rendere costante la fruttificazione, migliorare la qualità del prodotto e massimizzare la resa;
— consentire una più agevole ed economica esecuzione degli interventi colturali.
Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile che gli alberi si trovino in condizioni fisiologiche tali da reagire tempestivamente e adeguatamente ai vari interventi di potatura; non meno importanti di questa sono perciò lecondizioni ambientali favorevoli, la predisposizione genetica delle piante e i criteri di fcrtilizzazione seguiti



Principali operazioni di potatura
SCACCHIATURA: questa operazione consiste nell'asportare completamente i getti che derivano dallo sviluppo di gemme a legno situate in posizioni non udii all'economia generale della potatura. Essa viene generalmente applicata alle piante in allevamento.


CIMATURA: questo intervento di potaturaverde consiste Dell'asportare l'apice dei germogli. L'operazione è molto delicata, avendo per oggetto organi in via di accrescimento e quindi fisiologicamente molto reattivi.
Le conseguenze della cimatura sono diverse a seconda del momento in cui viene eseguita: la cimatura praticata precocemente su germogli vigorosi, quando il loro sviluppo è più intenso, provoca un arresto temporaneo della vegetazione, sopprime la dominanza apicale e induce lo sviluppo dei rami anticipati.
Nei vigneti la cimatura viene spesso praticata per limitare lo sviluppo dei tralci che, accrescendosi eccessivamente, possono, con il loro portamento scandente, invadere gli interfilari e intralciare la periodici esecuzione delle operazioni colturali.
Nel caso poi della raccolta meccanica la cimatura dei germogli uviferi è utile per agevolare e migliorare !a qualità del lavoro delle vendemmiatrìci.Questo tipo di intervento deve essere però eseguito tardivamente, quando cioè non da più luogo alla formazione di germogli anticipati e quando la eliminazione delle foglie non pregiudica più la nutrizione dei grappoli o la costituzione delle riserve.


DECORTICAZIONE ANULARE : questa operazione consiste nell'asportare dal tronco, dalle branche o dai rami molto vigorosi un anello di corteccia alto qualche millimetro, allo scopo di arrestare il deflusso della linfa elaborata che cosi rimane a disposizione delle gemme, dei fiori e dei frutti presenti al di sopra del punto decorticato.
La decorticazione anulare sì esegue quanto prima possibile a partire dal momento in cui le branche o il fusto sono «in succhio», cioè da quando il cambio entra in attività.
La decorticazione anulare può essere vantaggiosa per le piante molto vigorose in cui si vuole favorire la differenziazione a fiore delle gemme, l'allegagione dei fiori e l'ingrossamento dei frutti. Occorre tuttavia non abusare di questa operazione per evitare un rapido esaurimento delle branche trattate e danni indiretti all'intero albera.
La decorticazione anulare è anche occasionalmente applicata per sfruttare al massimo branche destinate a essere successivamente asportate in quanto male posizionate o soprannumerarie.
Per rendere meno drastici gli effetti negativi di questa operazione si può ricorrere alla incisione anulare che consente una più rapida ricostituzione del sistema conduttore iloematicn.


INCISIONI LONGITUDINALI : questo intervento consiste nell'eseguire lunghi tagli longitudinali nella corteccia del fusto e delle branche allo scopo di ridurre la tensione dei tessuti che consegue all'accrescimento diametrale di tali organi, favorendo cosi il loro sviluppo.
In realtà l'intervento, anche se provoca spesso un'immediata contrazione della corteccia lungo le incisioni, non determina poi alcun sostanziale aumento in spessore degli organi trattati, per cui non corrisponde alle aspettative che ne giustificherebbero l'esecuzione.

