Non so se interessa ancora...
Ormai l'ho scritto
(a dire il vero ho iniziato anche il successivo)
3^ episodio - Rivisitazione Eastbound & Down - nuova serie
Meno 15.
Mentre la renderista Lietta, momentaneamente dimentica del suo beneamato (ndr: Mr. Ikea), lavorava alacremente e proficuamente ad ambientare il rosabarocco70's, chi si trovava in seria difficoltà era proprio l'avversario, il team del Peppezi, scaraventato nel secolo scorso e condannato ad annaspare nella fiumana di cucine ormai fané.
Immagini su immagini, dal web, da antiche riviste religiosamente custodite, da foto di famiglia con persone sorridenti - scaltro suggerimento di Cla56, tra una sigaretta e l'altra - tutte cucine piene zeppe di oggetti in
ordine sparso, ovvero
disordine creativo, tra cui spiccavano i mattarelli in legno di palosanto per fare la sfoglia (e per minacciare i mariti ....aehm ... ) nonché grandi pentole, molto care a Peppezi, in lucido rame. Ecosostenibile e riciclabile, si capisce. E a rischio furto, attenzione!
dice il saggio. Ma... soprassediamo.
Un punto interrogativo rimaneva la chiap... ops,
cappa (Coloors! Colpa tua!

), inspiegabilmente invisibile: considerato che le antiche immagini non potevano certamente essere photoshoppate, dove mai era stata allocata? Così in alto da sfondare l'inquadratura??
No, no, la soluzione era l'uovo di Colombo: la cappa all'epoca non si utilizzava, stop (Difra dixit).
Il che permetteva di liquidare in un sol colpo (pseudo)problemi di:
sicurezza=>zero
rischio incendio,
logistica =>più contenimento,
estetica=>niente tubi a vista,
budget=>solo per i consumatori finali, ovvio!
Certo, eliminare la cappa dall'ambientazione fieristica non poteva essere l'ideale, soprattutto perché, quand'anche la sua assenza fosse passata inosservata agli ospiti stord... ehm,
meno pignoli, tuttavia l'investimento monetario da parte dell'azienda, ormai orientata alla promozione delle nuove tecnologie..... (b)
ioniche da Casaclima A elevato alla 'n', era troppo consistente per non essere adeguatamente e concretamente rappresentato, pena l'istantanea revoca, con addebito di spese, degli accordi commerciali faticosamente raggiunti con le aziende di elettrodomestici.
Peppezi dunque, con mossa autoritaria, consona al suo stile, decise democraticamente per tutti: la cappa sarebbe stata turbofiltroaspirante, ai carboni attivi, passivi e riflessivi, montata ad esatti cm 65 virgola zerozero calcolati dal bordo superiore della griglia rigorosamente in ghisa, nonché astutamente nascosta in un pensile con nodi e venature in bellavista, riportante sull'anta una strana fogliolina.
Messa lì non certo a far graziosamente pendant con lo stile natural wood (come io e Rouge

avremmo romanticamente pensato), bensì per segnalare la presenza della succitata tecnologia
ionica (da "ioni", non da Mar Ionio, nel caso di dubbio pervicace si prega di fare riferimento all'immagine esplicativa di seguito mostrata).
Stabilita la cappa, l'altro importante elettrodomestico da inserire era il piano cottura.
E vi pare poco.
Escluso il piano ad induzione, leggermente .... come dire ..... avverinistico per una cucina vintage-pesante, scartato il piano in vetro (o era cristallo?), accertata causa di
infarti 
quando prima o poi sarebbe esploso (più prima che poi), non rimaneva che il caro buon vecchio acciaio.
Lucido? Graffiato? Usato? Pieno di calcare?
Per ognuna di queste evenienze, il quasi-santo-subito Qsecofr
aveva già trovato il rimedio adatto.
Dunque, era deciso. Sospiro di sollievo.
(nella foto, Qsecofr del team rivale ha appena individuato un particolare tipo di acciaio resistente all'incuria più estrema)