bradipa66 ha scritto:@espuma, questo video non lo conoscevo mica!
Cmq mi sa che visto che oggi mi girano, dico anche io la mia. Il problema della mia città è la povertà: la povertà culturale, soprattutto, più che di risorse economiche.
Ed è la povertà culturale, combinata ad anni di festefarinaeforca, e ad un'etica "familista" che ci ha fatto diventare un popolaccio. Inutile tergiversare: o' sole, o' mare, i sorrisi, Pompei che crolla (ma voi lo sapete che esistono siti di dimensioni ridotte ma anche più belli di Pompei??), a' munnezza, il clientelismo, ...la piccola borghesia, quella onesta, o ciò che ne è rimasto, si è rinchiusa nelle case e guarda sgomenta se' stessa e la propria città, incapace di andare oltre la lamentazione ed il luogo comune. Ci hanno marciato e ci marciano tutti, ovviamente: a cominciare dalla munnezza che dagli anni '80 al 2000 si sversava nel litorale domitio, provocando danni inenarrabili, e che proveniva dal Nord, dagli onesti imprenditori che non si ponevano il problema di chiedersi come mai lo smaltimento di rifuti altamente tossici costasse così poco; dai politicanti di turno, che si comprano il consenso con il pagamento delle bollette; sino al napoletano stesso, che si è venduto cul@ e dignità!
La povertà culturale e l'adeguamento a certi costumi sono una brutta abitudine tipicamente italica. Sono giunto alla conclusione che l'unica via d'uscita sarebbe una rivoluzione culturale, che se mai fosse messa in pratica, necessiterebbe di centinaia di anni per dare i propri frutti.
Perchè quello che noi siamo è il risultato dell'evoluzione storica del nostro paese, da mille anni a questa parte: certe concezioni e certe abitudini dall'epoca dei comuni e del medioevo, non sono mutate, ma si sono solo evolute in peggio. Sembra che noi italiani abbiamo prevalentemente fatto persistere le "cattive qualità" del nostro patrimonio genetico.
Quando vedi che c'è gente che inveisce contro le forze dell'ordine quando catturano il camorrista o il mafioso di turno, capisci che i problemi sono molto più gravi del semplice scardinare la criminalità organizzata. Ma senza guardare troppo al macrosociale basta far caso a certi micro-comportamenti (ai quali chi ha avuto la possibilità di viaggiare è particolarmente sensibile) tipici per capire la pochezza culturale di questo paese.
Io ho avuto la fortuna di viaggiare tanto ed è verissimo che all'estero siamo visti come "mafiosi": molti si inalberano perchè pensano che all'accezione più immediata del termine ossia ad "esponente di organizzazione criminale".
In realtà ciò a cui si allude è qualcosa di molto più sottile ed attinente al quotidiano.
Ma forse per gli italiani è troppo difficile capirlo.