betty_boop ha scritto:penso che per lui il paracadutismo fosse una grande passione, non credo lo facesse per sfidare la morte, quindi non mi sento di condannarlo per questo.
Intendiamoci, nemmeno io condanno nessuno, ma non riesco a capire questo ostinarsi a non voler chiamare le cose con il loro nome... quello che da fascino agli sport estremi e' la sfida alla vita/morte, e basta. Ovvio che poi uno spera di vincere. Ma cio' che e' esaltante e' il batticuore/scarica di adrenalina, dato dalla paura. Paura di che? Della morte, a me pare ovvio.
Uno lancia una sfida, e quindi mette in conto di poter vincere o perdere.
Ovviamente il rischio della morte e' insito nel fatto stesso di vivere, ogni attivita' umana comporta questo rischio. Anche bere un bicchiere d'acqua, per estremizzare. Ma gli altri sono rischi collaterali a un certo scopo(bevo perche' ho sete, non per sfidare la morte, guido per spostarmi, ecc...) mentre in sport di un certo tipo la sfida alla morte
e' lo scopo.
Quindi, ripeto, e' messo in conto. Sicuramente e' piu' riprovevole chi ha una guida pericolosa, che mette in pericolo altri, piuttosto che chi pratica un certo sport giocando solo la propria incolumita' e assumendosi i propri rischi.