Il problema delle porte blindate italiane è che sono pochi i produttori che apportano modifiche sostanziali alla struttura o agli allestimenti in generale (anche perché storicamente certi progettisti e ingegneri originariamente assunti presso un'azienda magari emigravano in altre riproponendo la stessa struttura che, per carità, poteva andare anche bene, ma con somiglianze abbastanza evidenti), con il risultato che queste appaiono (e nella maggior parte dei casi lo sono davvero) uguali l'una all'altra per struttura (compresi gli spessori delle lamiere), rinforzi, posizionamento della serratura e dei catenacci e tipologia di serratura. Questo non sembra ma facilita in modo spaventoso il lavoro del malvivente, il quale basta che studi i modelli di due o tre marchi per conoscere più dell'80% delle porte blindate installate. Come se non bastasse, tutti adottano lo stesso tipo di serratura nello stesso periodo (tutte erano dotate di serratura a doppia mappa e da 10 anni a questa parte o poco più tutti sono passate al cilindro europeo, prima senza alcuna protezione per il defender ed oggi con qualche accorgimento in più, come l'antishock antitubo solidale con il defender o le protezioni magnetiche per ridurre - ma non impedire del tutto - la manipolazione); in aggiunta a ciò, per "sentito dire" e "passaparola" di vicinato nei condomini spesso accade che più proprietari decidano di cambiare la porta o la serratura e che si rivolgano allo stesso fabbro, con ulteriore facilitazione, secondo la quale un malvivente si riesce ad entrare in un appartamento può entrare in tutti (come è accaduto nel palazzo dei miei...). E nonostante numerose richieste di spiegazioni inoltrate da me (progettista di edifici e da anni implicato nel mondo della sicurezza) ad alcuni produttori italiani sul perché non investissero davvero nella sicurezza degli utenti, le risposte sono state sommarie o comunque lasciavano intendere "che tanto le porte le comprano lo stesso" e che i furti avvenuti proprio attraverso le loro porte erano stati compiuti da persone esperte contro le quali non c'è nulla da fare. Questi produttori sono gli stessi che da anni non hanno mai cambiato la struttura delle loro porte e che anche esteticamente continuano a produrre modelli uguali a quelli di 20 anni fa.
Scusate la sfuriata, ma purtroppo mi sono reso conto da anni che manca l'interesse vero per la sicurezza delle persone e che le industrie di porte blindate (non tutte, sia chiaro, ma l'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di produttori di porte blindate, tra l'altro!) ultimamente stanno puntando verso altri obiettivi, come il risparmio energetico, l'aumento delle performances acustiche e di tenuta all'aria e soprattutto il design; per carità, sono aspetti importanti e come progettista devo tenerne conto senz'altro anch'io, ma per una porta blindata la sicurezza non può e non deve passare in secondo piano. Cito esempi di porte ultimamente progettate con telai in alluminio bicolore esteticamente perfette, a taglio termico e performance da paura. Voglio poi vedere tra qualche anno quante porte sfondate per cedimento dell'alluminio ci saranno; forse si tornerà indietro e magari si concepiranno porte con il telaio in acciaio magari tubolare, così evitiamo che si svergoli al primo colpo di piede di porco...
Poi conosco alcune aziende che comunque hanno fatto qualcosa per cambiare, come chi ha introdotto le serrature non convenzionali (come Vighi, la cui serratura ha i catenacci che non fuoriescono nella zona della chiave e che propone in opzione il defender Disec magnetico) o con defender diverso (come Gasperotti che da anni spinge per il defender ellittico con soli due punti di contatto rendendo impossibile o quasi l'estrazione con tubo), ma sono rari, mentre tutti quei ganci al posto dei tradizionali catenacci tondi sono trovate commerciali più che altro.
Qui c'è un esempio di come non resistono le nostre porte, testate da laboratori finalmente non italiani.
http://www.gardesa.com/Other/GardesaCOM ... onsumo.pdf
Si tratta di un esempio che poi ha determinato il ricorso di alcune aziende coinvolte perché la rivista è stata accusata di aver messo in cattiva luce alcuni produttori e bla bla bla, però qualcosa di vero ci sarà. E' vero che i tecnici, come si è contestato, non avranno utilizzato le modalità di prova convenzionali dettate dalla UNI EN 1627-30 per le quali le "nostre" porte sono concepite, ma ciò non toglie che la resistenza all'effrazione è risultata scarsa e che, -aggiungo io- non è detto che il malvivente vero adotti le tecniche ufficiali
Comunque stando così le cose io non cambierei la porta attuale, a meno che non sia veramente debole, ma mi limiterei a cambiare la serratura, magari cercando qualcosa di non convenzionale. Le porte italiane andrebbero tutte riviste ed aggiornate così come si fa con i nostri antivirus, perché le novità ci sono e la criminalità sempre in agguato.
Da anni mi sento di proporre porte francesi Fichet a chi mi chiede consulenza perché sono pensate in modo diverso dalle nostre e le serrature risultano meno manipolabili rispetto alle classiche a cilindro europeo, anche perché da 20 anni o più si bloccano in caso di tentativo di manipolazione (anche adesso le ultime a cilindro, ma ci sono voluti anni di furti per capirlo). Le ho conosciute in Francia ad una fiera di settore e con stupore ho visto che in Italia esistono vari punti vendita autorizzati. E' vero, costano il doppio delle altre (minimo 2000€), ma piuttosto che farsi svaligiare la casa per nulla avendo speso più di mille euro forse ne vale la pena.