Cercasi risposte. Pacate possibilmente.
Inviato: 23/01/22 17:51
Intanto ringrazio tutti coloro che contribuiscono costruttivamente a questo forum, poiché nelle ultime ventisei ore ho acquisito un mucchio di informazioni (ad avercele prima…) ed ho letto spiegazioni su dettagli anche tecnici altrimenti per me incomprensibili da profana quale sono.
Inoltre, specifico subito che Vi consulto “a danno” fatto e, dunque, al solo scopo di ottenere un’opinione su quanto mi è capitato acquistando la nuova cucina.
Cominciamo, che sono prolissa assai.
Cinque anni fa, per causa di forza maggiore, ho avuto necessità di una cucina dall’oggi al domani (letteralmente) e, quindi, con tutte le riserve del caso, ne ho presa una da Ikea poiché era l’unica disponibile entro una settimana (escluse quelle di mostra che, per ragioni di dimensioni della parete del lato lavello, avrebbero abbisognato comunque di aggiustamenti dalle tempistiche lunghe).
Negli ultimi due o tre mesi, la necessità di acquistare una nuova cucina è diventata imprescindibile (ognuno ne tragga le conseguenze logiche che meglio ritiene), ma non capendone niente ho rimandato l’iniziativa fintanto che ho potuto, soprattutto per scarsità di tempo.
Un pomeriggio che ero da LeroyMerlin (per acquistare tutt’altro ma poi, già che ci sei, un’occhiata in giro non la dai?), incappata nell’esposizione delle cucine c.d. Life, poiché mi sono sembrate buone (ribadisco: non ne capisco nulla), ho preso appuntamento per progetto e preventivo poiché, almeno finora, qualunque cosa abbia preso e fatto installare da loro, che fosse un box doccia, o le finestre o una porta, anche a distanza di anni non ha fatto una piega. Totale preventivo per una cucina con ante in laminato effetto legno grigio, top in laminato, alzatina alluminio, un solo pensile a vetro e nulla di trascendentale, elettrodomestici esclusi che i miei vanno benone (non sono di Ikea), sedicimila e rotti euro, di cui circa tremila per trasporto e montaggio (a 30 km.) e spese varie di pratica. Sembrandomi un po' eccessivo per una cucina che, in finale, era comunque di LeroyMerlin e non di chissà quale marca tipo Scavolini o affini, ho ringraziato educatamente ma ho detto di no.
Dopo aver visitato uno show-room multimarca (che tratta Stosa, Veneta Cucine e altre di medesima fascia), in cui le cucine mi sono sembrate tutte identiche e con di diversa solamente la placchetta del produttore, non piacendomi il venditore (un po' troppo facilone e piacione, a dirla tutta), mi sono rivolta al mobiliere che per cinquant’anni ha serviti i miei genitori senza mai problemi, certa che, a dispetto della mia totale ignoranza, sarei rimasta più che soddisfatta.
Il mobiliere cui mi riferisco tratta solamente le cucine Arredo3 (e, Sacripante, in mostra ha una Cloe effetto legno che giurerei essere identica, nella forma e nelle finiture, a quella preventivatami da LeroyMerlin), ma fidandomi non ho fatto questione di marchio, che non conoscevo, e sono andata avanti, certa avrebbe saputo consigliarmi sulle soluzioni più adeguate e/o migliori rispetto ai miei puri desideri e reali necessità, una volta edotto della mia assoluta impreparazione in materia.
