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Re: Ciao Marco

Inviato: 26/10/11 16:11
da samantha.l
paprina ha scritto:si lore quasi sicuramente è morto sul colpo........ma caxxo gli è caduta dalla barella........il viedeo è agghiacciante!!!

L'ho visto anche io quel video ed ero davvero basita, il padre fino a che non è arrivato lì dicevano nel filmato non aveva capito che il corpo fermo sull'asfalto era quello di suo figlio, ma ha capito che era morto per la dinamica dell'incidente e per il fatto che gli fosse stato strappato via il casco, ragazze a me vengono le lacrime ogni volta che leggo un articolo su di lui o che vedo un filmato.

Ieri avrei stangato la panicucci che ha asserito che Vale Rossi era distaccato all'aeroporto nel rispondere alle domande, e che le pareva una reazione strana, ma gli hanno fatto delle domande di m. Tipo :"ma come ti senti, sei dispiaciuto?" "ti mancherà'", ecchecavolo lui giustamente li ha guardati come fossero dei marziani e ha fatto un sorrisino come per dire "ma secondo te cosa ti devo rispondere"

Re: Ciao Marco

Inviato: 26/10/11 16:25
da simo19691
vabbè, la Panicucci :? ................

io oggi non ho trattenuto le lacrime quando ho sentito parlare la mamma (che ad un certo punto nonostante sorridesse aveva la voce incrinata dal pianto) e il papà quando ha detto che da domani, quando resteranno soli, inizierà il vero dolore :|

Re: Ciao Marco

Inviato: 26/10/11 17:09
da bubu
paprina ha scritto:ho visto ieri matrix, c'era l ospeciale sul sic.

la madre e il padre sono due persone fantastiche, idem la fidanzata........che mi ha straziato quando ha detto"se tutto va bene mi restano ancora70 annida vivere, e son tantissimi senza di lui"
Quoto!
Persone straordinarie...

Re: Ciao Marco

Inviato: 26/10/11 17:43
da iale
concordo nei commenti sui genitori di marco... belle persone che hanno fatto un ottimo lavoro con il loro ragazzo...

io ci sono rimasta davvero male, faccio fatica a guardare i servizi in tv perchè immancabilmente scoppio a piangere... a volte mi sento assurda perchè in fondo non lo conoscevo, ma che ci posso fare? mi sembrava una persona così simpatica, genuina e i commenti di chi lo conosceva me l'hanno confermato...


in compenso mi sono imbestialita + volte per il livello di ignoranza raggiunta da certi "giornalisti": come si fa a fare certe domande? come si fa ad insinuare che sia colpa degli altri piloti? che schifo... :evil:

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 14:46
da Andrea
Pr chi non lo sapesse sul sito della gazzetta è possibile assistere alla diretta dei funerali.

http://www.gazzetta.it/index.shtml?refresh_ce#" onclick="window.open(this.href);return false;

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 14:57
da bubu
Sto guardando in tv....che fiume di gente, davvero commovente.... :(

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 15:01
da paprina
cavolo allora è proprio vero, non ci sei più!

ciao super Sic.
Spero che lassù avrai piste infinite!

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 16:50
da Andrea
Ciao!

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 16:58
da Lightblue
Che forza sta avendo la tua famiglia...e quanta gente a sostenervi!

Ciao Sic!

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 17:08
da samantha.l
Niente da fare groppone continuo...


Credo che la famiglia ancora non stia del tutto realizzando, ma dopo il funerale si sentiranno più soli .... :cry:

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 17:11
da Andrea
samantha.l ha scritto:Niente da fare groppone continuo...


Credo che la famiglia ancora non stia del tutto realizzando, ma dopo il funerale si sentiranno più soli .... :cry:
purtroppo o xfortuna sarà così!

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 17:21
da Lightblue
c ho pensato anch io...

mi auguro non li lascino soli...

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 18:15
da piritunzi
Anche io continuo a piangere come una scema ogni volta che ci sono servizi su di lui in tv, eccheddevofà?

Ciao Sic.

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 22:55
da Andrea
Claudio Costa un dottore poeta!

Al crepuscolo di questa domenica piena di dolore il mio sogno vorrebbe disperatamente che un piccolo frammento di stella dal nome Marco Simoncelli non venisse spazzato via.

Destino crudele, perché minacci il mio sogno? Cosa posso sperare? E sperare di fare che cosa, al di là delle lacrime per la fanciullezza perduta e al di là dell’angoscia nuda del dolore, sempre più insopportabile perché mi fa sentire impotente e colpevole di non averti stretto fra le mie braccia? Nulla. Quando il destino bussa alla porta proviamo la terribile sensazione di essere impotenti.

Il giovane campione di nome Marco se n’è andato con il tramonto del sole della Malesia e il suo andare è stato un rumore di vita, il rumore gioioso che Marco ci ha sempre regalato.

Il rumore dell’intervista che Marco mi ha rilasciato al Mugello nel mese di luglio mentre veniva massaggiato dal suo fidato fisioterapista.

Quel giorno, all’inizio dell’intervista, avrei voluto rivolgermi ad un antico cavaliere e lui mi ha detto: “Diobò! Sono solo un lesto ragazzo con una folta capigliatura gradito a tanti, amato dalla sua ragazza e dai suoi genitori.”

