Romolo ha scritto:
Allora io parto da un concetto di base che sta nella progettazione industriale. Quando ho avuto a che fare con qualche mobiliere la cassa, in particolare il colore di una cassa nasce in base ad una determinata anta. Ad esempio la cassa MELAMINICA noce canaletto nasce con la cucina X con frontale laminato noce canaletto, sulla base della quale (l’anta per intenderci) si sceglie la carta per il colore del melamminico della cassa (non è laminato). Se dopo qualche tempo progetto una nuova anta in laminato noce canaletto, che ovviamente non avrà la stessa identica nota di colore (altrimenti si che sarebbe un due balle) ecco che già il colore della cassa non abbina più così perfettamente, ma cmunque tende ad abbinare.
Ovviamente parto sempre dalla concezione di voler parlare di PERFETTO abbinamento tra melamminico e laminato, perché per avere il perfetto accosto tra melamminico e legno (o impiallacciato) sarai d’accordo con me che questo è pressoché impossibile ottenerlo; avrai una abbinabilità ottima ma mai perfetta.
che fatica sistemare i quote. Ti dovevo delle risposte, io non mi dimentico.
Allora partiamo dal pressupposto che io spesso nello scrivere sbaglio e scrivo laminato anzichè melaminico, errore dovuto alla fretta di scrivere.
Pur non di meno la sostanza cambia poco, se vogliamo parlare di abbinabilità tra cassa e anta.
Allora, se tu mi dici che con la stessa cassa cerchi di abbinare un anta che è stata progettata successivamente, commercialmente vai incontro a dei rischi di contestazione, perchè devi passare sotto l' obiettivo dei clienti che non ascoltano le tue giustificazioni di produttore, Il cliente ti dice: la cassa è diversa dall' anta, voglio che sia tutto a posto.
Purtroppo per te parlo di abbinamenti perfetti (non ottimi) tra cassa melaminico e anta in legno, prodotti visibili nella mia esposizione.
Poi che tu mi dica che non puoi (per motivi produttivi, ad esempio devi smaltire del semilavorato melaminico in magazzino) per ogni tono colore avere una cassa, ti accontenti mi va bene. MA io che devo confrontare due prodotti certe cose le faccio notare, eccome.
Romolo ha scritto:
Ci risiamo con il vittimismo e il piangersi addosso. Io sono il cattivo e tu sei la vittima. Mi ricordi i nostri cari politicanti. E pensare che siamo più vicini su queste considerazioni che su altre.
Come svio il discorso! Mi sembrava che nel tuo precedente post indicassi come il maggiore e minore quantità di spine determinasse la “qualità”del montaggio; è ovvio che ognuno può cambiare opinione, ed è per questo che ora mi trovi più in linea con il tuo pensiero. La pancia che dici tu è probabilmente determinata dalla precisione dell’applicazione dell’attaccaglia del mobile (la ferramenta per il fissaggio del mobile alla barra reggi pensili) e questa precisione è data dalla capacità delle foratrici di essere accurate nella fase di produzione. Ho avuto modo di vedere qualche linea produttiva in passato e a mio parere è qui che si puù fare la differenza. Alla fine invece, anche se ti da fastidio generalizzare, le spine son spine e la colla è la vinilica (quella di Muciacia di Art attak per intenderci).
tanti giri di parole, linee produttive, bla, bla, basiamoci su quello che è il prodotto finito. Ci sono prodotti che non tengono la squadra e le regolazioni già appena le monti, e parliamo di aziende conosciute presso il grande pubblico e per questo ritenute di qualità eccelsa.
Non sempre questo è vero, anzi. O meglio ci sono aziende conosciute che attualmente tengono fede al loro nome storico, altre che sono prodotti molto economici qualitativamente, ma che hanno un nome presso la clientela.
POi che per raggiungere una stabilità di assemblaggio usino una linea produttiva migliore di altre, è importante, ma alla fine è il prodotto finale che conta, se io un prootto lo taglio e lo modifico giudico quello che ho in mano, non sto a risalire alla qualità della linea produttiva perchè non è quello il mio punto di vista di partenza.
Aldilà della collla vinilica di muciacia, la battuta non è molto felice.
Romolo ha scritto:
Per l’acciaio sugli scolapiatti, riprendendo pari pari la scheda prodotto della Snaidero (mi pare anche scaricabile da Internet, o per lo meno farebbero bene a farlo), a te tanto cara, leggo esattamente:
“La base lavello è dotata di un rivestimento in alluminio del fondo…….. su richiesta anche i fianchi possono essere protetti in alluminio”. Forse che la scheda prodotto della Snaidero dica castronerie?
Per i pensili scolapiatti leggo, con lo stesso tenore “Il pensile colapiatti è dotato di una griglia in acciaio inox e può essere, su richiesta, rivestito internamente con una protezione in alluminio”.
Guarda un po. Anzitutto si parla di alluminio che, come forse ben saprai, è diverso dall’acciaio, giusto? E poi mi pare di capire che di serie questi mobili non lo prevedano ma che optino per un più ragionevole “a richiesta” o comunque prevedano semplicemente il rivestimento del fondo della base per lavello. O forse che, riporto fedelmente le tue parole “……Il fatto che molti lo mettano come optional non mi sembra un ragionamento, soprattutto in un periodo dove il costo nell' acquisto cucina è la cosa più importante, figurati se un mobiliere lo insierisce nell' ordine, sapendo che tanto il cliente non gli riconoscerà la maggiorazione. Prefersico un azienda che costa di più che cura il prodotto e io possa far notare al cliente quali siano le pecualiarità, piuttosto che un prodotto medio anonimo uguale agli altri…..”. Hai mai pensato che forse lo inserisci nel preventivo, lo monti e non lo fai pagare?
