Pasolini|Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma
Inviato: 28/06/14 11:33





L'intellettuale friulano è una figura troppo complessa e talmente precorritrice dei tempi per essere solo minimamente affrontata qui, anche se la mostra, ampia, tocca molti aspetti della sua attività. Ed emoziona seguire le vicende del letterato e cineasta quando queste si intrecciano, profondamente, con la città. Anzi è lui stesso che ce la svela, perché non è quella che siamo abituati a vedere.
La città lo conquista e travolge - così come i suoi abitanti a cominciare dai suoi scolari (Vincenzo Cerami fu un suo allievo) - in un momento di crisi e di fuga dalla nativa provincia, in seguito al primo scandalo pubblico, insorto proprio per la volontà di non celare l'omosessualità: '..vivevo come può vivere un condannato a morte sempre con quel pensiero come una cosa addosso, disonore, disoccupazione, miseria..' e in 'Congedo. Ormai essere lontani, Friuli, vale essere sconosciuti. Pare il tempo del nostro amore un mare lucido e morto. Nella luce la tua parte è finita, non ho buio nel petto per tenere la tua ombra.'.
E la città che gli interessa non è quella 'eterna' delle rovine o delle cupole, ma quella delle periferie dell'est, allora in crescita, delle borgate e delle baraccopoli (il Pigneto tra tutte) descritte nei suoi romanzi, nelle interviste alla tv e nei film. Ed il sottoproletariato che le abita, il suo linguaggio, la sua violenta vitalità.
Un giovane pittore edile, Sergio Citti, sarà il suo vocabolario parlante di romanesco ed assistente dei futuri film mentre suo fratello Franco, diverrà l'attore protagonista di Accattone o lo stesso Davoli, suo compagno e poi attore affermato, risiedeva nella baraccopoli del Borghetto Prenestino.
Quel mondo sconosciuto e taciuto dai media, ai margini della città, da lui inquietamente scandagliato di notte, diverrà la principale fonte di creazione artistica, letteraria e cinematografica, mentre di giorno si ritroverà a frequentare, i luoghi consueti di Roma, come i caffè del centro, insieme agli amici Penna, Moravia e la Morante, la Betti, Gadda, Caproni, Bassani, Fellini.
Ancora: '..la maggior parte della mia vita la trascorro al di là del confine della città, oltre i capolinea, come direbbe, ermetizzando, un cattivo poeta neorealista. Amo la vita così ferocemente, così disperatamente, che non me ne può venire bene: dico i dati fisici della vita, il sole, l'erba, la giovinezza: è un vizio molto più tremendo di quello della cocaina, non mi costa nulla, e ce n'è un'abbondanza sconfinata, senza limiti: e io divoro, divoro.. Come andrà a finire, non lo so..'
Infine cito le abitazioni romane dell'intellettuale: dalla povera casa in affitto a Rebibbia, alle case borghesi di Monteverde Nuovo e Vecchio condivise con la madre (e tra i coinquilini i Bertolucci, di cui Bernardo divenne il suo aiuto regista, in Accattone, 1963), poi la grande casa all'EUR.










Le circostanze della morte, nonostante siano trascorsi molti anni (1975), non sono affatto chiare e, il quadro che emerge dalla confessione del presunto assassino oggi non convince più nessuno. Un'ipotesi da anni accreditata, vede il coinvolgimento dei servizi segreti italiani ed americani e di un agguato concertato. Durante la scrittura del suo incompiuto Petrolio - sostanza attorno alla quale ruota l'economia mondiale - Pasolini aveva accumulato materiale ed interviste 'scottanti' su un altro caso irrisolto, ugualmente insabbiato, quello della scomparsa di Enrico Mattei.
Info:
http://www.palazzoesposizioni.it/catego ... olini-roma
'Un' film, Accattone:
http://www.dailymotion.com/video/xxtv85 ... shortfilms

