Re: La crisi nel settore cucine
Inviato: 09/09/12 12:33
l'arredamento e le cucine in primis sono beni durevoli.
tralasciando per un momento il primo impianto, la sostituzione difficilmente avviene per necessità urgente (non capita spesso che tutta la cucina cada a pezzi) e quindi è, entro certi limiti, rimandabile nel tempo.
in questo momento si rimanda, tutto qui.
Non dimenticate poi che solo un paio di anni fa grazie agli incentivi chi era anche moderatamente interessato ha fatto l'acquisto in quel momento (senza gli incentivi magari avrebbe allungato l'attesa di un anno o due, acquistando adesso).
La situazione non è dissimile da quella del mercato auto dove, finiti incentivi e sovvenzioni, c'è stato il crollo.
C'e poi chi è costretto a comprare per necessità (si tratta in questo caso di una domanda "rigida" e non rimandabile) ma questo cliente ha priorità diverse da chi lo fa per scelta e questo cambia sensibilmente il prodotto richiesto (e di conseguenza il luogo di acquisto). Questi clienti hanno sempre ragionato così, ma in un mercato florido sono una fetta poco appetibile, da lasciare ai vari Mercatoni (che in Italia ci sono da prima dell'Ikea). Certo, adesso che i compratori "per scelta" mancano, chi vende guarda con interesse ai "forzati" dell'acquisto snobbati in tempi di vacche grasse...
Ancora diverso è il caso delle cucine di primo impianto: il fenomeno dei contract (o dei project, come li chiamano nel resto del mondo) è ancora agli inizi in Italia, ma comunque è assolutamente trasversale e coinvolge anche marchi Premium... quindi ci sono appartamenti arredati con Ikea e appartamenti arredati con Boffi.
Il problema lì è che il mattone è fermo e quindi anche gli arredi sono al palo.
tralasciando per un momento il primo impianto, la sostituzione difficilmente avviene per necessità urgente (non capita spesso che tutta la cucina cada a pezzi) e quindi è, entro certi limiti, rimandabile nel tempo.
in questo momento si rimanda, tutto qui.
Non dimenticate poi che solo un paio di anni fa grazie agli incentivi chi era anche moderatamente interessato ha fatto l'acquisto in quel momento (senza gli incentivi magari avrebbe allungato l'attesa di un anno o due, acquistando adesso).
La situazione non è dissimile da quella del mercato auto dove, finiti incentivi e sovvenzioni, c'è stato il crollo.
C'e poi chi è costretto a comprare per necessità (si tratta in questo caso di una domanda "rigida" e non rimandabile) ma questo cliente ha priorità diverse da chi lo fa per scelta e questo cambia sensibilmente il prodotto richiesto (e di conseguenza il luogo di acquisto). Questi clienti hanno sempre ragionato così, ma in un mercato florido sono una fetta poco appetibile, da lasciare ai vari Mercatoni (che in Italia ci sono da prima dell'Ikea). Certo, adesso che i compratori "per scelta" mancano, chi vende guarda con interesse ai "forzati" dell'acquisto snobbati in tempi di vacche grasse...
Ancora diverso è il caso delle cucine di primo impianto: il fenomeno dei contract (o dei project, come li chiamano nel resto del mondo) è ancora agli inizi in Italia, ma comunque è assolutamente trasversale e coinvolge anche marchi Premium... quindi ci sono appartamenti arredati con Ikea e appartamenti arredati con Boffi.
Il problema lì è che il mattone è fermo e quindi anche gli arredi sono al palo.