tracce impianti su pilastri
Inviato: 26/09/21 11:08
Ciao a tutti, la casa in cui sono in affitto da oltre 15 anni è stata messa in vendita e ho fatto una proposta di acquisto condizionata alla risoluzione di alcune difformità dal momento che il proprietario, decine di anni fa deve aver fatto dei lavori non dichiarati e quindi non c'è conformità tra lo stato di fatto attuale e il catasto.
Ci troviamo a Milano, appartamento al 6 piano di 8, costruito nel 1953.
Le domande che vi pongo sono le seguenti, per capire se proseguire nell'acquisto o ritirare l'offerta (ho convenuto così con l'agenzia, dal momento che in sede di sanatoria il tecnico ha detto che le porte da 65cm devono essere obbligatoriamente portate a 80 e quindi i lavori sono emersi dopo la mia proposta, per cui voglio vederne l'esito):
1. quando sono stati fatti i lavori non dichiarati (non ho idea del periodo), la porta della cucina è stata realizzata con larghezza 65cm, in analogia a quella del bagno, che però credo fosse la porta originaria della casa costruita nel 1953. il tecnico dice che, indipendentemente dalla possibilità di portare effettivamente le porte a 80cm, lui deve dichiararle come tali, poi il problema sarà di chi esegue i lavori (e già qui ho seri dubbi sulla serietà del professionista che, pur dovendosi indicare come DL nella CILA, usa il motto IO DISEGNO SOLO I MURI, POI I PROBLEMI SONO DELLA DITTA IN CANTIERE). Mi chiedo, non era possibile indicare nella sanatoria le porte da 65cm e poi eventualmente demandare, mediante apposita tavola grafica all'ADATTABILITA' dell'appartamento?
2. in corrispondenza della porta del bagno che dovrà essere portata da 65cm a 80cm ho visto che c'è un pilastro, non riportato nella planimetra catastale originaria dell'appartamento. E' un problema anche questo da sanare a livello catastale? trattasi di pilastro che sporge per circa 10cm all'interno del bagno, ma di fatto è chiuso tra le pareti del bagno e della camera da letto.
3. sempre in corrispondenza di tale pilastro (immagino che lo sia perchè è perfettamente in linea con un altro a distanza di 1mt e non mi risultano passaggi impiantistici condominiali per pensare ad un cavedio e anche un salto di intonaco mette in luce il cemento), mi sono reso conto solo ora, dopo aver fatto la proposta, che c'è una derivazione elettrica, chiusa dal suo coperchio in plastica, tra l'altro a suo tempo completamente verniciato quindi impossibile da aprire, se non spaccandolo. è evidente quindi che è stato intaccato il pilastro, ma ne ignoro la portata perchè dovrei far saltare tutto l'intonaco cosa non fattibile non essendo mia la casa. A filo del pilastro inoltre sembrano aver piazzato la staffa di sostegno del termosifone del disimpegno.
A queste condizioni, ed è la cosa che mi preoccupa di più, voi proseguireste nella proposta per poi occuparvi direttamente del ripristino strutturale di tale pilastro (ovviamente con rifacimento totale dell'impianto elettrico) o il fatto di essere a conoscenza di tale anomalia mi mette nelle condizioni di portarmi a casa solo rogne future? laddove dovessi intervenire sul pilastro in questione per ripristinarlo, al di la dell'utilizzo di malte tixotropiche R4, laddove trovassi anche un taglio dei ferri a cosa andrei incontro in termini di responsabilità (se acquistassi casa) e di pratiche amministrative/costi? e se non fossero tagliati i ferri basterebbe un semplice ripristino o servirebbe anche una relazione di un tecnico abilitato?
grazie a tutti
Ci troviamo a Milano, appartamento al 6 piano di 8, costruito nel 1953.
Le domande che vi pongo sono le seguenti, per capire se proseguire nell'acquisto o ritirare l'offerta (ho convenuto così con l'agenzia, dal momento che in sede di sanatoria il tecnico ha detto che le porte da 65cm devono essere obbligatoriamente portate a 80 e quindi i lavori sono emersi dopo la mia proposta, per cui voglio vederne l'esito):
1. quando sono stati fatti i lavori non dichiarati (non ho idea del periodo), la porta della cucina è stata realizzata con larghezza 65cm, in analogia a quella del bagno, che però credo fosse la porta originaria della casa costruita nel 1953. il tecnico dice che, indipendentemente dalla possibilità di portare effettivamente le porte a 80cm, lui deve dichiararle come tali, poi il problema sarà di chi esegue i lavori (e già qui ho seri dubbi sulla serietà del professionista che, pur dovendosi indicare come DL nella CILA, usa il motto IO DISEGNO SOLO I MURI, POI I PROBLEMI SONO DELLA DITTA IN CANTIERE). Mi chiedo, non era possibile indicare nella sanatoria le porte da 65cm e poi eventualmente demandare, mediante apposita tavola grafica all'ADATTABILITA' dell'appartamento?
2. in corrispondenza della porta del bagno che dovrà essere portata da 65cm a 80cm ho visto che c'è un pilastro, non riportato nella planimetra catastale originaria dell'appartamento. E' un problema anche questo da sanare a livello catastale? trattasi di pilastro che sporge per circa 10cm all'interno del bagno, ma di fatto è chiuso tra le pareti del bagno e della camera da letto.
3. sempre in corrispondenza di tale pilastro (immagino che lo sia perchè è perfettamente in linea con un altro a distanza di 1mt e non mi risultano passaggi impiantistici condominiali per pensare ad un cavedio e anche un salto di intonaco mette in luce il cemento), mi sono reso conto solo ora, dopo aver fatto la proposta, che c'è una derivazione elettrica, chiusa dal suo coperchio in plastica, tra l'altro a suo tempo completamente verniciato quindi impossibile da aprire, se non spaccandolo. è evidente quindi che è stato intaccato il pilastro, ma ne ignoro la portata perchè dovrei far saltare tutto l'intonaco cosa non fattibile non essendo mia la casa. A filo del pilastro inoltre sembrano aver piazzato la staffa di sostegno del termosifone del disimpegno.
A queste condizioni, ed è la cosa che mi preoccupa di più, voi proseguireste nella proposta per poi occuparvi direttamente del ripristino strutturale di tale pilastro (ovviamente con rifacimento totale dell'impianto elettrico) o il fatto di essere a conoscenza di tale anomalia mi mette nelle condizioni di portarmi a casa solo rogne future? laddove dovessi intervenire sul pilastro in questione per ripristinarlo, al di la dell'utilizzo di malte tixotropiche R4, laddove trovassi anche un taglio dei ferri a cosa andrei incontro in termini di responsabilità (se acquistassi casa) e di pratiche amministrative/costi? e se non fossero tagliati i ferri basterebbe un semplice ripristino o servirebbe anche una relazione di un tecnico abilitato?
grazie a tutti