Dopo due incontri per stendere definitivamente il progetto (ed un’intera notte, precedente il primo incontro, a studiarmi il catalogo delle cucine del marchio quantomeno per dargli un’idea di cosa mi piaceva di più e cosa meno), ho versato l’acconto per una Kalì, finitura Laminato PET opaco Fango Maxximatt, gola titanio, top in stratificato HPL con schienale in tinta, decisamente più completa, estesa ed accessoriata di quella di LeroyMerlin (ho aggiunto, oltre alla gola ed al top ed allo schienale in stratificato, una colonna estraibile, altri due pensili a vetro, due fuori misura tra basi e pensili, le luci sotto ed interno pensile ed un piano penisola più lungo di 10 cm. e più profondo di 20), pensando, nell’immediato, di aver vinto al Superenalotto, intanto perché il totale preventivato, trasporto e montaggio (15 km.) e sconto di tremila e più euro compresi, era di diecimila euro; e, inoltre, perché mio papà, cui nelle more la vita ha assestato un gran brutto colpo (e stop), ha deciso di regalarmela lui, a suo dire per farsi perdonare di tutti i regali di compleanno, Natale, laurea, etc. che non mi ha mai fatti e dei quali, onestamente, proprio non ricordo ma, come si dice, a caval donato non si guarda in bocca ma si dice grazie con un abbraccio.
Trascorse inutilmente poco più di due settimane in cui, in mano, della cucina ordinata non ho avuto niente (pazienza, eravamo in prossimità delle feste natalizie e, quindi, neppure ci ho badato), se non l’acconto dato per il preventivo, il mobiliere mi telefona per dirmi che l’ordine è stato accettato e che non appena sarà processato mi farà avere una data approssimativa di consegna.
Dietro sollecito, perché volevo che mio papà la vedesse, quantomeno sulla carta, dopo un paio di giorni riesco finalmente a farmi mandare una copia dell’ordine, con il disegno e le specifiche dei singoli elementi e…
… Ahi! Intanto, mancano i due cassetti interni che avevo chiesti e che mi aveva detto sarebbero stati inseriti successivamente, poiché il software di progettazione non glielo consentiva ma che li avrebbe messi in nota; inoltre, dietro il piano cottura ad induzione, compare una “lamiera” (cito testualmente) a coprire lo schienale.
Non mi scompongo e chiamo il mobiliere, il quale mi spiega che, a causa dell’ingombro della gola, i cassetti interni non può metterli perché non ci vanno e che, vista la profondità del piano cottura (un normalissimo, commercialissimo Bosch da 80 cm. di cui avevo fornito, come di tutti gli altri elettrodomestici, la scheda tecnica già al primo incontro), per evitare che lo schienale potesse subire danni era necessario proteggerlo con la lamiera. Ah. Beh, capisco (ma tra me e me penso che, forse, chissà, ditemi Voi se sbaglio - prima domanda della serie -, avrebbe potuto avvisarmi PRIMA, consentendomi, così, di fare scelte diverse, come rinunciare allo schienale ed accontentarmi di una comune alzatina, pur di non avere “toppe” in lamiera), e di nuovo non mi scompongo, però mi offro di pagare la differenza di prezzo per avere sostituita la lamiera con un vetro temperato trasparente o, meglio, fumè, o con qualunque altra possibile soluzione estetica meno brutta ma parimenti efficace rispetto ad una lamiera, visto che top e schienale sono in finitura marmo/ardesia nero appena venato di bianco. Mi risponde che l’Arredo3 non lo prevede. Ah. Okay, tuttavia preavviso che non gliela farò posare e che preferisco farmi fare un vetro temperato o altro su misura piuttosto.
E qui un’altra domanda ci sta: la Arredo3, sono persuasa, è sicuramente un marchio di qualità, ma come cavolo fa a non offrire, in simili situazioni, alternative più appetibili ad una lamiera?! Mi pare che sia un po' come perdersi in un bicchiere d’acqua (o era annegarci?). Oppure no?
Passa un giorno, e mi viene riferito che il miscelatore Grohe, con base di diametro 6, non può essere montato al centro e dietro, tra le due vasche del lavello perché nonostante il top sia stato già predisposto a profondità maggiorata, comunque è troppo ingombrante e, dunque, dovrà essere montato di lato. Ad un lavello da 80 a due vasche? Senso pratico zero! Mastico amaro ma continuo a non scompormi, soprattutto perché mio papà continua a chiedermi della cucina neanche si fosse comprato una Porsche nuova ed aspettasse che gliela consegnassero, e voglio che pensi che sia tutto bello, fantastico e meraviglioso, sicché mi rendo disponibile ad acquistare un nuovo miscelatore con base di diametro inferiore perché possa essere collocato al posto che gli conviene. Ciononostante, nuovamente penso che, chissà, magari avrebbe potuto prefigurarmelo PRIMA, consentendomi, così, di fare scelte diverse, come rinunciare al lavello sottotop e/o propendere per una maniglia tradizionale. Secondo Voi, è un pensiero così fantascientifico?