DIRADAMENTO DEI FRUTTI: questa operazione viene eseguita quando, specialmente in certe annate, la càscola fisiologica non è di per sé sufficiente ad assicurare il raggiungimento di un'adeguata pezzatura dei Frutti e, al tempo stesso, una regalare produzione nell'anno successivo. Quando infatti la fruttificazione è in eccesso, l'accrescimento dei rami e la loro slessa lignificazione risultano Compromessi, così come ridotta è la differenziazione a fiore delle gemme. Il diradamento costituisce una pratica abituale per il pesco e i susini cino-giàpponesi, abbastanza frequente per l'albicocco, il melo e il mandarino.
L'intervento deve essere tempestivo: se esso e eseguito troppo precocemenle risulta molto efficace ma anche più laborioso e più rischioso, non potendosi ancora valutare, con sufficiente approssimazione, ['entità della càscola naturale; se è eseguito troppo (ardì può portare a una minore produzione e a una pezzatura dei frutti non soddisfacente Per quanto riguarda l'intensità del diradamento, si deve, in sostanza, valutare preventivamente il potenziale produttivo della pianta e rapportare a questo il numero dei frutti da mantenere sull'albero.
In pratica non esiste un parametro oggettivamente valido per le varie ed eterogenee condizioni biologiche e colturali nelle quali si deve operare. Il criterio dì riferire il numero dei frutti che, dopo il diradamento, devono rimanere su una branca al numero delle foglie o alla reciproca di-stanza lungo i rami presenta molti punti di indeterminatezza che potrebbero essere meglio corretti se l'operazione potesse venire eseguita in più riprese.
Circa la scelta dei frutti da asportare, nelle drupacee si sopprìmono, in primo luogo, quelli eventualmente inseriti a coppia sugli stessi nodi passando poi a operare lungo i rami; nel melo si tende a lasciare un solo frutto per ciascuna lamburda.
II diradamento è un intervento molto selettivo e deve essere quindi eseguito preferibilmente a mano; tuttavia esso richiede una notevole quantità dì lavoro (per il pesco da 100 a 200 ore/ettaro) ed è quindi economicamente molto oneroso. Questo fatto ha stimolato la ricerca di soluzioni alternative quali il diradamento chimico e quello meccanico.


SFOGLIATURA: questo intervento consiste nell'asporlare parte delle foglie per favorire l'insolazione e l'arieggiamento dei frutti prossimi alla maturazione; quando è applicata nel vigneto è detta anche spampinaturti.
In generale la sfogliatura eseguita in epoca appropriata migliora l'aspetto del prodotto; se invece e eseguita troppo precocemente è dannosa per la fruttificazione in atto e per la differenziazione a fiore delle gemme.
Nel caso della vendemmia meccanica, la sfogliatura può agevolare il distacco degli acini e ridurre le perdile.


TORSIONE: questo intervento consiste nel sottoporre i germogli eccessivamente vigorosi a flessione e a parziale rotazione sul loro asse per indebolirli .


INFRANGIMENTO: questa operazione consiste nell'incrinare un germoglio o un ramò lasciando attaccata e pendente la sua porzione distale . Si tratta, in definitiva, di una operazione meno drastica di un taglio di raccorciamento.


RACCORCIAMENTO E SOPPRESSIONE DEI RAMI: queste due operazioni vengono generalmente eseguite durante il periodo invernale. Esse consistono nell'asportazione della parte distale dei rami (raccorciamento) o nella totale asportazione di questi con un taglio alla base (soppressione), se il raccorciamento è limitato al solo tratto apicale dei rami viene detto spuntatura; se il taglio è praticato invece nel tratto prossi-
male. al di sopra, di 2-3 gemme, si parla allora di speronatura.
In rapporto all'intensità e alle modalità con cui vengono compiuti gli interventi cesorì la potatura si distingue in: ricca, quando comporta I' asportazione di uno scarso numero di gemme; povera, quando le gemme asportate sono numerose per cui sulle piante ne rimane una quantità limitata; lunga, quando i rami sono appena spuntati; caria, quando sono speronati; mista, quando, come generalmente avviene, gli interventi di spuntatura sono associati a interventi di spe-ronatura e di diradamento dei rami. In pratica, poi, la potatura può essere corta e povera, corta e ricca, lunga e povera, lunga e ricca .
Nelle piante acrotone (che tendono cioè a sviluppare la parte alta della chioma e quella finale dei rami), il raccorciamento sposta il gradiente vegetativo verso la base dei rami, facendo sviluppare anche quelle gemme che altrimenti rimarrebbero quiescenti. Nelle piante basitone, il raccorciamento accentua invece la naturale tendenza al prevalente sviluppo dei germogli basali.
Il raccorcia mento dei rami è più selettivo del diradamento, ma comporta tempi di lavoro relativamente più elevati.
Con il raccorciamento e con il diradamento dei rami si ottiene una riduzione dei «punti di accrescimento» (gemme a legno) complessivamente esistenti sulla pianta; nei due casi gli effetti sono diversi anche quando il numero delle gemme superstiti è uguale: nel caso del diradamento dei rami i germogli sono singolarmente meno sviluppati di quelli die si formano sui rami raccorciati ma lo sviluppo complessivo dei germogli emessi dai rami superstiti è maggiore.
Nelle piante deboli o senescenti il raecorcia-rnento drastico dei rami consente di ottenere un maggiore rigoglio vegetativo.
Nella potatura degli alberi adulti il raccorciamelo o il diradamento dei rami hanno fondamentalmente lo scopo di proporzionare il numero delle gemme a frutto (normalmente esuberanti) alla capacità produttiva delle piante.
Circa le modalità operative, l'esperienza acquisita con la potatura meccanica (che non può eseguire tagli netti e precisi), ha dimostrato la inconsistenza della raccomandazione di eseguire interventi cesori obliqui subito sopra l'inserzione di una gemma. Sui rami la cicatrizzazione dei tagli non presenta in genere problemi
gli unici limiti che avrai saranno quelli che ti costruirai da solo

