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Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 14/10/12 21:50
da Solaria
Non sono d'accordo lo stesso. Ci sono tanti modi per rientrare ed in ultimo la società potrebbe essere ceduta ad altri ed il cliente manco lo sa. Ma sente questa notizia , se lo ricorda e magari non compra. A mio avviso è molto sbagliato e queste notizie messe così danneggiano le aziende ed i dipendenti ecc. Posso continuare a comprare il buondi motta o le scarpe Tod's anche se l'azienda è stata venduta, ha fatto un aumento di capitale ecc
Non lo trovo corretto anche per i rivenditori che trattano il marchio
E poi fai paragoni veramente assurdi come Aiazzone e Del tongo ma vuoi scherzare :!: :!:

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 14/10/12 23:22
da coolors
Solaria ha scritto:Cui prodest ?
Al consumatore che sta acquistando una cucina, forse? :roll:
Ecco, a volte mi chiedo perche' debba perder tempo a rispondere a domande cosi idiote...

PS: della situazione di Del Tongo ne parlano anche sul Gazzettino di Rovigo

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 0:13
da Solaria
Mi chiedo se non capisci o fai finta di non capire :!:

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 7:56
da qsecofr
Solaria ha scritto: Non lo trovo corretto anche per i rivenditori che trattano il marchio
E poi fai paragoni veramente assurdi come Aiazzone e Del tongo ma vuoi scherzare :!: :!:
veramente all'inizio del mio intervento IN MAIUSCOLO HO SCRITTO A PRESCINDERE DAL MARCHIO e poi ho citato aiazzone che è un rivenditore, non un produttore, che il sapere come va il mondo può essere utile... l'associazione l'hai fatta tu.
Comunque Solaria mi piace il tuo mondo incantato ma quando una ditta italiana di mobili che per sua natura è piccola va male non interviene mai nessun magnate arabo a rilevare debiti e crediti: prima fa un bel concordato mettendo banche/fornitori/dipendenti in difficoltà e poi la newco eventualmente si tira dentro un socio d'affari... quasi sempre un prestanome del socio precedente ed affitta o rileva parte della vecchia (...ma sicuramente nn i debiti). Visti i precedenti di questi 2 anni queste newco hanno una vita media di 8-15 mesi e neanche metà dei dipendenti.

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 8:24
da coolors
Ah, non voglio creare allarmismi ma, di situazioni tipo Del Tongo ce ne sono altre (anche queste evidenziate soprattutto da giornali locali ma che riguardano primarie aziende del settore del mobile anche molto note).

C'e' chi e' stato aiutato dalla regione a statuto speciale dov'e' situato, c'e' chi ha dovuto vendere proprietà famose, ecc ecc.

Normale amministrazione con questa crisi...

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 9:21
da Steve1973
Sol... Creare gli allarmismi su cucine che si incendiano o su cartongessi che nei terremoti ti impediscono di scappare invece... cui prodest? :roll: :roll:

Temo, facendo una piccola statistica, sia forse più utile essere informati sulle difficoltà di un'azienda, peraltro con notizie pubbliche a cui si accede facilmente con una ricerca su Google...

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 9:34
da Peppezi
Io comunque distinguerei SEMPRE le notizie giornalistiche che in questi casi purtroppo sono sempre abbastanza affidabili dai "sentito dire". Trovo assolutamente lecito e anzi doveroso informare i consumatori sulla base di dati concreti, sulla base dei rumors direi proprio di no, ammenocchè i rumors non provengano da fonti molto affidabili e a diretto contatto con l'azienda incriminata.
Purtroppo dai rumors che arrivano ci sono diverse aziende piccole e grandi in seria difficoltà, ma essendo notizie distanti dalle realtà di cui parlano evito di parlarne perché farei solo danni.

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 10:10
da paul
In ogni caso è un momento difficile per tutti. Sicuramente c'è chi ha fatto passi sbagliati (scientemente o meno) ma certo questa crisi sta danneggiando tutti. Sono troppi i produttori, troppi i rivenditori e pochi gli acquirenti che deviano le loro scelte su articoli più economici. Questo sta creando difficoltà su tutta la filiera per cui non è difficile che anche nomi che sono stati sempre ritenuti "al sicuro" possono incappare in questi imprevisti.