Infine, l’ultimo problema che, per inciso, è solo ed esclusivamente una mia responsabilità che non esito ad assumermi, tuttavia…
Il fatto è che mentre guardavo le schede tecniche dei miscelatori, finalmente ho anche ricordato di accendere il cervello e, per cambiare, di usarlo, controllando di avere ancora tutti i pezzi del lavello e, specificamente, i ganci per montarlo sotto top (adesso è montato sopra top, ma consente il montaggio anche a filo o sotto). Ovviamente, com’è di rigore, non li trovo più: la bustina che li conteneva è bucata, ce ne sono solamente due, e gli altri chissà che fine hanno fatto. Trascorro tre ore al telefono con il venditore del lavello, centri di assistenza, assistenza clienti del prodotto e persino con un mio amico che lavora presso la loro fabbrica perché si informi e veda se può rimediarmeli ma niente: la Elleci, dei lavelli in acciaio inox, i ganci li fornisce solamente con il lavello stesso e non ne vende il ricambio, tanto più che il mio lavello è uscito di produzione tre anni fa. Disperata chiamo di corsa il mobiliere, che blocca immediatamente l’ordine facendo presente il problema, e anche consultandomi con i suoi addetti al montaggio non si riesce a trovare una soluzione, poiché ha degli agganci suoi propri ed è non è possibile fare senza i ganci proprietari.
Altra domanda: vi pare una cosa normale? La Elleci produce dei lavelli belli e di qualità, però, mannaggia la miseria, uno smarrisce i ganci sotto top e tu non vendi i ricambi e guai, poi, se il prodotto è pure fuori catalogo da tre anni?! Prodotto ineccepibile, ma assistenza clienti decisamente da migliorare (e pure sgarbata, almeno quella con cui ho avuto contatti io). O sono io?
Comunque, chiedo al mobiliere la cortesia di mettere tutto in stand-by per ventiquattro ore, giusto il tempo di decidere se montare il mio lavello sopra top (ma lo stratificato HPL, allora, che l’ho preso a fare? E con quello che è costato) o, piuttosto, acquistare un nuovo lavello, magari di dimensioni tali da consentirmi di montare il Grohe che mi piace tanto al posto giusto. E lui mi avvisa che, in tal modo, è pressoché certo che la data di consegna slitterà ragionavolmente, anche di venti/trenta giorni. Rispondo che fa niente ed accetto il rischio.
In conseguenza, allerto il mio venditore di elettrodomestici di fiducia per quel che mi serve e trascorro la notte (sono parecchio insonne da quando è cominciata l’epopea della nuova cucina) a studiarmi le schede tecniche di decine e decine di lavelli, per scovarne uno a doppia vasca con delle misure di poco inferiori a quella a tutti comune. Infine, evitando per quanto possibile la fascia economica, trovo solamente un Foster, ma ad una sola grande vasca. Perciò, all’alba, invio un messaggio al mobiliere chiedendo di verificare se quel lavello potrebbe andare bene con il miscelatore, allegando la scheda tecnica, perché altro ancora non ho trovato, ma chiarendo anche che, prima di tutto, volevo sapere se la data di consegna della cucina, confermando il tutto entro fine giornata, sarebbe rimasta approssimativamente la stessa oppure no perché, qualora fosse stato come se non avessi ordinato alcunché prima, allora tanto valeva rinunciare allo stratificato ed allo schienale, mettere un comune laminato con il lavello sopra top, e risolvere tutti i problemi di ingombro, lamiere, ganci, etc. in un sol colpo.
