la qualità si paga! ma attenzione alle insidie dei prezzi.
Inviato: 14/09/13 11:40
Cari frequentatori,
da esperto consumatore (con conoscenze in campo economico) vorrei affrontare un discorso generale sulla qualità e sui prezzi di mercato dei materassi (ma il discorso vale anche per altri prodotti).
In generale l’adagio popolare chi “più spende meno spende” risulta quasi sempre verificato ovvero se si vuole comprare un prodotto di qualità che duri non ci si può aspettare di pagarlo pochi soldi (vedasi discussioni su Ikea, ecc..)
Il valore effettivo di un bene sul mercato nella stragrande maggioranza dei casi non può essere superiore al prezzo di acquisto per dei motivi semplici ed elementari.
Nella “costruzione” del prezzo rientrano sicuramente le componenti qualitative del prodotto (chiaro che un poliuretano scadente ha un prezzo sensibilmente diverso da un memory) ma rientrano anche altri fattori non poco trascurabili.
Le aziende produttrici “cercano” di posizionare i prezzi ad un livello abbastanza ampio che comprenda tutti i costi (non solo quelli dei materiali e del lavoro) ma anche quelli generali e quelli indiretti quali ad esempio quelli pubblicitari, costi di distribuzione, ecc.. In teoria dovrebbero fissarli ad un livello non eccessivamente alto per evitare che rimangano fuori mercato perché non più appetibili per fascia di prezzo ma a volte il solo “nome” (ovvero il marchio) permette di poter avere margini più elevati.
Concludendo il prezzo alto di un prodotto può anche non essere giustificato dalla sola qualità ma comprende elementi “estranei” al prodotto.
Detto questo scegliere il materasso più costoso a parità di tipologia da maggiori garanzie di un ottimo acquisto? Non sempre, meglio come consigliato su questo forum, cercare un buon equilibrio qualità / prezzo su budget imposto cercando di cogliere gli elementi salienti della qualità senza concentrarsi su caratteristiche spesso insignificanti (leggevo di chi si preoccupava della tipologia di acciaio utilizzato per le molle ovvero se rigenerato o di prima produzione, ecc.)
Ogni azienda cercherà di differenziare il proprio prodotto dalle altre in modo che venga visto “migliore” ed unico. Per far questo, fa leva a volte anche su piccole differenze che tutto sommato non cambiano la sostanza del prodotto. Ciò fa parte delle strategie ed è bene che il consumatore riesca a riconoscere le differenze sostanziali da quelle irrilevanti.
Da quello che si può notare anche attraverso la lettura di pareri e opinioni degli addetti ai lavori, le aziende di un certo rilievo che hanno una distribuzione capillare sono particolarmente esposte alla concorrenza ed al “giudizio” del pubblico e quindi cercano di introdurre e sostenere innovazioni piccole o grandi che siano in un ottica di miglioramento continuo. Secondo il mio parere, invece, le piccole e le piccolissime aziende non avendo disponibilità di risorse da poter investire in ricerca (già esigua nel nostro Paese, ricordo che l’Italia è fanalino di coda in investimenti di R&S rispetto gli altri paesi industrializzati) cercano di acquisire dai leader tecnologie e materiali, già ad un livello più basso. Esse se la giocano su economicità e servizio personalizzato ma difficilmente riescono a competere dal punto di vista qualitativo, quindi in teoria il prezzo dei loro prodotti dovrebbe essere effettivamente più basso della media di mercato a parità di tipologia di prodotto. Attenzione, non sempre lo è!
Discorso a parte le vendite tramite reti venditori porta a porta / multilevel / centro commerciali e addirittura tramite presentazioni in camice bianco in farmacia (!) Il complesso sistema della rete di vendita che prevede provvigioni elevate a più livelli, premi e budget fa si che un prodotto al consumatore finale venga a costare cifre di molto esagerate rispetto la qualità intrinseca del prodotto venduto. Tali vendite sono spesso svolte anche con metodi “aggressivi”. Sarebbe bene “prendere con le pinze” ogni informazione ricevuta da tali venditori, valutare effettivamente il prodotto e cercare di non farsi sopraffare.
Senza dubbio il rivenditore specializzato (multimarca) offre un plus in termini di esperienza / conoscenze tecniche / affidabilità non riscontrabili genericamente nei commessi da ipermercato né in alcun modo nei venditore porta a porta.