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 11:12
da Antonio Orrù
Buon giorno, questa crisi che a paragone quella del 29 è stata una passeggiata è la crisi di tutto l'occidente. Non riguarda solo la nostra realtà. Io ho un amico che vive da anni negli Stati Uniti e mi ha parlato del fenomeno dei bamboccioni che non è per niente italiano. Questo per dire in che acque si naviga. Come in tutte le catastrofi, in questo caso economico finanziaria, solo pochi sopravviveranno. Chi ne uscirà sarà senz'altro più forte e temo che su molti settori avremmo fenomeni di monopolio o oligopolio. Mi spiace tantissimo vedere o sentire di tante aziende che per decenni hanno creato lavoro e benessere e contribuito a quel fenomeno unico e tutto italiano del made in Italy essere costrette a gettare la spugna. Le cose saranno cambiate anche per i consumatori, io tale sono, almeno le persone della mia generazione che si stanno sbobbando questa situazione avranno certamente un approccio diverso all'acquisto e una scarsa propensione all'impuslo. Vedo come da un pò di tempo sia io che i miei amici e penso altri si sia molto più restii allo spendere. Se si deve fare un acquisto lo si rimanda oppure lo si valuta molto attentamente sopratutto in ambiti così complessi come una cucina che secondo me è più difficile per mille implicazioni dell'acquisto di un auto. Io per es. quando sono venuto a stare in questa casa, che è mia, ho lasciato la cucina che per altro non è di mio gusto e ha sulla gobba 25 anni lì dov'era. Non l'ho cambiata pur potendolo fare tranquillamente. Proprio per i motivi che elencavo, Sapete quanti amici ho che hanno fatto quete scelta? persone di livello medio alto, che non avrebbero certo problemi a comprarsi una Valcucine o una Boffi. Eppure tutti hanno paura. Noi quarantenni siamo sopratutto frenati e fregati da quella che è la previdenza. Io penso che tante cose cambieranno nei prossimi anni e purtroppo cadranna ancora molte troppe teste.

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 11:34
da mitti
.....una delle crisi del sistema capitalista che si presenta a fasi cicliche....sistema alimentato dall'ideologia neoliberista, vi invito a leggere questa bella intervista al prof. gallino ripresa da micromega e pubblicata da gallino http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... o-gallino/


poi rispetto al sentimento di paura di cui parla Orrù a tutti i livelli economico culturale sociale
La paura. È diventata lei il vero mezzo di governo, l'instrumentum regni per eccellenza del nuovo sovrano. Una dimensione permanente della psicologia di massa, un sentimento a due facce che ora aizza contro "i diversi", ora piega i cittadini alle pretese del potere. Si governa facendo paura. Si governa seminando paura. Gli abusi e le torture del G8, i divieti di manifestare, le minacce contro il movimento degli studenti. E insieme l'odio fomentato ogni giorno contro gli immigrati o i rom, colpevoli di attentare ai "nostri beni" o alle "nostre donne". È l'Italia raccontata da questa inchiesta. Governata, nelle sue viscere profonde, da una destra che ha fatto della paura (con sorriso televisivo) la propria bandiera. E che dalle trasmissioni Rai riabilita l'Italia del ventennio.
Governare con la paura. Enrico Deaglio - Beppe Cremagnani - Mario Portanova

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 12:09
da qsecofr
coolors ha scritto:

C'e' chi e' stato aiutato dalla regione a statuto speciale dov'e' situato, c'e' chi ha dovuto vendere proprietà famose, ecc ecc.

si ho capito a chi ti riferisci. Non è tanto una questione di statuto speciale ma una concomitanza di strumenti (per la verità a disposizione anche di altri), di immanicamenti storici con la politica ma anche soprattutto una questione economica locale: se la tua azienda manda in sofferenza 300 famiglie e relativi mutui e non ci sono serie alternative è chiaro che anche le banche ci fanno un pensierino sul chi e come aiutare.
Altre ditte sempre localizzate nella stessa regione a statuto speciale hanno portato i loro bravi libri in tribunale senza parola proferire.