Per lavoro, non ho potuto consultare la risposta se non quattro ore dopo, e immediatamente dopo che il mio venditore di elettrodomestici di fiducia mi aveva scritto di aver trovato un lavello a due vasche (della Apell) con le misure giuste per me. Apro la chat con il mobiliere e nell’ultimo messaggio mi chiedeva se confermavo il lavello di cui alla scheda tecnica inviatagli, così da poterlo girare all’Arredo3 e procedere con l’ordine. Seppure dopo quattro ore, gli rispondo di no, perché avevo trovato un lavello a due vasche e che, tempo quindici minuti, ne avrei scaricata la scheda tecnica e gliel’avrei inviata. Il riscontro? Una foto della prima pagina dell’ordine della cucina, in consegna tra 35 e 45 gg. e non più modificabile, con la didascalia “Ho confermato il Foster e non si può più cambiare, adesso”. Mi perdonino i cattolici praticanti, ma ne ho tirate giù tante di quelle tante da far impallidire pure Belzebù! Dopodiché, ho contato fino a 20000, ne ho tirate giù altrettante, ed ho nuovamente contato fino a 20000. Dopo, solo dopo, con il massimo della gentilezza e dell’educazione ho chiamato il mobiliere sottolineando che non avevo confermato niente. Che si, il problema era dipeso, da principio, da me, ma che la soluzione sarebbe dovuta essere concordata, e non unilaterale. Tanto più che non sapevo né da chi ordinare il lavello (che il mio venditore non tratta la Foster e neppure il mobiliere), né se sarebbe arrivato per tempo.
Ovviamente, ho abbozzato ed ho ordinato il lavello e spero che mi arrivi per tempo, soprattutto perché voglio che mio padre muoia in pace (e mò l’ho detto), certo di avere fatto alla “sua bambina” (parecchio stagionata e con un certo sentore di muffa, ad essere onesti, ma si sa come sono i genitori) un regalo che le durerà per la vita (ed anche oltre, se la qualità è quella che immagino) e che sia, di nuovo, tutto bello, fantastico e meraviglioso.
Sono certa che la cucina sarà splendida (senza la lamiera) e che la monteranno come si deve, così com’è già stato per quella di mia nonna e per quella dei miei genitori (dimenticavo. Il negozio è sempre quello, ma ho scoperto che l’attività l’hanno rilevata un nipote e la moglie del vecchio titolare o giù di lì: ecco spiegata la differenza di qualità rispetto al servizio un tempo fornito ai miei), e che mi piacerà moltissimo. Ma sono altrettanto certa che, ogni volta che guarderò il lavello (che non è neppure brutto: tutt’altro), ripenserò alle circostanze che lo hanno portato nella mia cucina e, beh, sbaglierò se, oltre a prendermela con me stessa, me la prenderò anche con il mobiliere e gli tirerò qualche accidente (almeno all’inizio, che i lavelli li ho avuti sempre a due vasche. Poi, si vedrà: con l’uso e l’abitudine chissà, magari mi troverò persino meglio)? Oppure la responsabilità è tutta e solo mia e la prassi è questa?
In diritto esiste il principio per cui, se investi un ciclista senza procurargli troppo danno, ma in ospedale invece di ingessarlo gli recidono un’arteria facendolo morire dissanguato, della morte ne rispondi anche tu che l’hai investito senza ucciderlo ma l’hai mandato all’ospedale (sempre siano benedetti, sani, salvi ed in perfetta salute e forma i ciclisti).
E’ questo il caso o la responsabilità è solamente mia?
Ribadisco: si chiacchiera solamente, che per quieto vivere (di altri), è andata così e così lascio che resti. Però a mia cugina che deve acquistare la nuova cucina e mi ha chiesto della mia, per tutto quanto sopra (che le ho taciuto perché non arrivi neanche di striscio a mio padre), ho suggerito di guardarsi in giro un po' di più, soprattutto tra gli sconti esposizione visto che ha più tempo disponibile ed un locale cucina che si presta di più agli standard di mostra, e stamattina proprio non me la sono sentita di consigliarle il mio stesso mobiliere. Ho forse sbagliato?
