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#106
Ah bhè, per quanto riguardo l'accento e i dialetti in casa mia si è fatto un minestrone:
Allora, mamma di origini leccesi ma nata a Milano e cresciuta a Torino, accento e dialetto torinese con alcune sue amiche ma, portata per le lingue, anche il magliese quando eravamo in vacanza. :lol:
Mio padre, leccese, abbandonata la terra natia a 18 anni, dopo alcuni anni romani si è trasferito a Torino. Risultato: lo si prendeva per toscano. Nessun accento, dizione perfetta. :lol: Quando si andava giù in vacanza iniziava in viaggio la trasformazione: al cartello BARI le imprecazioni agli altri automobilisti cambiavano lingua venivano lanciati in dialetto stretto. :lol:
In casa si parlava italiano.
Io capisco perfettamente entrambi i dialetti ma non ne parlo nessuno dei due e ho un accento decisamente torinese, uno dei peggiori da debellare per gli attori. Nonostante anni e anni di impegno quando ascolto le registrazioni inorridisco....... ogni pezzo a memoria richiede mooolto studio e applicazione anche se fra un po' vado in pensione. :lol: :lol: :lol:
Forza Daniel!

#107
Notevole, Raffa.

"Si vili gnir, gni. Si vili nin gnir, gni nin. Ma nin di de gnir per pei nin gni"

Eccovi serviti. altro che "dui puvrum bgnà int l'oli" (e mancano le dieresi che non so come si mettono)

Un gianduiotto virtuale a chi indovina sia il significato sia almeno la zona del Piemonte

#108
mimmi ha scritto:
"Si vili gnir, gni. Si vili nin gnir, gni nin. Ma nin di de gnir per pei nin gni"
Urca quante "i"! Il dialetto che si parla dalle mie parti è moooolto più grezzo, del tipo:

"Se volè gnir, gni. Se vole nin gnir, gni nin. MA nin dir d'gnir par pè nin gnir"

Per il fatto che dici "nin" invece che "nen", che è tipico del turineis cittadino, direi che vieni dalla periferia, magari da un qualche paese a nord della città.... ci ho azzeccato?
Album matrimonio:
http://album.alfemminile.com/album/sashasposa
PW: in MP

#109
Sasha ha scritto:
...
Per il fatto che dici "nin" invece che "nen", che è tipico del turineis cittadino, direi che vieni dalla periferia, magari da un qualche paese a nord della città.... ci ho azzeccato?
però! diciamo nord-nord ovest (valli di Lanzo)
Immagine

#110
mimmi ha scritto:
Sasha ha scritto:
...
Per il fatto che dici "nin" invece che "nen", che è tipico del turineis cittadino, direi che vieni dalla periferia, magari da un qualche paese a nord della città.... ci ho azzeccato?
però! diciamo nord-nord ovest (valli di Lanzo)
Immagine

Olè!!! 8) Ho vinto quaccheccosa??? :lol:
Album matrimonio:
http://album.alfemminile.com/album/sashasposa
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#113
riffa&raffa ha scritto:Il mio sangue misto si arrende, Mimmi... :?:
TRADUCI!

:lol: :lol: :lol:

:lol:
"Si vili gnir, gni. Si vili nin gnir, gni nin. Ma nin di de gnir per pei nin gni"
vuol dire
"Se volete venire, venite. Se non volete venire, non venite. MA non dite di venire per poi non venire."

T'iè capì? :lol:
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#114
Perfetto!

Sono dialetti franco provenzali.
Invece tracce di vocaboli di origine germanica e precisamente longobarda sono evidenti proprio nel Canavese.

In Piemonte ci sono ceppi linguistici anche molto diversi, originari dai due ceppi iniziali della lingua d'oc e della lingua d'oil, elaborati anche attraverso diversi influssi portati in tempi diversi dalle invasioni delle popolazioni germaniche che transitarono in Italia passando dai passi montani piemontesi (tra i più noti Longobardi e Franchi). Ci sono poi minoranze ancora adesso molto compatte come i Walser e va citato il caso delle Valli Valdesi, dove la tipicità nasce dalla confessione religiosa e ha sviluppato una tradizione sociale, civile e culturale di notevole valore.

