certe volte penso che se michelangelo si fosse preoccupato di rispettare la tradizione oggi non avremmo la cappella sistina.
Ribadisco il mio pensiero già espresso in altre occasioni. La fobia per tutto ciò che è contemporaneo accostato alle antichità (non necessariamente di pregio storico molto spesso) è frutto del fatto che la contemporaneità ha spesso avuto poco da dire disabituando l'occhio al nuovo. Così si conserva il vecchio a tutti i costi e spesso anche rinnegando la storia (costruire un ponte settecentesco nel 3 millennio mi sembra come le surreali messinscene che faceva Kean delle opere di shakespeare, riproducendo "fedelmente" -secondo lui- la scena romana nell'800 vittoriano, dimenticando che anche i drammi storici shakespeariani al tempo di shakespeare si erano recitati in costumi elisabettiani). Alla faccia della ricostruzione filologica.
Gli antichi non si sono mai preoccupati di radere al suolo anche la storia per ricostruire una nuova storia.
Io credo che proprio la fobia del nuovo sia il sintomo della notte dei nostri tempi.
PS devo convincere l'amministrazione comunale della mia città ad abbattere la strutture aggettante del settecento chiaramente posticcia sul nostro castello aragonese. Che scempio!!!