E adesso vado, che il cane ha la palla in bocca e vuole uscire.
Saluti. E grazie in anticipo.
Inoltre, specifico subito che Vi consulto “a danno” fatto e, dunque, al solo scopo di ottenere un’opinione su quanto mi è capitato acquistando la nuova cucina.
Cominciamo, che sono prolissa assai.
Cinque anni fa, per causa di forza maggiore, ho avuto necessità di una cucina dall’oggi al domani (letteralmente) e, quindi, con tutte le riserve del caso, ne ho presa una da Ikea poiché era l’unica disponibile entro una settimana (escluse quelle di mostra che, per ragioni di dimensioni della parete del lato lavello, avrebbero abbisognato comunque di aggiustamenti dalle tempistiche lunghe).
Negli ultimi due o tre mesi, la necessità di acquistare una nuova cucina è diventata imprescindibile (ognuno ne tragga le conseguenze logiche che meglio ritiene), ma non capendone niente ho rimandato l’iniziativa fintanto che ho potuto, soprattutto per scarsità di tempo.
Un pomeriggio che ero da LeroyMerlin (per acquistare tutt’altro ma poi, già che ci sei, un’occhiata in giro non la dai?), incappata nell’esposizione delle cucine c.d. Life, poiché mi sono sembrate buone (ribadisco: non ne capisco nulla), ho preso appuntamento per progetto e preventivo poiché, almeno finora, qualunque cosa abbia preso e fatto installare da loro, che fosse un box doccia, o le finestre o una porta, anche a distanza di anni non ha fatto una piega. Totale preventivo per una cucina con ante in laminato effetto legno grigio, top in laminato, alzatina alluminio, un solo pensile a vetro e nulla di trascendentale, elettrodomestici esclusi che i miei vanno benone (non sono di Ikea), sedicimila e rotti euro, di cui circa tremila per trasporto e montaggio (a 30 km.) e spese varie di pratica. Sembrandomi un po' eccessivo per una cucina che, in finale, era comunque di LeroyMerlin e non di chissà quale marca tipo Scavolini o affini, ho ringraziato educatamente ma ho detto di no.
Dopo aver visitato uno show-room multimarca (che tratta Stosa, Veneta Cucine e altre di medesima fascia), in cui le cucine mi sono sembrate tutte identiche e con di diversa solamente la placchetta del produttore, non piacendomi il venditore (un po' troppo facilone e piacione, a dirla tutta), mi sono rivolta al mobiliere che per cinquant’anni ha serviti i miei genitori senza mai problemi, certa che, a dispetto della mia totale ignoranza, sarei rimasta più che soddisfatta.
Il mobiliere cui mi riferisco tratta solamente le cucine Arredo3 (e, Sacripante, in mostra ha una Cloe effetto legno che giurerei essere identica, nella forma e nelle finiture, a quella preventivatami da LeroyMerlin), ma fidandomi non ho fatto questione di marchio, che non conoscevo, e sono andata avanti, certa avrebbe saputo consigliarmi sulle soluzioni più adeguate e/o migliori rispetto ai miei puri desideri e reali necessità, una volta edotto della mia assoluta impreparazione in materia.
Dopo due incontri per stendere definitivamente il progetto (ed un’intera notte, precedente il primo incontro, a studiarmi il catalogo delle cucine del marchio quantomeno per dargli un’idea di cosa mi piaceva di più e cosa meno), ho versato l’acconto per una Kalì, finitura Laminato PET opaco Fango Maxximatt, gola titanio, top in stratificato HPL con schienale in tinta, decisamente più completa, estesa ed accessoriata di quella di LeroyMerlin (ho aggiunto, oltre alla gola ed al top ed allo schienale in stratificato, una colonna estraibile, altri due pensili a vetro, due fuori misura tra basi e pensili, le luci sotto ed interno pensile ed un piano penisola più lungo di 10 cm. e più profondo di 20), pensando, nell’immediato, di aver vinto al Superenalotto, intanto perché il totale preventivato, trasporto e montaggio (15 km.) e sconto di tremila e più euro compresi, era di diecimila euro; e, inoltre, perché mio papà, cui nelle more la vita ha assestato un gran brutto colpo (e stop), ha deciso di regalarmela lui, a suo dire per farsi perdonare di tutti i regali di compleanno, Natale, laurea, etc. che non mi ha mai fatti e dei quali, onestamente, proprio non ricordo ma, come si dice, a caval donato non si guarda in bocca ma si dice grazie con un abbraccio.