Ehm spero di non aver annoiato..

#115
Io mi ricorderò sempre il primo giorno di scuola alle medie (in Canavese, of course) ed in particolare la prima lezione di francese:
si presenta il professore, di nome fa Giovannino Savà ( e già qui... un cognome, un destino :lol: ), siciliano DOC. Come prima cosa ci chiede: quanti piemontesi ci sono in classe? E noi da bravi studenti diligenti alziamo la manina (saremo stati circa i 2/3). Al che il prof commenta: eh, mi dispiace per voi, ma troverete delle difficoltà nell'imparare il francese :shock: Motivazione: è troppo simile al dialetto parlato nelle valli del canavese, c'è il rischio che vi confondiate!

Eh già già :lol:
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#116
direi che questa fa il paio col fatto che all'estero se sanno che sei piemontese vogliono parlarti in francese perchè "tanto voi lo capite, no?" :roll:

Comunque la mia posizione è che è piemontese chi abita in Piemonte, conta il contesto in cui si vive non l'origine familiare, che è assimilabile al patrimonio genetico: c'è ed è fondamentale ma noi siamo ben altro che i nostri geni.

#117
mimmi ha scritto: Comunque la mia posizione è che è piemontese chi abita in Piemonte, conta il contesto in cui si vive non l'origine familiare, che è assimilabile al patrimonio genetico: c'è ed è fondamentale ma noi siamo ben altro che i nostri geni.
Stra-quoto! :wink:
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#118
Non so, per me è strano. Ho avuto la fortuna di crescere in una casa dove si respiravano culture diverse e mai in conflitto, anzi, una arricchiva l'altra. E l'altra fortuna è stata quella di poter abitare lunghi periodi in Salento e avere una casa che ho visto nascere da un campo di ulivi davanti al mare.... 3 mesi di vacanza da bambin i sono una vita!
Sono legatissima alla mia città che è Torino e non ho mai desiderato vivere altrove , ma il rapporto empatico e viscerale che ho con la terra salentina e il suo mare è qualcosa che ha a che fare con l'istinto, con una natura molto più forte della cultura. Le montagne che mi circondano non mi danno neanche lontanamente le stesse emozioni.
Infatti sono molto simile a mio padre.
Mio fratello ne è uscito decisamente più nordico e assomiglia molto a mia madre. E sa sciare. :lol:
Chimiche genetiche , segni zodiacali? La voce d'u sangu... forse la tarantola è entrata nella mia culla e in quella di mio fratello no? :roll: :)
Forza Daniel!

#119
Sai cosa mi ha colpito, Raffa quello che dici?
Quello che chiami empatia con il panorama naturale.

L'importanza dei riferimenti visivi, logistici che spesso inconsciamente si imprimono nella nostra coscienza e nella nostra personalità. E l'infanzia è a mio parere il periodo di imprinting non solo degli affetti ma anche di questi riferimenti, soprattutto un'infanzia "felice" (che è premessa fondamentale in grado di darci la forza e l'equilibrio per il resto della vita).

Ho avuto improvvisa consapevolezza viaggiando che il senso di disagio che mi coglie in certe pianure è la mancanza delle montagne a contornarle (contrariamente a te :wink: ). Ho capito che nel mio mondo mentale era presente un panorama dove non mancavano mai e sono le lontane fiabesche montagne che vedevo dalla pianura del Canavese, felice teatro delle mie vacanze di bimba scatenata nella cascina della nonna.

Poi ho conosciuto il mare, che adoro, tanti altri panorami. Ma loro sono lì dentro di me.

#120
E' vero Mimmi.
Le montagne le sento estranee perchè le ho sempre "viste" ma non le ho mai vissute.
Posso dire però che quando vado alla Crocetta a volte mi infilo apposta negli androni dei palazzi d'epoca per risentirne l'odore... è quello per me il profumo di Torino e della mia infanzia, quello che sento dentro lo stomaco e mi emoziona sempre. :)
Forza Daniel!