Forum Arredamento.it

http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ef=HREC1-2

Sputeremo ancora nel piatto in cui da oggi molte famiglie italiane mangeranno!?

Al di là dei fautori e dei detrattori di Ikea, credo che da oggi dobbiamo tutti diventare sostenitori di questo marchio, visto che porterà in Italia un volume d'affari di circa 1 Milardo di euro all'anno e che risolleverà probabilmente buona parte dell'indotto!!! Per una volta, almeno a sensazione, sono contento del fatto che un marchio straniero investa in Italia, visto che di solito ci sfruttano e cannibalizzano e basta!

Voi che ne pensate?

ciao Giramondo,
la notizia che hai postato mi fa molto piacere. Per i lavoratori e per l'indotto soprattutto, spero che questa controtendenza investa presto anche altri rami produttivi e porti sicurezza e qualità nel lavoro.
Sono stata proprio questo sabato all'Ikea per dare un'occhiata approfondita alle cucine. Devo dire che sono rimasta molto delusa, però questo è un tema che esula da questo topic.

quiklip ha scritto:ciao Giramondo,
la notizia che hai postato mi fa molto piacere. Per i lavoratori e per l'indotto soprattutto, spero che questa controtendenza investa presto anche altri rami produttivi e porti sicurezza e qualità nel lavoro.
Sono stata proprio questo sabato all'Ikea per dare un'occhiata approfondita alle cucine. Devo dire che sono rimasta molto delusa, però questo è un tema che esula da questo topic.

ti quoto in pieno! io ci sono stata stamattina sperando di potermi ricredere sulle cucine, invece sono davvero deludenti
Però per il resto sono davvero contenta di sapere che qualcuno finalmente sceglie l'Italia per il suo business. Anche se, ahimè, in controtendenza (temo che con queste nuove tassazioni si andrà sempre più in direzione opposta )

Nel caso specifico ikea sì è fatta due conti e ha visto che gli conviene: credo chr l'italia sia tra i maggiori paesi europei per fatturato per ikea, quindi hanno visto che gli conviene produrre e vendere direttamente qui, piuttosto che distribuire in italia dall'asia....malgrado il nostro sistema di tassazione...

Anche io sono rimasto molto deluso dalle cucine ikea, ma ben venga che sia diventato un fenomeno di moda!

Sì infatti, sperando che i mobilieri italiani riescano a non soccombere, anzi, che comprendano l'esigenza del mercato di avere cose carine a prezzi accettabili e ad adeguarsi.

Mi piace pensare sia un bel riconoscimento alla capacità produttiva del nostro paese. Talmente elevata da sopperire alle evidenti rotture di marroni burocratiche.

Sicuramente positivo...ma come detto prima hanno fatto due conti e lo afferma anche l'intervistato: partner italiani che hanno preso il posto di fornitori asiatici - ha affermato l'ad di Ikea Italia Lars Petersson - grazie alla loro competenza, al loro impegno e alla capacità di produrre articoli caratterizzati da una qualità migliore e a prezzi più bassi dei loro concorrenti asiatici". .
E' una scelta di convenienza economica alla fine, se diventerà più conveniente produrre altrove tanti saluti...non hanno fatto nulla di più e nulla di meno di qualsiasi altro marchio.

Se l'Ikea creerà occupazione, è senza dubbio una buona notizia.
Ma, lo spirito artigianale, la qualità e l'attività che connota da sempre le numerose piccole realtà nel settore dell'arredamento è distante un mare dalla produzione standardizzata del colosso svedese, anche se, all'interno del suo enorme catalogo, ci sono anche degli ottimi prodotti.
A naso non vedo grandi vantaggi (chissà magari si favoriranno le condizioni per creare dei prodotti di fascia bassa ma con una maggiore qualità, anche se ci credo poco), al contrario mi sembra un segno dei tempi, e del lavoro che manca nelle aziende del settore. In altri tempi il colosso svedese si sarebbe ben guardato dal prendere accordi con i fabbricanti italiani. E' proprio crisi.

