canarino ha scritto:..un pittore schivo e talentuosissimo, che non ha la fama che dovrebbe, mancato nel momento forse di massima notorietà..
la mostra è ben fatta, si parte dai lavori giovanili, si può vedere cosa ha studiato, come lo ha interpretato, il coraggio di certe scelte grafiche e lo sviluppo di una sua forma di sentire-dipingere..
Mmm.. bellissimo Osvaldo Licini, ricordo con emozione le sue liriche ed originali composizioni astratte, tra le prime a comparire in Italia, negli anni '20.
Come giustamente affermava Canarino, il maestro marchigiano, di cui quest'anno ricorrono i 50 anni dalla scomparsa (1894-1958) è stato disconosciuto da sempre, un pò per il carattere ermetico e schivo come i suoi soggetti, un pò perchè nel ventennio il suo astrattismo era poco 'digerito' e tenuto volutamente ai margini del sistema artistico, che 'puntava' sopratutto sui temi figurativi più classicisti del gruppo del
Novecento .
Il sistema, per fortuna si aprì alla fine degli anni '30, nonostante tante grettezze e tendenze contrarie, verso un certo picassismo espressionista reappresentato dai giovani Guttuso e Pirandello, come si evidenziò nelle Quadriennali romane del 1935, 1939 e 1943.
Licini era guardato con diffidenza dai Maccari, Soffici, e dalla maggiorparte dei critici del ventennio, se non apertamente tacciato di 'esterofilia', considerando le fonti su cui si era 'nutrito', non italiane ma francesi, all'epoca aspramente criticati qui in Italia:
Picasso, Modigliani, i
fauves, Chagall ed addirittura i maestri del
Bauhaus Klee e Kandinskij (come l'ultimo quadro in basso, discopre apertamente), tutti ampiamente frequentati a Parigi, sua città d'elezione.
Con l'ingresso nel gruppo di artisti astratti gravitanti attorno alla galleria milanese de
Il Milione (verso il 1934, assieme a Fontana, Melotti, Rho, Badiali, Soldati, Belli, ecc..) ed esponendo con loro, l'artista
'eretico ed errante' acquista una certa fama, che si allarga con la consacrazione definitiva nelle mostre delle Biennali veneziane degli anni '50 e col suo ciclo più noto, quello delle
Amalasunte - mitico personaggio della storia medievale che si confonde con l'autobiografia del pittore - spesso accompagnate da suggestivi testi poetici. Il ciclo tematico fu realizzato nell'ultimo concentrato periodo, nel dorato isolamento del paese natìo di Monte Vidon Corrado, da un artista eterno bambino ed
'angelo ribelle', come spesso amava definirsi.
Il sito dedicato a Licini:
http://www.osvaldolicini.net/
Piccola biografia:
http://www.archimagazine.com/blicini.htm
Sulla mostra picena e recensione:
http://www.exibart.com/profilo/eventiV2 ... ento=51018
http://viaggi.repubblica.it/dettaglio/O ... opa/196521
Infine, qualche opera dell'artista:
Autoritratto, 1913;
Servigliano, 1926;
Il Trogolo, 1927;
Amalasunta su fondo blu, 1949;
Castello in aria, 1933-36;