- 29 dicembre 2015

2001: l'anno dell'arredamento in technicolor

Se qualcuno, un giorno, vorrà cadenzare la storia dei mobili anno per anno e dare, di ogni anno, una specifica definizione, sicuramente dirà che il 2001 è stato caratterizzato dai mobili colorati e dall'arredamento in technicolor, tendenza che a distanza di anni, ha ancora una larga diffusione e viene apprezzata per arredare le case moderne. Già nel 2000 c'erano state le prime avvisaglie di questa tendenza, con l'ampliarsi dell'impiego del metacrilato, utilizzato spesso in tonalità decise, di forte impatto, ma nel 2001 si è verificata una vera e propria esplosione,con le proposte del Salone del Mobile e gli eventi Fuori Salone che hanno animato la settimana milanese del design sono stati testimoni incontestabili. I colori hanno dominato la scena, non questo o quel colore, ma tutti i colori, adottati in ogni tipologia mobiliera. E ciò è stato ampiamente evidenziato dai servizi giornalistici post-Salone, parecchi dei quali hanno messo in apertura, con gran risalto, alcuni mobili a più colori, inequivocabile conferma della tendenza in atto: tra questi, per esempio, la libreria "Festival" di Casamania by Frezza, più volte proposta sui giornali in una coinvolgente composizione che vede coesistere elementi di tre tonalità diverse (blu, verde e arancio).Di più. Questo fiume coloratissimo ha travolto gli argini, coinvolgendo non solo i mobili ma anche tanti altri prodotti legati alla casa. Come le lampade, dov'è ritornata in auge la produzione "stile Murano". Come gli oggetti per la tavola e la casa, proposti non solo in forme sempre più inconsuete ma anche in tante varianti di tonalità, e non più soltanto il bianco e il rosso di qualche anno fa. Come le carte da parati, che erano un po' desuete e che ora invece hanno ripreso quota, in un fantasmagorico scenario non solo di colori ma anche di disegni: righe sottili o larghe, sfumate o a tinta piatta, irregolari o con effetto "dipinto a mano", a fiori o in geometrie scozzesi, e quasi sempre anche le carte sono caratterizzate da tonalità accese, contrastanti. In questo elenco vanno citate pure le vernici, che ora incominciano a essere applicate come avveniva nei primi anni Sessanta: un colore diverso per ogni parete.

La poltorna ' Proust ' di Alessandro Mendini

Di quel decennio è anche la "Poltrona di Proust" di Alessandro Mendini, geniale e poliedrico progettista, recentemente definito da Fulvio Irace il "provocatore del manierismo ipermoderno": questa poltrona può essere considerata la capostipite dei mobili colorati di oggi. Non a caso, proprio a Mendini è stata affidata la realizzazione dell'immagine dell'edizione 2001 del Cersaie di Bologna, la rassegna della ceramica per l'edilizia e dell'arredobagno: si tratta di un portale decorato con tante tessere multicolori, del tutto in sintonia con quello di cui stiamo parlando.

Allegria, colore ed ironia anni '70

Si è appena fatto cenno agli anni Sessanta. Ed è proprio a quegli anni che gli esperti dell'arredamento ricollegano la realtà di oggi in riferimento al colore creando tanti mobili colorati. Mentre le minigonne si trasformavano in hot pants e i "figli dei fiori" disorientavano le abitudini borghesi, il design contestò - in quel decennio e anche negli anni Settanta - la fredda razionalità allora imperante, creando oggetti allegri, colorati, ironici. E oggi la produzione, divertita, ricalca le tendenze di quel periodo, che vide nascere l'idea del look totale, promossa da vari stilisti. Come Walter Albini, che arredava le case con le medesime tonalità delle sue collezioni di moda, disegnando con gli stessi motivi tessuti, oggetti, mobili e vetri. Come Emilio Pucci, il nobile sarto che aveva fatto propria una visione decorativa totalizzante, dall'abito all'habitat. Come Ken Scott, che portò l'idea del look totale alla sua massima espressione, costruendo un universo fiorato in toni accesi e solari ed esplicitandolo in tanti allestimenti di quel periodo, compreso il suo ristorante "Eat and drink" di Milano, di gran voga negli anni Settanta.