Trascorse inutilmente poco più di due settimane in cui, in mano, della cucina ordinata non ho avuto niente (pazienza, eravamo in prossimità delle feste natalizie e, quindi, neppure ci ho badato), se non l’acconto dato per il preventivo, il mobiliere mi telefona per dirmi che l’ordine è stato accettato e che non appena sarà processato mi farà avere una data approssimativa di consegna.
Dietro sollecito, perché volevo che mio papà la vedesse, quantomeno sulla carta, dopo un paio di giorni riesco finalmente a farmi mandare una copia dell’ordine, con il disegno e le specifiche dei singoli elementi e…
… Ahi! Intanto, mancano i due cassetti interni che avevo chiesti e che mi aveva detto sarebbero stati inseriti successivamente, poiché il software di progettazione non glielo consentiva ma che li avrebbe messi in nota; inoltre, dietro il piano cottura ad induzione, compare una “lamiera” (cito testualmente) a coprire lo schienale.
Non mi scompongo e chiamo il mobiliere, il quale mi spiega che, a causa dell’ingombro della gola, i cassetti interni non può metterli perché non ci vanno e che, vista la profondità del piano cottura (un normalissimo, commercialissimo Bosch da 80 cm. di cui avevo fornito, come di tutti gli altri elettrodomestici, la scheda tecnica già al primo incontro), per evitare che lo schienale potesse subire danni era necessario proteggerlo con la lamiera. Ah. Beh, capisco (ma tra me e me penso che, forse, chissà, ditemi Voi se sbaglio - prima domanda della serie -, avrebbe potuto avvisarmi PRIMA, consentendomi, così, di fare scelte diverse, come rinunciare allo schienale ed accontentarmi di una comune alzatina, pur di non avere “toppe” in lamiera), e di nuovo non mi scompongo, però mi offro di pagare la differenza di prezzo per avere sostituita la lamiera con un vetro temperato trasparente o, meglio, fumè, o con qualunque altra possibile soluzione estetica meno brutta ma parimenti efficace rispetto ad una lamiera, visto che top e schienale sono in finitura marmo/ardesia nero appena venato di bianco. Mi risponde che l’Arredo3 non lo prevede. Ah. Okay, tuttavia preavviso che non gliela farò posare e che preferisco farmi fare un vetro temperato o altro su misura piuttosto.
E qui un’altra domanda ci sta: la Arredo3, sono persuasa, è sicuramente un marchio di qualità, ma come cavolo fa a non offrire, in simili situazioni, alternative più appetibili ad una lamiera?! Mi pare che sia un po' come perdersi in un bicchiere d’acqua (o era annegarci?). Oppure no?
Passa un giorno, e mi viene riferito che il miscelatore Grohe, con base di diametro 6, non può essere montato al centro e dietro, tra le due vasche del lavello perché nonostante il top sia stato già predisposto a profondità maggiorata, comunque è troppo ingombrante e, dunque, dovrà essere montato di lato. Ad un lavello da 80 a due vasche? Senso pratico zero! Mastico amaro ma continuo a non scompormi, soprattutto perché mio papà continua a chiedermi della cucina neanche si fosse comprato una Porsche nuova ed aspettasse che gliela consegnassero, e voglio che pensi che sia tutto bello, fantastico e meraviglioso, sicché mi rendo disponibile ad acquistare un nuovo miscelatore con base di diametro inferiore perché possa essere collocato al posto che gli conviene. Ciononostante, nuovamente penso che, chissà, magari avrebbe potuto prefigurarmelo PRIMA, consentendomi, così, di fare scelte diverse, come rinunciare al lavello sottotop e/o propendere per una maniglia tradizionale. Secondo Voi, è un pensiero così fantascientifico?
