Scusate, scrivo di getto ma ho letto tutto.
Ma.... nessuna di voi ha avuto mai a che fare con mamme che lavorano e "potendoselo permettere" hanno "scelto" di mettere al mondo un bambino disabile?
Caspita, persino la Mattel si è resa conto che era ora di mettere in commercio la Barbie-handicap che fa tendenza e voi neanche un accenno?
In che "corsia preferenziale" le facciamo correre in azienda queste poracce di macchinette a forma di donna che arrancano arrancano.... che ppalle! altro che vomitino queste! Bisogna pure sorbirsi quegli occhi da animale in cattività.... hai voglia a sfuggire da certi sguardi!
Vero rana? Tu che sei insegnante d'"educazione artistica" promotrice d'arte e bellezza, umanità ed espressione, arte del vivere e del vivere ad arte ... no, non esattamente quella del riciclo delle bottiglie di plastica, quella creatività domestica per sopravvivere fisicamente e psicologicamente alle varie intemperie. Tu che conosci un sacco di genitori e bambini e nonni felici e/o stressati.... tu che la sai lunga del mondo della scuola...ops...scusa... di quella "friggitoria" dove si regalano stipendi uguali sia agli insegnanti impegnati a friggere che a quelli che, con la puzza al naso, si defilano dai cattivi odori?
Hai qualche allievo disabile tu? Conosci la loro mamma? L'hai guardata mai in faccia all'uscita da scuola? O l'hai abilmnte scansata pure lei....
Se l'hai fatto, peccato! Hai perso un'occasione per capire che l'arte, quella con la A maiuscola è il motore di una creatività che può insegnare non solo a lavorare felicemente per allevare figli felici ma a rendere indispensabili una cosa per l'altra.
Provate a chiudervi in casa a tirare la sfoglia con un bambino disabile che vi guarda e un marito (quale, quel fidanzato meraviglioso pieno di premure per me????) che taglia la corda a gambe levate e semplicemente vi molla lì col vostro fardello. Provate ad immaginare anche solo per 5 minuti se quel bambino ha bisogno di una madre che gli fa tagliatelle o di una che nel mondo lo porta con sè, e gli insegna a lavorare, a guardare in alto, ad essere autonomo e indipendente, a puntare su ciò che sa fare e che è tanto bello ciò che sa fare.... altro che tagliatelle!
Io sono una di queste mamme, fiera di esserlo. Mantengo me stessa e mio figlio con un lavoro che amo come mio figlio. Se non avessi entrambe le cose la mia vita sarebbe destinata alla tristezza. E invece no. Ho 50 anni (sono morta dal ridere sulle vostre visioni degli 'anta

Vi porterei una mattina con me a vedere cosa si fa ancora alla nostra età

) , faccio l'attrice e insegno teatro da trentanni e guadagno poco ma tanto per questo mestiere e fra una cosa e l'altra riesco ogni tanto ad insinuare nella gente il sospetto che la diversità è
nostra figlia e che i veri matti... e matte... sono le barbie e i ken che hanno paura di crescere.
Rinunciate a tutto, ragazze, ma non rinunciate MAI all' indipendenza economica, etica e artistica della vostra vita. Parola di zia!