Che talune aziende vengano aiutate comunque succede in tutta Italia... purtroppo il fatto è che l'aiuto consiste sempre e solo in un finanziamento ma il finanziamento da solo risolve una crisi di liquidità creata da una ditta che per un motivo o l'altro non è stata in grado di generare denaro quindi se questa nuova liquidità non serve a cambiare la macchina che sta distruggendo soldi prima o poi si arriverà nuovamente al dunque con anzi ancor più debiti.

per spiegare io non apprezzo queste uscite (citazione da giornale locale):
«Anche perché gli ordini ci sono», spiega Mxxxx Oxxxx, segretario generale xxxxxxx Verona, «manca quel minimo ma indispensabile ossigeno di liquidità necessaria all'acquisto delle materie prime».
A sentire questo Signore mancano dal si al no i soldi per comprare due pannellini di truciolare e non si capisce perchè le banche brutte e cattive o i fornitori non diano ossigneno dato che comunque ci sono gli ordini... poi leggi in fondo all'articolo
xxxxxx spa ha chiuso il 2011 con una perdita di oltre 3,2 milioni e 17,8 milioni di debiti a fronte di un fatturato che supera di poco gli 8,1 milioni.
Allora o questo o non ha visto i bilanci o deve aver vinto il diploma di ragioneria con i punti della Kinder: questa ditta mangia soldi al ritmo di 3,2 Mega di euro all'anno...ogni 100 euro di mobili che vende ne perde 40... solo per accenderla servono almeno 3.2M all'anno...dare soldi solo per comprare materie prime è puro "accanimento terapeutico": bisogna cambiare tutta la struttura che ha generato questo buco nero e non mi sembra una stupidata girare questa frittata visto anche il momento economico.

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 12:34
da qsecofr
mitti ha scritto:.....una delle crisi del sistema capitalista che si presenta a fasi cicliche....sistema alimentato dall'ideologia neoliberista, vi invito a leggere questa bella intervista al prof. gallino ripresa da micromega e pubblicata da gallino http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... o-gallino/
intervento di stampo neo-comunista che condivido pochetto...sembra che il problema sia l'impresa privata al collasso mentre il problema IMHO è che abbiamo uno Stato al collasso del debito che per il passato è stato assistenzialista e sprecone come non mai: ci ritroviamo quindi in un momento storico dove servirebbe l'intervento statale secondo i dettami Keynesiani o quantomeno un rilassamento della pressione fiscale ad essere al contrario stra-tassati con conseguente ulteriore depressione dei consumi. Lui giustamente dice che sarebbe da investire in infrastrutture (scuole ospedali) ma visto che per il passato gli investimenti pubblici in Italia sono stati troppi e gestiti stra-malissimo non vedo come si possa ancora perseguire questa strada.
Questo per quanto concerne l'Italia... all'estero invece il debito (a volte) non è tanto statale ma delle banche private questo comporta qualche differenza ma imho il problema alla fine è simile.

Io alla fine dico che gli incentivi lo Stato farebbe bene a tenerseli che alla fine turbano solo il mercato: però si tenga anche l'aumento dell'IVA che deprime i consumi anche alla sola nomina e pensasse lo Stato di tagliare i suoi tanti rami morti e marci che pesano come macigni sulle ditte e suoi suoi cittadini.

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 13:23
da qsecofr
Peppezi ha scritto:Io comunque distinguerei SEMPRE le notizie giornalistiche che in questi casi purtroppo sono sempre abbastanza affidabili dai "sentito dire". Trovo assolutamente lecito e anzi doveroso informare i consumatori sulla base di dati concreti, sulla base dei rumors direi proprio di no, ammenocchè i rumors non provengano da fonti molto affidabili e a diretto contatto con l'azienda incriminata.
Purtroppo dai rumors che arrivano ci sono diverse aziende piccole e grandi in seria difficoltà, ma essendo notizie distanti dalle realtà di cui parlano evito di parlarne perché farei solo danni.

confermo che in assenza di notizie ufficiali è bene stare zitti perchè le notizie negative vere o false che siano creano danni ulteriori. IMHO i giornali non è che sanno fare un'informazione adeguata e spesso sono scritti da giornalisti spesso incompetenti ed a-critici in materia quindi anche il commento dei giornali spesso è tutto un dire.
i rumors interni al settore purtroppo hanno sempre un fondo di verità ma sono amplificati o ridotti di n volte rispetto alla verità e pertanto sono sempre da prendere con le pinze ed anzi delle volte sono da non prendere proprio.... come detto ci sono tante ditte anche clamorose che in teoria stante alle voci e delle volte stante pure ai bilanci dovrebbero essere chiuse e fallite da 2-3 anni (e senza scherzare) ed invece non chiudono mai...anche se questi "nodi" stanno venendo al pettine... stiamo andando incontro ad un autunno triste.

