ago ha scritto:Io sono uno un artigiano che costruisce e vende direttamente i propri prodotti.
Dipenderà anche dalle zone, ma pensare che il falegname faccia lavori pressappochisti, metta
un sacco di tempo, con costi altissimi confronto l'industria mi fa veramente ridere ,la corrente
elettrica e macchinari moderni ce li ho anch'io !!
Rispetto a una ditta industriale di cucine
Non ho costi di progettazione (non devo pagare designer o architetti) ,non devo fare magazzino
non ho grossi costi pubblicitari non pago rappresentanti ,rivenditori ecc
Ho cucine complete da far vedere, e spesso il cliente vede lavori realizzati in casa di amici parenti ecc.
Posso fare campioni di antine, finiture ...
Le mie cucine non sono in concorrenza con la fascia economica, sono completamente in legno (massiccio,
listellare, multistrato) uso ferramenta di ultima generazione (Blum ,confalonieri ecc) le finiture i legni
gli elettrodomestici sono personalizzati al progetto ,le misure (compresi fuori squadro e altre problematiche)
sono sempre compresi nel costo standard . Il rapporto qualità prezzo è nettamente superiore a una cucina
industriale .
Io progetto, io costruisco, io eseguo il montaggio non ci sono scuse per la riuscita del lavoro.
Poi sicuramente ci saranno altre realtà, come ci sono un infinità di tipologie di fabbriche di cucine
di negozianti di clienti...
Un saluto a tutti
Ago
P.S. quando dico "io" intendo io e i miei collaboratori, non è che faccio tutto da solo !!
parole sacrosante con le quali sono d' accordo. Ci sono delle cose da valutare in modo forse più oggettivo.
E' vero che adesso molte (non tutte) falegnamerie sono ben attrezzate tecnologicamente, e sono in grado di fornire le stesse caratteristiche con qualità (forse) superiore.
Tuttavia si sono anche dei pro sul prodotto industriale (insomma se ci sono grosse aziende che vivono, lasciando perdere questo periodo di immande crisi, ci sarà ben un motivo).
Il prodotto industriale ha:
- visibilità del prodotto finito, prima dell' acquisto (lo avete già detto ma non è un fatto trascurabile), dove un solo campione anta spesso non basta al cliente;
- la produzione in serie permette di abbattere i costi sulla fascia economica (ikea ne ha fatto un cavallo di battaglia), che, per quanto si fanno sforzi, con l' economico di grossi negozi non si riesce a competere;
- reperibilità e assistenza nel tempo: dobbiamo pensare che spesso le cucine devono essere traslocate con la necessità di dover complementare con elementi nuovi (soprattutto i moduli pensili e basi, i top sono semplici da reperibili e indipendenti dal produttore cucina). E infatti spesso ho modificato cucine eseguite anni prima, fornendo il completamento senza diversità di colore. Per onore di cronaca, spesso i modelli vanno fuori produzione, ma a quel punto cambiare tutte le ante non è un costo proibitivo, avendo gli stessi dimensionamenti dei moduli (quelli di solito rimangono invariati per anni, motivo per il quale molte aziende producono con misure leggeremnte differenti dalla concorrenza, il prodotto è personalizzato in termini di misure).
- smontabilità della cucina: se si usa con criterio la ferramenta, le cucine industriali possono essere smontate e rimontate senza nessun problema, quelle artigianali sono di difficle smontaggio perchè le strutture interne ai moduli non sono finite come l' esterno a vista, per cui se si cambia la disposizione, spesso bisogna intervenire sul pezzo modificandolo, laccandolo ecc. ecc.
- legno o truciolare: qui c' è poco da fare le cucine artigianeli spesso in legno (multistrato, listellare, bla, bla) ma aldilà della qualità intrinseca del prodotto, non si va oltre.
Voglio dire una buona cucina dotata di buon truciolare (penso ad arrex che ha un ottimo laminato e truciolare, assemblato male ma ottimo, per non dire valcucine che ha costi supeiroe anche ad una artigianale) ben montata (fattore da non trascurare) dura gli stessi anni di una in massello, questo è innegabile.
- sfruttabilità dello spazio: è vero che le artigianali sfruttano di più lo spazio, ma qui subentra la capacità di un buon mobiliere di scegliere un prodotto che abbia un alta modularità (il mio cuciniere mi permette di sfruttare interamente lo spazio senza fuori misura, con costi competitivi) a costi comeptitivi, evitando di scegliere solo sulla base di un marchio o della sua vendibilità in termini di conoscenza presso la clientela.
Detto ciò, secondo me ci sono i pro e contro in entrambe i casi, ho tralasciato i discorsi "fumosi" sulla ricerca per secondo me lasciano il tempo che trovano, ma è innegabile che, ad esempio, molte cucine che hanno le ante in vetro sono difficilmente replicabili, da una falegnameria (dove bisogna lavorare l' alluminio e il vetro), con costi competitivi, per quanto attrezzata. Che poi l' industria lavori con terzisti, è il mercato bellezza, ogni azienda prduce secondo le proprie esigenze, cercando di abbattere i costi, l' importante è il lavoro finito (molti grossi negozi che vendono economico lavorano con gente in nero, ma alla clientela che glie frega a loro interessa avere la cucina a costi bassi, salvo scandalizzarsi se l' azienda in cui lavora deve talgiare per ridurre i costi, noi stessi siamo artefici dei nostri problemi).
Saluti
Alessandro.