La Redazione Consiglia

I migliori articoli su Arredamento.it

Re: CRONACA: commentiamo i fatti del giorno

#4385
Lalli04 ha scritto: Io l'atteggiamento del padre lo capisco (insomma...capire è una parola grossa) nell'ottica del senso di colpa, i segni della depressione della moglie
c'erano tutti, lei ha un'attacco di panico nella notte e la mattina te ne vai a lavorare come niente fosse lasciandola sola coi due figli.... :? :(
io invece è l atteggiamento del marito che nn capisco: come può una persona normale, restare con la moglie sapendo che ha ammazzato tuo figlio. Anche se ipoteticamente nn fosse suo figlio a me farebbe paura restare con una ersona del genere: se è stata capace di uccidere il sangue del suo sangue (l essere che ha portato in grembo per nove mesi ) come, un indomani, potrebbe avere pietà di te o di uno dei tuoi figli :?:

SEcondo me, la Franzoni nn è stata lei o se è stata lei lo ha fatto insieme al marito. Oppure è stato il fratellino ed è quello che penso anche io. Per esperienza dico, che seppur il bambino all epoca dei fatti era piccolo, nn ci vuole niente a fracassare un cranio. Ricordo Ale che a 19 mesi sollevò un vaso per buttarlo in testa al fratello, un bambino di 6 anni dovrebbe avere più forza, soprattutto perchè nn si parla di vasi, ma di oggetti contundenti.
Immagine


Immagine


"Vivi come se dovessi morire domani.
Impara come se dovessi vivere per sempre."
- GANDHI -

Re: CRONACA: commentiamo i fatti del giorno

#4388
MARYANGY ha scritto:
Lalli04 ha scritto: Io l'atteggiamento del padre lo capisco (insomma...capire è una parola grossa) nell'ottica del senso di colpa, i segni della depressione della moglie
c'erano tutti, lei ha un'attacco di panico nella notte e la mattina te ne vai a lavorare come niente fosse lasciandola sola coi due figli.... :? :(
io invece è l atteggiamento del marito che nn capisco: come può una persona normale, restare con la moglie sapendo che ha ammazzato tuo figlio. Anche se ipoteticamente nn fosse suo figlio a me farebbe paura restare con una ersona del genere: se è stata capace di uccidere il sangue del suo sangue (l essere che ha portato in grembo per nove mesi ) come, un indomani, potrebbe avere pietà di te o di uno dei tuoi figli :?:

SEcondo me, la Franzoni nn è stata lei o se è stata lei lo ha fatto insieme al marito. Oppure è stato il fratellino ed è quello che penso anche io. Per esperienza dico, che seppur il bambino all epoca dei fatti era piccolo, nn ci vuole niente a fracassare un cranio. Ricordo Ale che a 19 mesi sollevò un vaso per buttarlo in testa al fratello, un bambino di 6 anni dovrebbe avere più forza, soprattutto perchè nn si parla di vasi, ma di oggetti contundenti.
Mary la penso come te!

Re: CRONACA: commentiamo i fatti del giorno

#4392
Immagine
Scrive Rosa Schiano, attivista Attivista presso l’ International Solidarity Movement: “Ricostruzione grazie alle immagini. Un primo missile israeliano ha colpito il porto di Gaza city. I bambini che si trovavano nelle vicinanze del porto hanno iniziato a scappare sulla spiaggia. Ma un secondo missile li ha centrati ed uccisi. I bambini stavano scappando. Un aereo o una nave israeliana li ha puntati e li ha uccisi. Da un drone o da una nave i militari israeliani possono vedere chiaramente che si tratta di bambini. Non è un errore. Se non basta questo a fermare questo massacro, non so più cosa possa farlo.Ahed, Montaser, Ismail, Mohammed, tra i 9 e gli 11 anni, erano tutti della famiglia Baker.”

Re: CRONACA: commentiamo i fatti del giorno

#4393
"L’evidenza della Storia di cui parlo è in primo luogo: che il progetto sionista di una ‘casa nazionale’ ebraica in Palestina nacque alla fine del XIX secolo con la precisa intenzione di cancellare dalla ‘Grande Israele’ biblica la presenza araba, attraverso l’uso di qualsiasi mezzo, dall’inganno alla strage, dalla spoliazione violenta alla guerra diretta, fino al terrorismo senza freni. I palestinesi erano condannati a priori nel progetto sionista, e lo furono 40 anni prima dell’Olocausto. Quel progetto è oggi il medesimo, i metodi sono ancor più sadici e rivoltanti, e Israele tenterà di non fermarsi di fronte a nulla e a nessuno nella sua opera di Pulizia Etnica della Palestina. Questo accadde, sta accadendo e accadrà. Questo va detto, illustrato con la sua mole schiacciante di prove autorevoli, va gridato con urgenza, affinché il pubblico apra finalmente gli occhi e possa agire per fermare la barbarie.