' Meditation Pod ': fantasie inedite dall'archivio di Ken Scott

Due dei nomi della moda citati più sopra li ritroviamo coinvolti anche nei nuovi mobili colorati. Edra ha vestito i suoi divani attingendo spunti e materiali dalla moda: si tratta di due fantasie inedite dell'archivio di Ken Scott, una delle quali è utilizzata per la seduta "Meditation Pod" disegnata da Steven Blaess. Lo stesso ha fatto Cappellini, puntando sulle fantasie quasi psichedeliche di Emilio Pucci per le poltroncine della collezione "Rive Droite", firmata da Patrick Norguet.

Il connubio moda-arredamento.design

E' fuori dubbio che questi due riferimenti costituiscano un segnale preciso del nuovo orientamento "glamour" del design. Un segnale ancor più forte se si considera che il connubio moda-design-arredamento, già in atto per Edra da alcuni anni, non sarà occasionale nemmeno per Cappellini: il catalogo dell'azienda brianzola, infatti, è destinato ad arricchirsi di nuovi progetti studiati congiuntamente con la Maison Pucci, sotto la supervisione di Julio Espada, suo direttore artistico. Ugualmente strategico nel tempo è il progetto messo a punto da Claudio Luti, presidente della Kartell, con un passato alla Maison Versace: Luti vuol fare del famoso marchio d'arredo creato da Giulio Castelli nel 1949 un brand globale all'insegna degli slogan "Mobili come vestiti" e "Pezzi d'arredo da acquistare d'impulso". In una intervista concessa al settimanale "Il Mondo" Luti ha anche dichiarato che "la Kartell intende posizionarsi a metà strada tra un'azienda di moda e un'azienda di arredo per la casa: così punterà sempre di più su mobili colorati ed eleganti da vendere e da acquistare non come beni durevoli. Un esempio: la sedia "Maui" firmata da Vico Magistretti costa appena 165 mila lire".

Mobili: beni durevoli o beni di consumo?

I mobili colorati ed un pò evanescenti della moda alimentano però anche qualche interrogativo pesante. Come questo: in futuro i mobili non saranno più dei beni durevoli o semidurevoli, come da sempre li considerano gli economisti, gli addetti ai lavori e anche il pubblico, ma diventeranno invece dei beni di consumo? Se ciò si verificasse, per il mondo dell'arredamento sarebbe davvero una sorta di rivoluzione copernicana, che già fa storcere il naso a chi guarda a questo settore come a una realtà produttiva dagli assetti e dai comportamenti consolidati nel tempo, anche se ovviamente né gli uni né gli altri mai dati per immutabili, soprattutto in riferimento all'andamento attuale dell'economia nel suo complesso, effervescente come mai in passato. Tra i critici più severi c'è Ambrogio Pozzi, da tanti anni attento osservatore del comparto mobiliero e della sua evoluzione, che sul numero di "Gd'A / Il Giornale dell'Arredamento", a proposito del sempre più stretto connubio moda-design-arredamento, ha scritto senza tanti giri di parole "le fortune del mobile italiano di design stanno altrove". Non è nostro compito, in questo contesto, prendere posizione al riguardo: ci limitiamo a registrare il fenomeno e a darne conto a chi ci legge, cercando di esemplificarlo nel migliore dei modi. Si è già detto che il colore ha investito ogni tipologia mobiliera, esplicitandosi però - prima di tutto - nel mobile singolo o nell'oggetto, dove spesso si abbina con forme e materiali inconsueti per l'arredamento, come il già ricordato metacrilato o il gel poliuretanico, chiamato anche technogel. Inserire in un arredamento esistente un mobile o un oggetto di design, colorato, vistoso, originale, può essere una soluzione interessante: infatti un tavolino, una seduta, una lampada dalle forme e dai colori inconsueti possono dare un tocco di nuovo a tutto l'ambiente, personalizzarlo notevolmente, svolgendo quasi la funzione di una scultura, di una forma d'arte.

Il tavolino "Happy" e la lampada "Astra" per un'esplosione di colore

Il tavolino "Happy" disegnato da Jérôme Gauthier per Ligne Roset: ha la base tonda o a croce con piano ondulato ed è affiancabile l'uno all'altro, quasi per evidenziare meglio quella piacevole stravaganza del piano… "non piano". Gli allegri pouf "Marocchino" disegnati da Denis Santachiara per Campeggi: sono in poliuretano e multicolori, in più s'illuminano. Di Santachiara è anche la lampada "Astra" proposta da La Murrina: è caratterizzata da un gradevole gioco di palline colorate, che si muovono in libertà dentro il vetro trasparente e ovalizzato del corpo lampada.

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