qsecofr ha scritto:cla56 ha scritto:
E' giusto ed opportuno che il professionista,architetto o arredatore che sia,abbia modo di confrontarsi con realtà dove il budget del proprio committente non debba essere una discriminante per le sue capacità,anzi,sono proprio queste realtà,se ben sfruttate,a creare delle opportunità di lavoro e di crescita professionale per tanti giovani professionisti.
Si ma i soldi sono soldi ed i professionisti costano.... c'è poco da fare...
sarebbe da capire se
(costo ikea + costo professionista) < costo negozio (con arredatore incluso)
...non credo sia così scontato... inoltre mettendo anche di risparmiare comprando ikea dopo un anno questo ha una cucina ikea e quello che è andato da cla ha una valcucine (o comunque una cucina magari economica ma mediamente valida) perchè il servizio di consulenza diremo che è "volatile"..."invisibile"
Ciao "Q"(scusa l'abbreviazione del nik..ma il tuo mi rimane sempre particolarmente difficile scriverlo

non sò perchè

).
Cerchiamo di andare oltre i prodotti da te mensionati....e soffermiamoci per un attimo sul concetto del buon arredamento,di buon gusto, alla portata di tutti:un arredamento "democratico" inteso nel senso più ampio del termine.
Anche in questo caso può essere necessario l'aiuto,il supporto,di un consulente che per conoscenza, capacità e sensibilità ,possa guidare l'interlocutore/cliente nella ristrutturazione o anche solo nell' arredamento della sua abitazione.
Questo "supporto" il cliente alcune volte lo può trovare anche nella struttura commerciale,se adeguatamente attrezzata anzi dirò di più,la richiesta di consulenza é in netta crescita negli ultimi anni e ciò potrà sicuramente fare la differenza tra un punto vendita che ha recipito questa richiesta ed un'altro che non sarà capace o non intenderà fornire questo tipo di servizio.In questo caso il costo della consulenza non andrà a gravare direttamente sul cliente poichè rientrerà nei costi della struttura commerciale stessa...
Certamente c'é anche una forte domanda di consulenza esterna ai punti vendita in questo caso sarà auspicabile che gli stessi creino un rapporto molto professionale con questi consulenti arredatori poichè saranno questi ultimi a valorizzare la proposta commerciale presente nel punto vendita.
In questo caso il cliente/committente dovrà sicuramente riconoscere al professionista un compenso per la sua consulenza.
Costo che sarà ampiamente ripagato nel non incorrere in errori che per la sua ingenuità e comunque non conoscenza,molto probabilmente farà.
Parliamo ora dei prodotti:Non credo alla relazione design o il buon gusto = prodotti costosi,anzi la storia dell'arredamento é costellata di esempi in cui proprio il prezzo accessibile ha fatto la fortuna e la notorietà di oggetti splendidi che ancora dopo decenni sono in produzione.
Anche quì le capacità e la sensibilità dell'arredatore/architetto saranno utili per "creare" una proposta non banale,omologata,ma che enterpreti invece,con una sapiente scelta degli oggeti, lo spazio in cui si andranno a collocare,nonchè certamente la sensibilità del proprio cliente.
Ci potranno essere degli oggetti dell'IKEA,forse,forse anche degli oggetti della Kartell,delle riedizioni dei mobili democratici del razionalismo tedesco o qualcosa trovata in mercatino domenicale.....ma alla fine ci sarà la sua capacità nell' amalgamare il tutto e questo é un valore.
cla56