Lot, non avevo visto la cosa da questo punto di vista.
Dici che, data la situazione, Ikea è riuscita a strappare condizioni che tempo fa si sarebbe solo sognata con le aziende produttrici?

Lot, grazie per aver dato una chiave di lettura diversa.
Temo proprio tu abbia tremendamente ragione

Ma figuratevi, Fab, Quik..
No, perché nelle pubblicazioni, anche recenti, si incensa questo sottobosco costituito da tante piccole aziende, per la loro agilità, per la sapienza artigianale, per i legami stretti con i progettisti e per la dialettica che ne è nata e che permette di creare e di produrre i capolavori cosiddetti del madeinItaly.. Aziende così lontane dalla dimensione della grande produzione e del mercato globale intesi da Ikea..

quiklip ha scritto:Lot, non avevo visto la cosa da questo punto di vista.
Dici che, data la situazione, Ikea è riuscita a strappare condizioni che tempo fa si sarebbe solo sognata con le aziende produttrici?

Direi che questa è ovviamente e oggettivamente la reale visione dei fatti.

Molti fornitori hanno abbassato l'offerta fino al punto di convenienza per Ikea. E per convenienza intendo anche il set up di investimenti fissi di questa nuova linea di produzione/distribuzione.

Di sicuro non sono mossi da un qualsivoglia spirito altruistico

entro in questo topic perche' mi ha fatto venire in mente un ragionamento che ho fatto qualche settimana fa mentre mi trovavo per lavoro in una grande fabbrica del nord che ha molte filiali all'estero (dove producono esattamente lo stesso bene che si produce in Italia).
Il ragionamento era, in sintesi estrema, piu' o meno questo: "cosa fa pensare a questi operai di essere migliori dei loro colleghi indiani?"
Beh, non ho trovato risposta...credo che il mondo occidentale sia in crisi perche' ci siamo convinti, su basi assolutamente instabili, di avere piu' meriti e diritti di chi abita dall'altra parte del mondo.
Perche' in Italia deve essere normale avere l'auto, la tv e andare in ferie ogni tanto mentre queste cose in altri posti devono essere utopia?
Non voglio dire che "non ci meritiamo" cio' che abbiamo o che la crisi sia la punizione divina (lungi da me pensare qualcosa del genere), ma se noi dobbiamo calare le braghe davanti a ikea e' semplicemente perche' qualunque squilibrio tende a riequilibrarsi. Il solo modo per mantenere lo status economico che abbiamo ora (o avevamo fino a qualche tempo fa) e' quello di produrre eccellenza.


In alternativa si potrebbe anche contnuare a giocare con artifici finanziari ma poi brucia un po' il kiul@

Bell'intervento tligo.
Mi hai ricordato quel che mi ha raccontato un mio fratello (dirigente prima e AD poi di qualche azienda, anche di eldom) relativamente all'apertura di un impianto di produzione in Cina: per gli stessi soldi dieci ingegneri anziché uno che lavorano il doppio e vanno in ferie un quinto: a ste condizioni praticamente impossibile competere nel chiamiamolo "normale"

è una cosa che mi aspettavo da tempo.. dopo ikea arriveranno altri.
2+2 fa 4...
tolgono l'articolo 18, le condizioni economiche sono gravissime, c'è un disperato bisogno di lavoro, faranno dei contratti ad oc a costi ridotti, le aziende che producono per ikea hanno abbassato i prezzi e non ultimo il costo dei trasporti è aumentato.. quindi se il carico della nave vale meno del carburante che porta in stiva, non conviene farla viaggiare..quindi si produce in loco.

nota positiva è la quantità di reclami che ikea ha notato verso le produzioni cinese a favore invece dei pochi reclami ricevuti per le produzioni italiane.
sia in fatto di qualità che di affidabilità-

poi sicuramente ad ikea serve un tocco di stile che solo l'italia può dare.

riguardo alla burocrazia, che ne parliamo a fare? ci vorrebbe un bel virus mangiacarta.