Berlusconi ("Cesare") sotto ricatto
http://www.unita.it/news/italia/101217/ ... to_ricatto
Sappia il presidente che io non mi fermo. Racconterò da agosto 2007 sino ad oggi che è successo. Non faccio la fine della puttana di Bari». Il 23 gennaio scorso Ernesto Sica era sindaco di Pontecagnano. Tramontata la candidatura di Nicola Cosentino, per cui si era speso nella realizzazione del falso dossier trans con cui “azzoppare” la candidatura di Stefano Caldoro, Sica era corso a Roma a “fare il pazzo” nell’ufficio del coordinatore del Pdl Denis Verdini chiedendo per sé l’investitura nella corsa a Palazzo Santa Lucia.
Con una minaccia esplicita: «racconterò da agosto 2007 sino ad oggi che cosa è successo».
Un modo per non finire come Patrizia D’Addario, la escort finita nel lettone di Putin a Palazzo Grazioli sognando un intervento del presidente Berlusconi per sbloccare la concessione edilizia di un residence.
Silvio non fece nulla e Patrizia, forse non soddisfatta dalla candidatura al Comune di Bari in una lista di centrodestra, decise di raccontare tutto. «Non finirò come la puttana di Bari», ringhia parlando al telefono con Arcangelo Martino Sica. A cui il neo governatore Caldoro, guarda caso, poi trovò
uno strapuntino nella sua giunta (assessore all’Avvocatura, una carica degna del «ministero al nulla» di Aldo Brancher) dopo la calda raccomandazione di Berlusconi. Da parte sua Caldoro nemmeno sapeva chi fosse questo rampante ex margheritino di rito diniano che, attraverso amicizie nel bel mondo, incrociò sulla sua strada Paolo e Silvio Berlusconi in un’estate sarda. Quella del 2007, appunto, quella della folgorazione sulla strada di Arcore. Fatto è che, diventato assessore (si è dimesso dopo lo scandalo), Sica ha riposto nel cassetto le minacce di raccontare qualcosa. Cosa fosse, forse non lo sapremo mai. Ma è facile presumere si trattasse di argomenti convincenti.
La cosa strana è che la storia di Sica, con le debite proporzioni, ricorda quella di Gianpi Tarantini.
Amici che si danno da fare per il Cesare, che ritornano e che forse presentano il conto. «Quelli li ho nelle mani io» disse di Berlusconi e Previti Totò Riina, secondo il racconto di Salvatore Cancemi. Viene da chiedersi, quanti altri lo tengono in mano a questo punto...
14 luglio 2010