Inviato: 19/05/10 14:03
Certamente, come il cieco senza patente è diventato un classico, anche la guerra ai falsi invalidi è un classico. Da vent’anni a questa parte non c’è governo che non l’abbia quantomeno minacciata. Quanto ai risultati, beh, è un’altra storia. Sul numero dei falsi invalidi c’è una vasta letteratura, ma nessuno lo conosce con esattezza. Nella sua ultima relazione che risale al 2009 l’Inps rivela che su 200 mila invalidi verificati gli «irregolari» sono risultati più del 15%. Pochi, certamente non sono. Anche se il dato va preso con le molle.
Tremonti nota che negli ultimi nove anni, durante i quali il centrodestra ha governato per sette, la spesa per le pensioni di invalidità sarebbe salita da 6 a 16 miliardi. La colpa sarebbe della riforma del titolo quinto della Costituzione che «ha dato alle Regioni potere di spesa ma non di presa». Vero. Ma sul fatto che le pensioni d’invalidità siano in molti casi una forma di assistenzialismo clientelare che nessun governo ha mai voluto davvero estirpare, non ci sono dubbi. Prova ne sia il fatto che è stato sufficiente accentrare le procedure all’Inps, come si è appena fatto, per veder crollare le domande del 58% nei primi due mesi di quest’anno.
Anche perché i numeri sono sempre stati sotto gli occhi di tutti. Era forse un mistero che le pensioni d’invalidità crescevano a un ritmo di 20-30 mila l’anno, passando da 672.248 a 832.566 dal 2002 al 2009? Ed era un fatto sconosciuto che mentre le pensioni aumentavano in otto anni del 23,8%, il numero delle indennità di accompagnamento, che rappresenterebbero 12 dei 16 miliardi di spesa, lievitava del 64,9%? Ancora: nessuno si era accorto che in Sicilia, Regione sempre governata dal centrodestra, c’è un invalido civile ogni 51 abitanti, più del doppio della Lombardia, altra Regione di centrodestra, dove le pensioni di inabilità sono una ogni 104 residenti? E che in Campania, per dieci anni amministrata dal centrosinistra, sono ancora più numerose: una ogni 46 abitanti? Esattamente come in Calabria, dove centrodestra e centrosinistra si sono spartite l’ultimo decennio? Va detto che parte di questa differenza si spiega con la differenza del tenore di vita nelle diverse aree geografiche: la pensione di invalidità è legata infatti al reddito. Si spiega in parte così perché a Napoli ci sia una pensione d’invalidità ogni 41 cittadini contro i 115 di Lodi o i 117 di Varese. Ma solo in parte. Perché anche le indennità di accompagnamento, che invece non sono legate al reddito, sono decisamente più numerose al Sud. In Campania ne viene erogata una ogni 28 abitanti, a fronte di una ogni 40 residenti in Lombardia.
I falsi invalidi si preoccupino, ma Tremonti si prepari: non sarà facile. Come dimostrano le 350 mila cause (su 832 mila pensionati) che l’Inps ha ancora in ballo. E se non sarà facile la battaglia contro i finti ciechi, figuriamoci quella contro l’evasione fiscale. Una piaga storica, contro la quale hanno puntato il dito, anche di recente, l’Agenzia delle entrate e la Guardia di Finanza, già nota ai tempi dell’imperatore Adriano, abilissimo politico che appena incoronato regalò ai cittadini romani il primo, colossale condono fiscale tombale. In seguito ci siamo poi evoluti: visto che in un solo anno siamo riusciti anche a farne 12, di sanatorie. Una piaga endemica, testimoniata da alcune (apparenti?) assurdità statistiche, come il fatto che i gioiellieri dichiaravano al Fisco, fino a qualche anno fa, non soltanto meno dei falegnami, ma anche meno dei loro stessi dipendenti. Una piaga che non è mai stata curata e si è sparsa a macchia d’olio nell’organismo della Nazione: i redditi sottratti al Fisco sono stimati in 300 miliardi di euro l’anno, per oltre 100 miliardi di euro di imposte evase. Una somma che consentirebbe a tutti di dormire fra due guanciali, nonostante l’enorme debito pubblico. A patto che sia recuperata. Ma è una parola. Inevitabile chiedersi se fra i «veri evasori» i quali adesso dovrebbero «preoccuparsi » ci sono anche i beneficiari dello scudo fiscale, che appena qualche mese fa ha consentito a chi ha esportato illegalmente capitali di regolarizzarli pagando appena il 5%.