In secondo luogo: che la violenza araba-palestinese, per quanto assassina e ingiustificabile (ma non incomprensibile), è una reazione, REAZIONE, disperata e convulsa, a oltre un secolo di progetto sionista come sopra descritto, in particolare a 60 anni di orrori inflitti dallo Stato d’Israele ai civili palestinesi, atrocità talmente scioccanti dall’aver costretto la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani a chiamare per ben tre volte le condotte di Israele “un insulto all’Umanità” (1977, 1985, 2000). La differenza è cruciale: REAGIRE con violenza a violenze immensamente superiori e durate decenni, non è AGIRE violenza. E’ immorale oltre ogni immaginazione invertire i ruoli di vittima e carnefice nel conflitto israelo-palestinese, ed è quello che sempre accade. E’ immorale condannare il “terrorismo alla spicciolata” di Hamas e ignorare del tutto il Grande terrorismo israeliano.

Le prove. Non posso ricopiare qui migliaia di documenti, citazioni, libri, atti ufficiali e governativi, rapporti di intelligence americana e inglese, dell’ONU, delle maggiori organizzazioni per i Diritti Umani del mondo, di intellettuali e politici e testimoni ebrei, e tanto altro, che dimostrano oltre ogni dubbio quanto da me scritto. Quelle prove sono però facilmente consultabili poiché raccolte per voi e rigorosamente referenziate in libri come “La Pulizia Etnica della Palestina”, di Ilan Pappe, Fazi ed., o “Pity The Nation”, di Robert Fisk, Oxford University Press, e “Perché ci Odiano”, Paolo Barnard, Rizzoli BUR, fra i tantissimi. O consultabili nei siti http://www.btselem.org/index.asp, http://www.jewishvoiceforpeace.org, http://zope.gush-shalom.org/index_en.html, http://www.kibush.co.il, http://rhr.israel.net, http://otherisrael.home.igc.org. O ancora leggendo gli archivi di Amnesty International o Human Rights Watch, o ne “La Questione Palestinese” della libreria delle Nazioni Unite a New York."


http://www.paolobarnard.info/intervento ... .php?id=86
http://www.paolobarnard.info/palestina.php

Re: CRONACA: commentiamo i fatti del giorno

#4395
A me non interessa se erano israeliani o palestinesi. A me interessa che erano bambini. Bambini che stavano giocando a pallone sulla spiaggia. Il primo missile li ha sorvolati, lasciandoli increduli. Possibile che la guerra potesse ruggire proprio lì, tra gli alberghi e i capanni del lungomare? Sono scappati col pallone sotto l’ascella. Qualcuno è corso verso un gruppo di giornalisti stranieri appena usciti da un hotel. Qualcun altro si è rifugiato dentro un capanno, nell’illusione che al riparo di un tetto il male sparisse o facesse meno danni. È a quel punto che il secondo missile li ha colpiti. Sono morti in quattro, tutti della stessa famiglia. Il più piccolo aveva nove anni. Il più grande dodici. I feriti perdevano sangue dalla testa e si tenevano le mani sullo stomaco, urlando di spavento e di dolore.

Immaginate i parenti di quei piccoli, l’odio senza tempo che da oggi germinerà nei loro cuori. A me non interessa più capire questa guerra, distinguere tra atti bellici e atti terroristici, soppesare i torti e le ragioni. A me interessano quei quattro bambini. E i tre adolescenti della parte opposta uccisi a freddo nei giorni scorsi. La mattanza di futuro ha raggiunto ritmi insostenibili persino per un mondo in overdose perenne d’indignazione come il nostro. Nel tentativo di dare almeno una forma all’orrore, scrivo i nomi delle sette vittime, senz’altra distinzione che non sia la loro comune appartenenza alla razza umana: Eyal Yifrah, 19 anni, Gilad Shaar (16), Naftali Fraenkel (16), Ramez Bakr (11), Ahed Bakr (10), Zakaria Bakr (10), Mohammad Bakr (9). Nove anni. Scrivo i loro nomi e urlo il mio infantile, inutile, definitivo: basta.
omnia munda mundis