Spero tale informazioni possano essere utili. Buona scelta!
da esperto consumatore (con conoscenze in campo economico) vorrei affrontare un discorso generale sulla qualità e sui prezzi di mercato dei materassi (ma il discorso vale anche per altri prodotti).
In generale l’adagio popolare chi “più spende meno spende” risulta quasi sempre verificato ovvero se si vuole comprare un prodotto di qualità che duri non ci si può aspettare di pagarlo pochi soldi (vedasi discussioni su Ikea, ecc..)
Il valore effettivo di un bene sul mercato nella stragrande maggioranza dei casi non può essere superiore al prezzo di acquisto per dei motivi semplici ed elementari.
Nella “costruzione” del prezzo rientrano sicuramente le componenti qualitative del prodotto (chiaro che un poliuretano scadente ha un prezzo sensibilmente diverso da un memory) ma rientrano anche altri fattori non poco trascurabili.
Le aziende produttrici “cercano” di posizionare i prezzi ad un livello abbastanza ampio che comprenda tutti i costi (non solo quelli dei materiali e del lavoro) ma anche quelli generali e quelli indiretti quali ad esempio quelli pubblicitari, costi di distribuzione, ecc.. In teoria dovrebbero fissarli ad un livello non eccessivamente alto per evitare che rimangano fuori mercato perché non più appetibili per fascia di prezzo ma a volte il solo “nome” (ovvero il marchio) permette di poter avere margini più elevati.
Concludendo il prezzo alto di un prodotto può anche non essere giustificato dalla sola qualità ma comprende elementi “estranei” al prodotto.
Detto questo scegliere il materasso più costoso a parità di tipologia da maggiori garanzie di un ottimo acquisto? Non sempre, meglio come consigliato su questo forum, cercare un buon equilibrio qualità / prezzo su budget imposto cercando di cogliere gli elementi salienti della qualità senza concentrarsi su caratteristiche spesso insignificanti (leggevo di chi si preoccupava della tipologia di acciaio utilizzato per le molle ovvero se rigenerato o di prima produzione, ecc.)
Ogni azienda cercherà di differenziare il proprio prodotto dalle altre in modo che venga visto “migliore” ed unico. Per far questo, fa leva a volte anche su piccole differenze che tutto sommato non cambiano la sostanza del prodotto. Ciò fa parte delle strategie ed è bene che il consumatore riesca a riconoscere le differenze sostanziali da quelle irrilevanti.
Da quello che si può notare anche attraverso la lettura di pareri e opinioni degli addetti ai lavori, le aziende di un certo rilievo che hanno una distribuzione capillare sono particolarmente esposte alla concorrenza ed al “giudizio” del pubblico e quindi cercano di introdurre e sostenere innovazioni piccole o grandi che siano in un ottica di miglioramento continuo. Secondo il mio parere, invece, le piccole e le piccolissime aziende non avendo disponibilità di risorse da poter investire in ricerca (già esigua nel nostro Paese, ricordo che l’Italia è fanalino di coda in investimenti di R&S rispetto gli altri paesi industrializzati) cercano di acquisire dai leader tecnologie e materiali, già ad un livello più basso. Esse se la giocano su economicità e servizio personalizzato ma difficilmente riescono a competere dal punto di vista qualitativo, quindi in teoria il prezzo dei loro prodotti dovrebbe essere effettivamente più basso della media di mercato a parità di tipologia di prodotto. Attenzione, non sempre lo è!
Discorso a parte le vendite tramite reti venditori porta a porta / multilevel / centro commerciali e addirittura tramite presentazioni in camice bianco in farmacia (!) Il complesso sistema della rete di vendita che prevede provvigioni elevate a più livelli, premi e budget fa si che un prodotto al consumatore finale venga a costare cifre di molto esagerate rispetto la qualità intrinseca del prodotto venduto. Tali vendite sono spesso svolte anche con metodi “aggressivi”. Sarebbe bene “prendere con le pinze” ogni informazione ricevuta da tali venditori, valutare effettivamente il prodotto e cercare di non farsi sopraffare.
Senza dubbio il rivenditore specializzato (multimarca) offre un plus in termini di esperienza / conoscenze tecniche / affidabilità non riscontrabili genericamente nei commessi da ipermercato né in alcun modo nei venditore porta a porta.
Spero tale informazioni possano essere utili. Buona scelta!