Infine, l’ultimo problema che, per inciso, è solo ed esclusivamente una mia responsabilità che non esito ad assumermi, tuttavia…
Il fatto è che mentre guardavo le schede tecniche dei miscelatori, finalmente ho anche ricordato di accendere il cervello e, per cambiare, di usarlo, controllando di avere ancora tutti i pezzi del lavello e, specificamente, i ganci per montarlo sotto top (adesso è montato sopra top, ma consente il montaggio anche a filo o sotto). Ovviamente, com’è di rigore, non li trovo più: la bustina che li conteneva è bucata, ce ne sono solamente due, e gli altri chissà che fine hanno fatto. Trascorro tre ore al telefono con il venditore del lavello, centri di assistenza, assistenza clienti del prodotto e persino con un mio amico che lavora presso la loro fabbrica perché si informi e veda se può rimediarmeli ma niente: la Elleci, dei lavelli in acciaio inox, i ganci li fornisce solamente con il lavello stesso e non ne vende il ricambio, tanto più che il mio lavello è uscito di produzione tre anni fa. Disperata chiamo di corsa il mobiliere, che blocca immediatamente l’ordine facendo presente il problema, e anche consultandomi con i suoi addetti al montaggio non si riesce a trovare una soluzione, poiché ha degli agganci suoi propri ed è non è possibile fare senza i ganci proprietari.
Altra domanda: vi pare una cosa normale? La Elleci produce dei lavelli belli e di qualità, però, mannaggia la miseria, uno smarrisce i ganci sotto top e tu non vendi i ricambi e guai, poi, se il prodotto è pure fuori catalogo da tre anni?! Prodotto ineccepibile, ma assistenza clienti decisamente da migliorare (e pure sgarbata, almeno quella con cui ho avuto contatti io). O sono io?
Comunque, chiedo al mobiliere la cortesia di mettere tutto in stand-by per ventiquattro ore, giusto il tempo di decidere se montare il mio lavello sopra top (ma lo stratificato HPL, allora, che l’ho preso a fare? E con quello che è costato) o, piuttosto, acquistare un nuovo lavello, magari di dimensioni tali da consentirmi di montare il Grohe che mi piace tanto al posto giusto. E lui mi avvisa che, in tal modo, è pressoché certo che la data di consegna slitterà ragionavolmente, anche di venti/trenta giorni. Rispondo che fa niente ed accetto il rischio.
In conseguenza, allerto il mio venditore di elettrodomestici di fiducia per quel che mi serve e trascorro la notte (sono parecchio insonne da quando è cominciata l’epopea della nuova cucina) a studiarmi le schede tecniche di decine e decine di lavelli, per scovarne uno a doppia vasca con delle misure di poco inferiori a quella a tutti comune. Infine, evitando per quanto possibile la fascia economica, trovo solamente un Foster, ma ad una sola grande vasca. Perciò, all’alba, invio un messaggio al mobiliere chiedendo di verificare se quel lavello potrebbe andare bene con il miscelatore, allegando la scheda tecnica, perché altro ancora non ho trovato, ma chiarendo anche che, prima di tutto, volevo sapere se la data di consegna della cucina, confermando il tutto entro fine giornata, sarebbe rimasta approssimativamente la stessa oppure no perché, qualora fosse stato come se non avessi ordinato alcunché prima, allora tanto valeva rinunciare allo stratificato ed allo schienale, mettere un comune laminato con il lavello sopra top, e risolvere tutti i problemi di ingombro, lamiere, ganci, etc. in un sol colpo.