#6
grazie :wink:
quando ho visto che ingialliva io ho pensato che gli mancasse l'acqua che si steva disidratando per cui ho abbondato ne darle da bere ed ho tatto un casino, l'acqua nel sotto vaso l'ho lasciata e a distanza di 5-6 giorni ancora c'è nè un pò (ora l'ho asciugata) :roll: quindi eviterò di dare acqua fin quando non sarà un pò più asciutto il terriccio, i raggi solari diretti non li ha prende luce attraverso la persiana (con le alette tutte aperte) e la tenda, tranne il sabato la domenica che tengo tutto aperto e di sole ne entra molto e forse le foglie giovani si sono bruciate, passerò comunque con una foglia al vivaio per sentire cosa mi consiglia e chiederò aiuto alla mia mammina per la potatura.

grazie per i consigli?

ma secondo voi si recupera?
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I PREPARATIVI: http://album.alfemminile.com/album/see_ ... ativi.html

#8
Visto che la situazione peggiora forse ti conviene sentire il vivaista, magari porti soltanto una foglia, a volte per le "diagnosi" è sufficente...
Buona fortuna e non disperare! :wink:

#9
Non so se può esserti utile :roll:


Esposizione: la Pachira gradisce posizioni molto luminose, ma non i raggi diretti del sole, che potrebbero scottare le foglie; in estate è opportuno porla all'esterno, possibilmente a mezz'ombra, ai primi freddi ricoverarla in casa, altrimenti potrebbe perdere le foglie. Se tenuta in luogo troppo ombreggiato la Pachira sviluppa un fogliame di dimensioni ridotte.

Annaffiature:
per garantire alla Pachira un giusto tenore di umidità è bene ricordare le sue origini, le foreste pluviali; il terreno va quindi mantenuto umido, ma senza inzupparlo. E' opportuno quindi annaffiarla spesso, ma non eccessivamente, aspettando che il terriccio asciughi un poco tra un'annaffiatura e l'altra. Si consiglia di sciogliere del concime per piante verdi ogni 15-20 giorni nell'acqua delle annaffiature.

Terreno: il terriccio universale bilanciato è un'ottima composta per questo genere di pianta, ricordando che è molto importante che il terreno sia ben drenato; se temiamo i ristagni d'acqua ricordiamo di porre sul fondo del vaso uno strato di materiale a grana grossa, come pietra pomice o granuli di argilla, per permettere un migliore defluire dell'acqua in eccesso.

Parassiti e Malattie: se annaffiamo troppo la nostra Pachira e manteniamo il terreno troppo bagnato possiamo causare l'insorgenza di marciume radicale. Prestare attenzione alla cocciniglia, che spesso attacca questa pianta, è preferibile levare manualmente i primi esemplari che la attaccano piuttosto che essere costretti ad un trattamento chimico.

(Fonte: http://www.giardinaggio.it/appartamento ... uatica.asp )


Pachira acquatica.

Avrei necessità di reperire notizie circa la coltivazione in appartamento di questa pianta (pachira aquatica-bombacaceae-), e soprattutto quali possono essere le cause che provocano l'ingiallimento e la conseguente caduta delle foglie e la mancata crescita delle sue foglie nuove.
La pianta è posta in una stanza con luce ridotta, ma aiutata da una lampada, e con temperatura medio-bassa.Ringraziando anticipatamente porgo cordiali saluti.


La Pachira acquatica è una pianta da poco introdotta nel nostro mercato, per cui non sono stato in grado di reperire molte informazioni in proposito. In ogni caso, possedendone anch'io qualche esemplare, ti posso dare alcuni suggerimenti personali.

1) E' una pianta che teme i ristagni d'acqua. Per cui è bene evitare di
bagnarla troppo e soprattutto di lasciare l'acqua nel sottovaso (al fine di evitare l'insorgere di marciume radicale).

2) è una pianta che non va rinvasata spesso (una volta ogni tre anni circa in vasi di poco più grandi);

3) d'estate vive bene all'esterno, in posizioni luminose ma non troppo soleggiate (l'ideale è una zona esposta ad est dove batte il sole al mattino);

4) non necessita di particolari concimazioni (è sufficiente concimare una volta al mese con concimi per piante verdi), interrompendo le concimazioni durante il periodo invernale.