http://www.corriere.it/economia/10_magg ... aabe.shtml
Tremonti nota che negli ultimi nove anni, durante i quali il centrodestra ha governato per sette, la spesa per le pensioni di invalidità sarebbe salita da 6 a 16 miliardi. La colpa sarebbe della riforma del titolo quinto della Costituzione che «ha dato alle Regioni potere di spesa ma non di presa». Vero. Ma sul fatto che le pensioni d’invalidità siano in molti casi una forma di assistenzialismo clientelare che nessun governo ha mai voluto davvero estirpare, non ci sono dubbi. Prova ne sia il fatto che è stato sufficiente accentrare le procedure all’Inps, come si è appena fatto, per veder crollare le domande del 58% nei primi due mesi di quest’anno.
Anche perché i numeri sono sempre stati sotto gli occhi di tutti. Era forse un mistero che le pensioni d’invalidità crescevano a un ritmo di 20-30 mila l’anno, passando da 672.248 a 832.566 dal 2002 al 2009? Ed era un fatto sconosciuto che mentre le pensioni aumentavano in otto anni del 23,8%, il numero delle indennità di accompagnamento, che rappresenterebbero 12 dei 16 miliardi di spesa, lievitava del 64,9%? Ancora: nessuno si era accorto che in Sicilia, Regione sempre governata dal centrodestra, c’è un invalido civile ogni 51 abitanti, più del doppio della Lombardia, altra Regione di centrodestra, dove le pensioni di inabilità sono una ogni 104 residenti? E che in Campania, per dieci anni amministrata dal centrosinistra, sono ancora più numerose: una ogni 46 abitanti? Esattamente come in Calabria, dove centrodestra e centrosinistra si sono spartite l’ultimo decennio? Va detto che parte di questa differenza si spiega con la differenza del tenore di vita nelle diverse aree geografiche: la pensione di invalidità è legata infatti al reddito. Si spiega in parte così perché a Napoli ci sia una pensione d’invalidità ogni 41 cittadini contro i 115 di Lodi o i 117 di Varese. Ma solo in parte. Perché anche le indennità di accompagnamento, che invece non sono legate al reddito, sono decisamente più numerose al Sud. In Campania ne viene erogata una ogni 28 abitanti, a fronte di una ogni 40 residenti in Lombardia.
I falsi invalidi si preoccupino, ma Tremonti si prepari: non sarà facile. Come dimostrano le 350 mila cause (su 832 mila pensionati) che l’Inps ha ancora in ballo. E se non sarà facile la battaglia contro i finti ciechi, figuriamoci quella contro l’evasione fiscale. Una piaga storica, contro la quale hanno puntato il dito, anche di recente, l’Agenzia delle entrate e la Guardia di Finanza, già nota ai tempi dell’imperatore Adriano, abilissimo politico che appena incoronato regalò ai cittadini romani il primo, colossale condono fiscale tombale. In seguito ci siamo poi evoluti: visto che in un solo anno siamo riusciti anche a farne 12, di sanatorie. Una piaga endemica, testimoniata da alcune (apparenti?) assurdità statistiche, come il fatto che i gioiellieri dichiaravano al Fisco, fino a qualche anno fa, non soltanto meno dei falegnami, ma anche meno dei loro stessi dipendenti. Una piaga che non è mai stata curata e si è sparsa a macchia d’olio nell’organismo della Nazione: i redditi sottratti al Fisco sono stimati in 300 miliardi di euro l’anno, per oltre 100 miliardi di euro di imposte evase. Una somma che consentirebbe a tutti di dormire fra due guanciali, nonostante l’enorme debito pubblico. A patto che sia recuperata. Ma è una parola. Inevitabile chiedersi se fra i «veri evasori» i quali adesso dovrebbero «preoccuparsi » ci sono anche i beneficiari dello scudo fiscale, che appena qualche mese fa ha consentito a chi ha esportato illegalmente capitali di regolarizzarli pagando appena il 5%.
http://www.corriere.it/economia/10_magg ... aabe.shtml