and ha scritto:Ok blumarea, ma se ti soffermi sul punto b è obbligatorio il dispositivo di autodisinfezione che da quello che scrivi mi sembra tu non abbia.
Non averlo ,sull'acqua sanitaria, può con il tempo provocare proliferazioni batteriche nelle resine che nel migliore dei casi possono produrre cattivi odori e sapori nell'acqua, quindi occhio!!
Ultima cosa......(vedi che sono anche io scassa!!

)... un addolcitore serio dovrebbe sempre avere la valvola per la regolazione della durezza!!
Per il resto non obietto sulla tua scelta, ci mancherebbe!!!

Non si applica il punto b, perchè si applica il punto c)
La disinfezione non è obbligatoria, per questi piccoli modelli è sufficiente il sistema a filtri, purchè il ministero abbia approvato il protocollo sperimentale di cui all'allegato 1 (le leggi vanno lette per intero

)
Seguendo il punto b) invece, si verrebbe a bere acqua clorata e/o disinfettata anche quando non serve (quel tipo dia ddolcitore lo vedo bene in una piscina) cosa che danneggia certamente la salute e contro cui mi sarei battuta spietatamente. Se non è necessario clorare l'acqua dall'impianto abituale perchè dovrebbe essere inserendo un addolcitore? Nell'addolcitore, sia per la natura delle resine usate, sia per il concentrato salino, dovrebbe formarsi già da se un ambiente non favorevole alla proliferazione batterica. (piccola considerazione: il sale non è forse uno dei maggiori-migliori conservanti alimentari?)
Ecco perchè spiegato, suppongo, il ministero può approvare addolcitori senza disinfezione, come spiegato nell'allegato 1
come vedi infatti, nell'allegato 1 il problema della disinfezione è bypassato completamente.
se l'addolcitore è a norma e possiede le certificazioni previste direi che possiamo dormire sonni tranquilli e gustarci acqua non disinfettata
ALLEGATO I
Protocollo sperimentale informativo sulle caratteristiche delle apparecchiature per il trattamento domestico di acque potabili ai fini dell'approvazione da parte del ministero della sanità (*).
1. Denominazione dell'apparecchiatura.
2. Nome e ragione sociale del produttore.
3. Principi generali di funzionamento dell'apparecchiatura.
4. Caratteristiche di materiali utilizzati, azione specifica svolta e tipo di effetto che si intende perseguire.
5. Documentazione tecnica e sperimentazioni: (da allegare).
5.1 Documentazione tecnica comprendente la descrizione del modello-tipo, le modalità di manutenzione, le verifiche periodiche e le sostituzioni, le limitazioni di impiego previste.
5.2 Protocollo sperimentale utilizzato, simulante le condizioni di impiego reali, inclusi i periodi di sosta.
5.3 Dati sperimentali ottenuti sull'acqua potabile prima e dopo il trattamento comprendenti dati analitici chimico-fisici, chimici, microbiologici; valutazione dei risultati.
6. Certificazioni:
6.1 Rispondenza a norme italiane, comunitarie, internazionali o di altro Stato membro della CEE, che documentino l'idoneità dell'apparecchiatura a perseguire i fini di trattamento indicati.
6.2. Rispondenza a norme di sicurezza di carattere generale connessi al funzionamento e gestione dell'apparecchiatura.