Per lavoro, non ho potuto consultare la risposta se non quattro ore dopo, e immediatamente dopo che il mio venditore di elettrodomestici di fiducia mi aveva scritto di aver trovato un lavello a due vasche (della Apell) con le misure giuste per me. Apro la chat con il mobiliere e nell’ultimo messaggio mi chiedeva se confermavo il lavello di cui alla scheda tecnica inviatagli, così da poterlo girare all’Arredo3 e procedere con l’ordine. Seppure dopo quattro ore, gli rispondo di no, perché avevo trovato un lavello a due vasche e che, tempo quindici minuti, ne avrei scaricata la scheda tecnica e gliel’avrei inviata. Il riscontro? Una foto della prima pagina dell’ordine della cucina, in consegna tra 35 e 45 gg. e non più modificabile, con la didascalia “Ho confermato il Foster e non si può più cambiare, adesso”. Mi perdonino i cattolici praticanti, ma ne ho tirate giù tante di quelle tante da far impallidire pure Belzebù! Dopodiché, ho contato fino a 20000, ne ho tirate giù altrettante, ed ho nuovamente contato fino a 20000. Dopo, solo dopo, con il massimo della gentilezza e dell’educazione ho chiamato il mobiliere sottolineando che non avevo confermato niente. Che si, il problema era dipeso, da principio, da me, ma che la soluzione sarebbe dovuta essere concordata, e non unilaterale. Tanto più che non sapevo né da chi ordinare il lavello (che il mio venditore non tratta la Foster e neppure il mobiliere), né se sarebbe arrivato per tempo.
Ovviamente, ho abbozzato ed ho ordinato il lavello e spero che mi arrivi per tempo, soprattutto perché voglio che mio padre muoia in pace (e mò l’ho detto), certo di avere fatto alla “sua bambina” (parecchio stagionata e con un certo sentore di muffa, ad essere onesti, ma si sa come sono i genitori) un regalo che le durerà per la vita (ed anche oltre, se la qualità è quella che immagino) e che sia, di nuovo, tutto bello, fantastico e meraviglioso.
Sono certa che la cucina sarà splendida (senza la lamiera) e che la monteranno come si deve, così com’è già stato per quella di mia nonna e per quella dei miei genitori (dimenticavo. Il negozio è sempre quello, ma ho scoperto che l’attività l’hanno rilevata un nipote e la moglie del vecchio titolare o giù di lì: ecco spiegata la differenza di qualità rispetto al servizio un tempo fornito ai miei), e che mi piacerà moltissimo. Ma sono altrettanto certa che, ogni volta che guarderò il lavello (che non è neppure brutto: tutt’altro), ripenserò alle circostanze che lo hanno portato nella mia cucina e, beh, sbaglierò se, oltre a prendermela con me stessa, me la prenderò anche con il mobiliere e gli tirerò qualche accidente (almeno all’inizio, che i lavelli li ho avuti sempre a due vasche. Poi, si vedrà: con l’uso e l’abitudine chissà, magari mi troverò persino meglio)? Oppure la responsabilità è tutta e solo mia e la prassi è questa?
In diritto esiste il principio per cui, se investi un ciclista senza procurargli troppo danno, ma in ospedale invece di ingessarlo gli recidono un’arteria facendolo morire dissanguato, della morte ne rispondi anche tu che l’hai investito senza ucciderlo ma l’hai mandato all’ospedale (sempre siano benedetti, sani, salvi ed in perfetta salute e forma i ciclisti).
E’ questo il caso o la responsabilità è solamente mia?
Ribadisco: si chiacchiera solamente, che per quieto vivere (di altri), è andata così e così lascio che resti. Però a mia cugina che deve acquistare la nuova cucina e mi ha chiesto della mia, per tutto quanto sopra (che le ho taciuto perché non arrivi neanche di striscio a mio padre), ho suggerito di guardarsi in giro un po' di più, soprattutto tra gli sconti esposizione visto che ha più tempo disponibile ed un locale cucina che si presta di più agli standard di mostra, e stamattina proprio non me la sono sentita di consigliarle il mio stesso mobiliere. Ho forse sbagliato?
E adesso vado, che il cane ha la palla in bocca e vuole uscire.
Saluti. E grazie in anticipo.