Buonasera,
ho analizzato attentamente la sua situazione e anche con norme alla mano le rispondo in modo oggettivo esponendole tutti i calcoli, cosa che dovrebbe fare qualsiasi tecnico prima di proporle qualunque soluzione per il riscaldamento.
Allora, partiamo dal calcolo del fabbisogno energetico del locale di riferimento. Si parla di un appartamento in montagna, il cui bagno necessita di radiatore. In bagno le perdite di energia sotto forma di calore variano dalle tubazioni solitamente presenti, rivestimenti poco isolanti (piastrelle), poi il tutto dipende precisamente dall'involucro e dalle prestazioni del fabbricato, le ore giorno, la fascia climatica ed altri parametri che per semplicità e mancanza di informazioni trascuriamo per ora, così come la quantità di energia necessaria per portare in temperatura l'ambiente. Per approssimazione, cosa che la legge ci consente in prima istanza, assumiamo come coefficiente Kh = 0.04 kW/m³ per ambienti in clima medio-rigido ed esposizione non a sud (essendo un bagno un locale servizio è verosimile che non si trovi sul lato nobile), il quale moltiplicato per il volume dell'ambiente da riscaldare (4 m² * 2.7 m di interpiano) dà Qr = 0.04*4*2.7 = 0.43 kW = 430 W necessari per mantenere in temperatura l'ambiente considerando le perdite generalizzate e i ponti termici normalmente presenti nei fabbricati.
Anche considerando la scaletta di Tubes nella versione maggiore da 1,85 m, la resa termica dichiarata è 300 W, il che già in partenza fa presagire che tale apparecchio non sarà in grado di soddisfare il fabbisogno energetico minimo richiesto (il che si configura come calore erogato non sufficiente e conseguente "freddo" e successiva necessità di integrare con ulteriori fonti di calore che per ora non consideriamo).
Calcoliamo invece in modo rigoroso l'apparecchio scaldante che impiega acqua come fluido termovettore, ossia il classico termosifone in alluminio, valutando tutti i parametri espressi dalla EN 442 sul dimensionamento e le potenze erogate dagli apparecchi, anche in relazione alle schede tecniche dei produttori.
I valori che ci interessano per ora sono:
Qr = fabbisogno termico richiesto [kW]
Tin = temperatura di ingresso del fluido nel radiatore [°C]
Tout = temperatura di uscita del fluido dal radiatore [°C]
Tmed = temperatura media (Tin+Tout)/2
Tamb = temperatura ambiente media di esercizio [°C]
μ = coefficiente di calcolo μ = (Tout-Tamb)/(Tin-Tamb)
Nel suo caso, utilizziamo i valori seguenti, considerando una temperatura di immissione con una caldaia mediamente efficiente di 60 gradi, 45 gradi come temperatura di uscita dal radiatore ed una temperatura ambiente di 19 gradi.
Tin = 60
Tout = 45
Tamb = 19
Ne consegue che μ = (Tout-Tamb)/(Tin-Tamb) = 0.634146
La norma esplicita:
Per μ < 0.7 si usa ΔT logaritmico ossia (Tin-Tout)/ln[(Tin-Tamb)/(Tout-Tamb)]
Per μ > 0.7 si usa ΔT standard ossia (Tmed-Tamb)
Nel caso specifico, μ =0.634146 < 0.7 quindi si procede a calcolare il ΔT logaritmico
ΔT = (Tin-Tout)/ln[(Tin-Tamb)/(Tout-Tamb)] = 32,93261
Questo valore ci serve per valutare la potenza resa dal termosifone perché quella dichiarata nelle schede tecniche è relativa alla temperatura di 50°C, ossia il valore Q50; il valore di resa reale QΔT del termosifone alla differenza di temperatura ΔT calcolata con il metodo di prima è QΔT= Q50(ΔT/50)^n, dove n è l'equazione caratteristica del radiatore e per l'alluminio è n = 1,3.
Teniamo presente il valore ΔT =32,93261, per il calcolo QΔT di resa. Andando a consultare le tabelle dei termoarredi, leggendo i valori Q50 ci si può approssimare ad una resa simile al fabbisogno richiesto di 430 W con un termoarredo con valore Q50 dichiarato pari a 750 W.
Infatti, effettuando i calcoli otteniamo QΔT= Q50(ΔT/50)^n = 435,2662 W, che si avvicina molto al valore 430 W. All'incirca, corrisponde ad un semplice termoarredo tubolare per bagno da 160x60 centimetri (hxl) funzionante alle temperature indicate prima (con un file excel è molto semplice eseguire il computo inserendo le formule ed i valori, avendo a disposizione le schede dei termosifoni). E questo è quanto richiesto con un calcolo vero.
Valutiamo ora dal punto di vista meramente economico la proposta della scaletta di Tubes nella versione maggiore da 185 cm, pur sapendo che non basterà molto probabilmente a coprire le richieste energetiche.
Costo indicato su outletarredamento.it.it: 720 € + i.v.a = 720*1.22 =878,4 €; con il trasporto prendiamo per comodità 900 € senza considerare l'installazione. Aggiungiamo 30 € per una presa termostatica in grado di regolare l'accensione in base alla temperatura ambiente desiderata, per evitare di farlo accendere inutilmente. Costo apparecchi: 900+30 = 930 euro.
Parliamo ora di consumi: il rendimento di un apparecchio elettrico è in media del 30-33% quando va bene in condizioni ottimali; pertanto se rende 300 W, l'assorbimento stimato (non deducibile dalle schede tecniche in quanto manchevoli di tale informazione; tra l'altro è una grossa mancanza!) può essere quindi 300 W/0,33 = 900 W. In un'ora pertanto il consumo è 0,9 kWh.
Calcoliamo quanti kWh consuma l'apparecchio in questione in regime stazionario di riscaldamento. Stimando un periodo di accensione di 10 ore al dì (in montagna potrebbe essere anche di più per esperienza, ma tralasciamo), esso consuma 9 kWh al giorno; il costo dell'energia comprensivo di accise, i.v.a, trasporto e noleggio contatore è 0,17 €/kWh. Pertanto, 9*0,17 = 1,53 € al giorno. All'anno, considerando 8 giorni al mese di funzionamento per 7 mesi di stagione invernale dà un totale di 8*7*1.53 = 85,7 €, che con un errore tollerabile dello strumento di attivazione/disattivazione intempestiva dell'apparecchio provoca un incremento del 10%. Quindi 85,7 *1,1 = 94,27, approssimabili ad 95€ annui.
Calcoliamo ora dopo quanti anni si ripaga l'intervento di 1500 € per l'installazione di un termosifone tradizionale escludendo la quota minima del costo del gas per alimentarlo (di gran lunga inferiore):
(costo intervento - costo apparecchio e regolatore)/(costo annuo di consumo elettrico), ovvero (1500-930)/95 = 6 anni esattamente. Quindi dopo 6 anni si è ripagata l'intervento di estensione dell'impianto senza dover pensare a ricorrere ad altri sistemi. Tenga conto come già detto che in termini di calcolo l'apparecchio elettrico in questione non basta e quindi è abbastanza controproducente come ampiamente dimostrato.
Il rischio di incendio per surriscaldamento esiste per qualsiasi apparecchio elettrico in tensione e pochi sono i rimedi attuabili. Basta che una sonda termica vada in tilt e a lungo andare i danni possono essere ingenti, senza considerare il logorio degli isolamenti, il sovraccarico di conduttori dell'impianto,... Poi, la caldaia a gas (altro rischio) ci sarebbe lo stesso, quindi perché aggiungere problemi.
Buona serata.