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 15:38
da mitti
qsecofr ha scritto:
mitti ha scritto:.....una delle crisi del sistema capitalista che si presenta a fasi cicliche....sistema alimentato dall'ideologia neoliberista, vi invito a leggere questa bella intervista al prof. gallino ripresa da micromega e pubblicata da gallino http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... o-gallino/
intervento di stampo neo-comunista che condivido pochetto...sembra che il problema sia l'impresa privata al collasso mentre il problema IMHO è che abbiamo uno Stato al collasso del debito che per il passato è stato assistenzialista e sprecone come non mai: ci ritroviamo quindi in un momento storico dove servirebbe l'intervento statale secondo i dettami Keynesiani o quantomeno un rilassamento della pressione fiscale ad essere al contrario stra-tassati con conseguente ulteriore depressione dei consumi. Lui giustamente dice che sarebbe da investire in infrastrutture (scuole ospedali) ma visto che per il passato gli investimenti pubblici in Italia sono stati troppi e gestiti stra-malissimo non vedo come si possa ancora perseguire questa strada.
Questo per quanto concerne l'Italia... all'estero invece il debito (a volte) non è tanto statale ma delle banche private questo comporta qualche differenza ma imho il problema alla fine è simile.

Io alla fine dico che gli incentivi lo Stato farebbe bene a tenerseli che alla fine turbano solo il mercato: però si tenga anche l'aumento dell'IVA che deprime i consumi anche alla sola nomina e pensasse lo Stato di tagliare i suoi tanti rami morti e marci che pesano come macigni sulle ditte e suoi suoi cittadini.

essere non neo-liberisti non significa necessariamente essere neo-comunisti, Gallino non lo è effettivamente, la critica di Gallino non è all'impresa privata (anzi ha fatto molti lavori sull'impresa responsabile), ma alle politiche economiche di stampo neoliberista che hanno caratterizzato tutti i partiti italiani

inoltre accettare il neo-liberismo e le sue conseguenze solo perchè lo stato di sua natura sarebbe sprecone mi sembra giocare troppo al ribasso, esistono molti esempi di stati che utilizzano in modo molto positivo le tasse fanno investimenti sensati, utilizzano saggemente i fondi europei etc...
la risposta allo stato sprecone non è il neo-liberismo secondo la visione consueta che si è affermata negli ultimi 20 anni, ma per esempio una politica di investimenti 'scientifica' industriale e non, sburacratizzazione attraverso informatizzazione massiccia che servirebbe anche a togliere quel potere discrezionale nei vari apparati burocratici di ogni ordine e grado che poi da luogo a raccomandazioni, tangenti , scambi, corsie preferenziali, ma ci sono moltissimi campi dove si può investire per creare posti di lavoro 'utili per tutti' (non al politico di turno per piazzare farenti e averi voti), ricchezza e liberare risorse

invece così si troviamo con lo stato 'sprecone' e il neoliberismo spinto

Re: La crisi nel settore cucine

Inviato: 15/10/12 16:57
da qsecofr
rileggendo comunque dice un po' quello che dico io: ci vorrebbe appunto l'attuazione delle stesse politiche che hanno traghettato gli stati uniti fuori dalla grande crisi... solo che l'Italia non è uno stato degli USA, solo che entrando nell'euro non possiamo controllare come ci pare il prezzo della moneta (cosa che è permessa a dollaro e sterlina), solo che abbiamo dimostrato che quasi tutto ciò che è controllato dallo stato in italia va abbastanza male ed anche all'estero (vedi stati ex-comunisti) ci sono esperienze simili e quindi non ci sono motivi per pensare che domani possa essere meglio, solo che abbiamo uno stato fortemente indebitato. Quindi bisognerebbe inventarsi un metodo per fare queste riforme keynesiane senza che si verificassero gli sprechi del passato ---> praticamente è meglio se chiamiamo una delegazione svizzera a governarci.