ZAWA...SANGUE CHE SA DI TERRA...
Inviato: 03/09/10 18:58
Non mi sono mai presentata in questo forum.....sto qui da un po' ormai...ma di me conoscete solo le codine e casa mia...
Dopo quanto scritto nel topic di etamina....( QUESTO )che ha fatto affiorare la parte "romantica" di me mi sento di condividere con voi alcuni pensieri che ho scritto dopo una delle mie (devo ammettere numerose) solitarie visite al cantiere...
Che seguo casa mia in modo maniacale ve ne sarete accorte/i....ecco..probabilmente però le ragioni di questa mia "ossessione" le ho svelate solo nel topic di eta...
Ed è quella la chiave dei miei pensieri.
Dopo quanto scritto nel topic di etamina....( QUESTO )che ha fatto affiorare la parte "romantica" di me mi sento di condividere con voi alcuni pensieri che ho scritto dopo una delle mie (devo ammettere numerose) solitarie visite al cantiere...
Che seguo casa mia in modo maniacale ve ne sarete accorte/i....ecco..probabilmente però le ragioni di questa mia "ossessione" le ho svelate solo nel topic di eta...
Ed è quella la chiave dei miei pensieri.
La mia mezzadriaIo ho il sangue che sa di terra.
Credo di esser nata veramente sotto una quercia.
Respirando una primavera che sapeva di stabbio e di fieno
Di fiori e di fiarato.
E ogni volta che ritorno sotto quella quercia
O respiro quell’aria
È come essere a casa
Come se quello fosse il mio posto
..e la cosa più bella…è che quella è davvero casa mia.
Quello che normalmente si sa è che "metà è per te, metà per il padrone"
Quello che non si sa, e di cui mi son resa conto solo ieri sera, è che la mezzadria è un modo di vivere.
Vivi in un mondo che non è di tua proprietà.
Sei padrone solo di ciò che produci con il tuo lavoro (ma soltanto della metà)
La famiglia è la tua azienda e merita rispetto.
L'autosufficienza è il fine ultimo.
I mezzadri erano idraulici, falegnami, tecnici stradali, fabbri, muratori e quant'altro era necessario per farcela da soli, senza chiamare nessun'altro.
Senza spendere un soldo.
Il lavoro per il mezzadro era remunerativo e gratificante.
Mio nonno era un mezzadro.
Mio nonno faceva parte di quella civiltà contadina che è andata avanti per secoli, sempre allo stesso modo.
Mio padre vive e pensa come un mezzadro.
E ora che anche io sto cominciando a mettere le mani nella terra, sento che quei valori, quelle convinzioni, quell'arte dell'ingegnarsi per farcela da soli, sono una parte di me.
Lo sapevo già da prima, di essere così.
Ora so anche perchè.
Le mie radici affondano nella terra e vanno indietro di quasi sei secoli.