Il massaggio continua, la sua pelle viene accarezzata da mani esperte che scivolano sul suo atletico corpo e mi allontano un poco per rispettare quel rituale.

Con commozione riporto la conclusione dell’intervista che gli avevo fatto per il libro che sto scrivendo e che con tutto il mio affetto gli dedicherò. Ecco le ultime domande.

…dottorcosta: “Cosa pensi del dolore?”
Marco: “ Non mi piace. Ma lo sopporto. E’ inutile lamentarsi. Lo sopporto in silenzio. Diobò è meglio così”.
dottorcosta: “Cosa pensi del dolore dell’ anima?”
Marco: “È brutto, tanto brutto, ma dopo lo sconforto che deriva da questa cosa brutta, mi viene come una carica. Mi sento meglio e guido meglio la moto”
dottorcosta: “Quando corri contro chi corri?”
Marco: “Mi verrebbe da dire per battere gli altri. Poche pugnette non voglio stare dietro. Poi, se ci penso ti dico che corro perché provo una sensazione unica, non te lo so spiegare, ma è qualcosa di speciale, nascosto dentro di me”.
dottorcosta: “Perché hai i capelli lunghi?”
Marco: “Mi piacciono, non mi fanno sentire normale, mi fanno sentire particolare, me stesso, unico”.
dottorcosta: “Ti senti solo?”
Marco: “No! No! C’è la mia famiglia, la mia morosa i miei amici che godono dei miei successi, c’è la clinica mobile che mi aiuta nei momenti difficili. Sento quanto bene c’è attorno a me, tanto di quel bene che mi scalda”.

Il massaggio è finito, l’intervista è finita.

Il padre Paolo e la graziosa morosa di Marco hanno ascoltato compiaciuti.

Io ringrazio, con una carezza, uno dei miei piloti preferiti e gli racconto una mia riflessione: “Quando in questo campionato sei caduto e sei caduto tante volte molti ti hanno criticato, giudizi diabolici, ingiusti, invidiosi.

Molti hanno addirittura preteso d’insegnarti ad andare in moto.

Alcuni hanno vivamente consigliato di dirti di stare tranquillo, di consigliarti la prudenza.

Ti ricordi, invece, cosa ti ho detto? Ti ho confessato che il collettivo, abbaiando contro l’umanità, ha dimenticato, forse perché non lo può ricordare, quando ha iniziato a camminare. Si cade, ci si rialza, si torna a cadere, ci si rialza di nuovo e spesso si ritorna a cadere. Tutto questo accompagnati dal sorriso della madre che ci consola e ci incita a perseverare, senza nessun accenno di rimprovero.

Poi tutti abbiamo imparato a camminare spediti, ma pochi sono riusciti a percorrere il sentiero che porta alle vette della vita, perché la salita era troppo ardua e faticosa. Perché criticarli? Non sono già severamente puniti dal loro insuccesso?

Invece tu, caro Marco, non solo salirai i gradini della vetta della vita, ma anche quelli del podio, dove come premio non c’è la coppa, ma il riconoscimento della tua forza di aver guardato in faccia alla Morte e sconfiggerla.”

Ora la mia profezia si è avverata. Sei salito sul podio della Cecoslovacchia e dell’Australia. Oggi in Malesia hai guardato in faccia la Morte. E mentre ti stava avvolgendo con il suo nero mantello gli hai detto: “Diobò, ma non vedi che io non sono umano, perché io sono i miei sogni e con il mio talento sono il pane degli Dei che tu non potrai mai toccare? Non ti accorgi che rubi solo il mio corpo? Al contrario, il mio sorriso, la mia bontà, la mia simpatia rimarranno per sempre nel cuore di tutti. Per sempre. Non vedi che nello scacco che ti ho dato le lacrime si stanno per trasformare in ebbrezza? Ci metteranno un po’ di tempo, ma io credo molto in questo miracolo, specialmente per la mia famiglia e la mia ragazza. Questa è la mia vittoria nel Gran Premio della Malesia durato due giri.”

Chi nello sport, inseguendo i suoi sogni, insegue contemporaneamente la sua tragedia, esce dal mondo della umanità per entrare nel mondo del divino, cruento, violento, ma pur sempre divino.

Chi muore inseguendo un sogno sorride alla morte e il sorriso cancella qualsiasi violenza.

L’alpinista sorride alla vertigine dell’altezza, il subacqueo sorride all’inquietudine degli abissi, il motociclista sorride all’ebbrezza della velocità.

Lo sport è il palcoscenico, dove il corpo e la mente celebrano la loro potenza in quella fase della vita che è la gioventù.

Nel motociclismo il gesto del pilota è esaltato dal rischio, un filo sottilissimo che separa, nel grigiore dell’asfalto, la vita dalla Morte.

Un tenue confine tracciato dal pericolo, dove la vita, per cercare la vittoria, si spinge fino al brivido del suo eccesso.

Oggi, Marco, hai provato quel brivido. Ti voglio bene. E non ti dimenticherò mai.

claudio marcello costa, clinica mobile (volutamente in minuscolo).

Re: Ciao Marco

Inviato: 27/10/11 23:42
da samantha.l
Andrea uffa... di nuovo groppone :roll: :roll: