mauchia ha scritto:chiaretta ha scritto:ho letto solo ora. Gli estremi del mobbing non ce li vedo.
Io appena ho letto ho pensato che fosse mobbing. In base a cosa dici che non ci sono gli estremi? Sicuramente ne sai più di me in materia quindi mi interessa molto il tuo punto di vista

Ecco l’arida azzeccagarbugli! scusate, oggi ho lavorato

DOVEROSA PREMESSA: non parlo del “lato umano” e neanche dello specifico caso concreto (perché non posso: mancano dati, andrebbero esaminati documenti, approfondite situazioni, svolte verifiche)… Cerco solo di condensare al massimo, semplificando molto, cosa si intende oggi per mobbing.
Mancano definizioni normative specifiche (ma ci sono riferimenti generali sia nella costituzione sia nel codice civile, ad es. l’art. 2087 c.c. impone espressamente al datore di lavoro di tutelare l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore dipendente).
Ne consegue una grande genericità ed indeterminatezza degli elementi costitutivi, e la giurisprudenza in materia si è sbizzarrita (distinguendo tra mobbing verticale, orizzontale, “verso l’alto”… e poi bossing, demansionamento…).
In generale, per mobbing si intendono tutti quei comportamenti violenti che si verificano sul posto di lavoro attraverso atti, parole, gesti, scritti vessatori, persecutori, intenzionali e comunque lesivi dei valori di dignità di personalità umana e professionale, che arrecano offesa alla dignità e integrità psico-fisica di una persona fino a metterne in pericolo l'impiego e/o la salute.
Gli elementi costitutivi che la giurisprudenza richiede (sussistenti e provati) perché si possa parlare di mobbing sono (in estrema sintesi: considerate che ogni caso è a sé, e che ogni elemento va calibrato in base all’intensità e alla durata dei singoli atti):
- elemento oggettivo: una serie di atti persecutori e vessatori posti in essere dal capo o dai colleghi (mobbing orizzontale) ai danni della “vittima”, ad es.: ai rimproveri perché lavori male, magari urlati di fronte a tutti, seguono contestazioni disciplinari e sanzioni, reiterate nel tempo e sempre più gravi, fino al licenziamento; ti caricano di lavoro; ti demansionano; ti obbligano a fare più straordinari del massimo previsto dalla legge o dal contratto; non te li pagano; ti trasferiscono/obbligano a fare trasferte senza motivo; se stai a casa malata ti inondano di visite del medico fiscale; non ti danno aumenti quando li chiedi, o gratifiche / premi produzione quando li meriti…
- elemento temporale: la condotta vessatoria può non essere continuativa (esercitata tutti i giorni) ma deve essere “frequente”, c’è chi dice almeno una volta a settimana, e protratta per un periodo di tempo non inferiore ai 6 mesi.
- elemento soggettivo (dei mobbizzatori): è richiesta la compresenza della CONSAPEVOLEZZA, volontarietà ed INTENZIONALITA’ della condotta lesiva, finalizzata ad estromettere il lavoratore mobbizzato dall’azienda (licenziarlo, costringerlo a rassegnare le dimissioni o ad accettare la risoluzione del rapporto).
- elemento soggettivo (della vittima): disturbi psicosomatici anche gravi sorti a seguito del mobbing subito (vastissima casistica, depressione, cura con psicofarmaci, si arriva anche al suicidio).
Venendo al caso concreto, ci sono stati sicuramente (o cmq, sono stati percepiti come tali) episodi di isolamento sociale, attacchi alla vita privata e professionale tramite violenza verbale. Boo si è sentita non valorizzata e non utilizzata per le sue reali capacità, arrivando a percepire un rifiuto, effettivo o virtuale, dal contesto lavorativo. Ma più per problemi di natura personale che lavorativa, a quanto ho capito.
Secondo me, gli episodi che ha descritto Boo non bastano per parlare di mobbing: manca in primo luogo l’elemento soggettivo (la volontarietà della condotta lesiva, e finalizzata all’estromissione del lavoratore). Il fatto che ti ignorino/non si interessino della tua vita privata nulla c’entra col tuo lavoro, e non mi sembra vogliano mandarti via... Il fatto che non ti gratifichino o non valorizzino le tue capacità professionali, purtroppo, succede spessissimo, ma non è un illecito, se considerato da solo. Infine, mi sembra che la situazione non sia andata peggiorando, ma sia stata sempre così, fin da quando Boo è arrivata a lavorare da loro…
Poi oh, prendetela con le pinze e in linea molto generale: se il diritto fosse una scienza esatta, l’interpretazione dei fatti sarebbe univoca e non ci sarebbe bisogno di avvocati