Ascolta qui nessuno ha la verità in tasca, io per primo. E' culturalmente bello avere discussioni aperte e franche con persone che conoscono la materia e che non fanno dei luoghi comuni la normale conversazione. Ed è su questo presupposto che vorrei commentare in questo forum. E’ che è fastidioso che qualcuno voglia catechizzare altri commettendo, tra l'altro, con tali strafalcioni in campo tecnico.
O forse è solo un modo per voler affossare e screditare il parere di qualcuno che di conoscenze ne ha quasi quanto te?
Ciao e sarà un piacere poter scambiare altre quattro chiacchiere con te.
anche qui ammetto il mio errore di denominazione, acciaio anzichè alluminio. Errore che non dovrei fare se parliamo tecnicamente, ma mi pare che tu voglia attaccarti ad argomenti poco convincenti.
Come specificato da skyline, snaidero in particolare, riveste di serie sottolavelli e scolapiatti in alluminio di serie, chiaro che per la concorrenza sminuire la cosa è ovvio, per chi invece deve far notare certi accorgimenti denota una innegabile cura del prodotto.
Ti ringrazio per gli apprezzamenti, ma io non ho l' intenzione di catechizzare nessuno. Forse a te che vuoi giustificare da un punto di vista produttivo certe caratterisitche ripetto ad altre può sembrare che io voglia catechizzare qualcuno. Non ho queste altissime aspirazioni, sei tu che me le vuoi affibiare.
Ti spiego meglio cosa intendevo per compattezza del truciolare in un mio precedente post, visto che mi hai detto che scrivo strafalcioni. o argomenti fumosi.
Spesso confrontando prodotti di varie aziende, ti accorgi, della differente compattezza del truciolare tra i vari prodotti, tralasciando la qualità delle finiture, e gli accorgimenti tecnici, qualità della ferramenta e altre amenità.
Un truciolare compatto (te ne accorgi quando tagli i top, quando tagli le fasce d tamponamento sono le stesse strutture dei mobili) porta ad avere un assemblaggio migliore, i mobili tengono la squadra, non si imbarcano le strutture nel caso di pannelli lunghi (basti pensare alle base larghe 90, le basi ad angolo con pannelli larghi più di 1 metro).A cosa serve un assemblaggio migliore? può essere una tua lecita domanda: Non serve solo a garantire che una cucina non cada a pezzi (difficile che accada, spesso certe cucine cadono a pezzi più per come sono montate o per come sono usate, per quanto siano scadenti), ma serve a tenere che le ante non vadano fuori registro (se il truciolare è di buona compattezza, nel caso dei pensili scolapiatti o sottolavelli, dove è più umido, o dove c' è acqua, la basetta della cerniera non "sgrana" via dal fianco, come spesso succede). Forse per te conta più come lavora la linea produttiva, io il prodotto lo vedo finito, ed è quello che giudico.
Ti accorgi, appunto della qualità di un truciolare dalla segatura che ti rimane dopo un taglio (lo so che per te potrà sembrare assurdo) o un foro praticato su un mobile. Più la segatura è farinosa ( e di conseguenza la macchina fatica a tagliare) più il truciolare è buono.
Quando tagli un pezzo melaminico o laminato ti accorgi di come la lamina salta (segno che il foglio melaminico è sottile, e il truciolare presenta molti "vuoti", da lì ne consegue la qualità peggiore o migliore di un pannello melaminico o di un truciolare. Prima che mi arrivi a contraddire, è ovvio che parliamo di usare macchine da taglio che abbiano una affilatura impeccabile, se una lama non taglia sgrana qualunque materiale laminato.
Non a caso se tu prendi del nobilitato o del melaminico dai vari negozi di bricolage, troverai laminato che saltano al taglio solo a guardarli (ma li subentra la bravura di non sgranare materiali economici, siamo tutti bravi con la le macchine industriali e matariali di prima qualità) e sono nobilitati da prezzo per poter essere venduti a basso costo.
Te lo ribadisco non ho nessuna intenzione di catechizzare nessuno, sei tu che hai questa sensazione. Dopodichè Tu fai le tue valutazioni.
Forse io a differenza di altri mi nascondo meno dietro formalismi tecnici, e parlo in modo diretto di quello che vedo, semplificando il più possibile.
Anche io sono stato parecchie volte presso aziende a vedere come si produce un mobile, ma il loro punto di vista, è sempre quello di dire: "noi siamo bravi", non si confrontano con gli altri prodotti. Per intenderci è stupendo capire come si costruisce un mobile a livelo industriale (ultimamente ho visitato aziende che cercano la qualità totale), ma è altrettanto importante riuscire a confrontare tanti prodotti dai più economici ai più elevati qualitativamente, e ti garantisco che è una ottima palestra.
Scusami se non ti ho risposto subito ma per una risposta così argomentata ci vuole tempo. Tanto ti dovevo.
Anche per me è un piacere colloquiare con te.