Tra i puffi corrono due anni precisi, e il processo di elaborazione e accettazione da parte di Lorenzo verso Riccardo è tuttora in corso.
I primi tempi non voleva che prendessimo in braccio il fratellino. Ricordo che alla prima poppata appena tornati dall'ospedale Lorenzo è scoppiato in lacrime e mi ha strillato "Mamma, bimbo giù!"
In vece, da quando Riccardo ha cominciato a gattonare/camminare, invadendo i suoui spazi, prendendo i suoi giochi, eccetera, sono cominciati i litigi e le botte

Soprattutto gli dà calci e gli sbatte i giochi in testa

E sembra non ci sia verso di fargli capire che gli fa male

Il piccolo ora comincia anche a restutirgliene qualcuna, magari è la soluzione migliore

A fianco a questi comportamenti aggrssivi c'è anche una crescente tendenza all'imitazione: ora che il fratellino ha imparato a dare i bacini, ha iniziato a volerli dare anche lui (mai fatto in vita sua); se facciamo uno scherzo o un versetto a Riccardo lui subito dice "anche a me"; se Riccardo è sul lettone a giocare, ci sale anche lui; se Riccardo beve dal mio bicchiere vuole farlo anche lui (l'unica cosa in cui non lo imita è il cibo, mannaggia alla miseria

), eccetera.
A me, fin qui, è sembrato tutto abbastanza normale, anche se ovviamente sto sempre all'erta per evitare che si facciano male seriamente. Cerco sempre di rassicuararlo sul fatto che gli voglio bene, e di passare un po' di tempo in esclusiva con lui, oltre che con tutti e due insieme. Negli ultimi giorni si è reimpossessato di tutti i peluche che aveva da piccolo, li porta tutti a letto con sè e si addormenta abbracciandoli, perciò credo che abbia proprio bisogno di manifestazioni di affetto da parte nostra e sto cercando di assecondarlo perchè si senta sicuro.
Comunque al fratellino vuole bene. Gli spiega le cose ("Vedi Ricky si fa così"

), quando si alza chiede dov'è, si preoccupa quando sta male, nei momenti di particolare slancio gli dice anche "Ti voglio tanto bene" e lo abbraccia.
Secondo me, nei momenti aggressivi non c'è altro da fare che tenerli fisicamente lontani. Il resto (l'affetto, la condivisione, la consapevolezza che mamma e papà gli vogliono sempre bene, eccetera) lo elaborano nel tempo attraverso l'osservazione dei nostri comportamenti. E' un lavoro sul lungo termine, insomma.