L'ingiallimento delle foglie potrebbe essere causato da annaffiature troppo abbondanti.

Come vedi non è molto, ma spero comunque che questi pochi consigli ti siano d'aiuto..

(Fonte: http://www.giardinaggio.it/l'esperto%20 ... /pag34.asp )
Ultima modifica di giadaroma il 18/06/08 11:07, modificato 1 volta in totale.
CASA: QUI

#11
giadaroma ha scritto:Scusa non avevo visto che ti avevano già risposto!!! :oops:
Spero che riuscirai a salvare la tua pachira :wink:
non c'è problema :wink:
aspetterò che si asciughi la terra prima di dare di nuovo acqua
comunque a parte le foglie che erano rovinate che stanno cadendo le foglioline più giovani stanno benone, mi sembra :oops:
metterò delle nuove foto :wink:

comunque mi hanno detto che per la piante di appartamento vige la "regola" di dare 1 bicchiere d'acqua a settimana e 1/2 ogni 2 settimane alle piante grasse su vasi da 30-40-50 cm di diametro.
è vero?
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I PREPARATIVI: http://album.alfemminile.com/album/see_ ... ativi.html

#12
Non saprei... :roll:
Di piante d'appartamento ho solo un tronchetto della felicità che è in idrocoltura...quindi non so... :roll:
Per quanto riguarda le piante grasse ne ho solo 5 vasettini minuscoli in casa, li annaffio pochissimo 1 volta a settimana perchè essendoci poca terra si asciuga in fretta... :roll:
CASA: QUI

#13
ila_lg ha scritto:
giadaroma ha scritto:Scusa non avevo visto che ti avevano già risposto!!! :oops:
Spero che riuscirai a salvare la tua pachira :wink:
non c'è problema :wink:
aspetterò che si asciughi la terra prima di dare di nuovo acqua
comunque a parte le foglie che erano rovinate che stanno cadendo le foglioline più giovani stanno benone, mi sembra :oops:
metterò delle nuove foto :wink:

comunque mi hanno detto che per la piante di appartamento vige la "regola" di dare 1 bicchiere d'acqua a settimana e 1/2 ogni 2 settimane alle piante grasse su vasi da 30-40-50 cm di diametro.
è vero?
ù


non può esserci una regola fissa, le piante (anche d'appartamento) possono avere esigenze molto diverse :roll: io per ogni pianta mi informo su internet o libri di giardinaggio circa le cure migliori, cercando poi di ottimizzare il tutto secondo i miei tempi :wink:
per le piantine grasse idem.. anche se in genere le esigenze sono molto simili tra di loro.. però non mi baserei sul mezzo bicchiere.. ma sulla reale necessità della pianta: due settimane piovose e con molta umidità sono ben diverse da due settimane sahariane :!: :!: io bagno bene la terra, elimino l'eccesso, e aspetto che il terreno si asciughi bene prima di ribagnare :)

tra l'altro bagnare le piante con poca acqua può rovinare le radici, che tendono a salire verso l'acqua invece di scendere verso il fondo del vaso, preferisco quindi bagnare bene tutta la terra e non solo la superficie, evitando i ristagni, generalmente molto dannosi :wink:

per la pachira le informazioni di giadaroma credo siano le più corrette :)
berghy

Re: la mia Pachira (con foto)

#14
Scusate...io ho invece un altro problema con la mia pachira...che ho da circa un anno: dallanervatura centrale nella pagina inferiore della foglia appaiono delle gocce trasparenti appiccicose. Ho provato a guardare se c'erano animaletti..ma prima non notavo niente..oggi invece ho notato dei piccolissimi animaletti tendenti al bianco..ma sn proprio piccoli piccoli più allungati cm forma che nn tondeggianti. Cosa sono? cosa devo fare??? :shock:
La pianta è sempre stata in posizione ben illuminata ma non al sole diretto...solitamente la bagno una volta alla settimana con circa 1/2 litro d'acqua. Continua a buttare foglie nuove :D e cmq le foglie della pianta sono belle verdi, senza macchie strane nè sn accartocciate...insomma, a parte quel problema, sembra stia bene a prima vista...almeno per ora. :roll:
Fortunatamente è già isolata da altre piante..x cui n c'è pericolo che anche le altre prendano la stessa malattia.

Qualcuno mi può aiutare???
Grazie
“Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso modificare le mie vele per raggiungere la mia destinazione.”