bubu ha scritto:Bha...questi due hanno confessato subito, raccontando come sono andate esattamente le cose (non potevano certo inventarsi l'esatta dinamica dei fatti).
Più di una confessione del genere cosa altro serve per dimostrare la colpevolezza?
Non credo che a questi livelli i due legali potevano avere dei dubbi, anche considerando la loro psiche labile, se fossero stati dei mitomani li avrebbero scoperti subito e non sarebbero staticerto capaci di raccontare la tragedia nei minimi dettagli, corrispondenti a quanto rilevato dagli inquirenti.
non capisco...
non capisco perchè, a quanto ho capito, i due sono stati condannati... e sono stati condannati dalla persona preposta a farlo, ossia il giudice.
Avresti voluto che a condannarli fosse il loro avvocato difensore?
O avresti preferito un mondo dove, se apparentemente sei stato tu a compiere un delitto, allora non hai nemmeno diritto alla difesa?
E se, semplicemente, loro avessero visto il colpevole all'azione ma fossero veramente troppo deficienti e con l'intelligenza di un bambino di 4 anni avessero sbagliato e parlato in prima persona anzichè in terza? Io non dico che sia frequente, o possibile, o probabile... dico che non è impossibile.
quindi è un aspetto che il giudice, per poter giudicare, deve sapere.
La difesa non ha fatto altro che portare all'attenzione del giudice le "cose che non tornano".
Evidentemente il giudice ha giudicato che quelle cose, anche se non tornavano, non scagionano i due, ed infatti li ha condannati!
Pensa alla scena più "cinematografica" possibile: Entro in una stanza, trovo un cadavere ed una pistola, raccolgo la pistola e nel farlo mi macchio di sangue. A quel punto irrompe la polizia, mi trova zuppo di sangue, con una pistola in mano e un cadavere davanti...
non ho diritto ad una difesa?