roughangels ha scritto:La cucina di mia madre ha i suoi annetti, è laccata nemmeno di ultima generazione ed è ancora com'era quando l'ha comprata. E vi assicuro che il sole ci batte... Fortunato?
no: è ingiallita tutta alla stessa maniera e non hai modo di capire di quanto si è ingiallita: tutto li.... anzi aggiungo che con probabilità 99.9% ha subito variazioni di lucentezza rispetto all'acquisto letteralmente abissali dovute al tempo, pulizia ed usura e manco di quelle ti sei accorto per lo stesso motivo e perchè il nostro occhio non è una macchina.
Il nostro occhio (per fortuna) non è tanto tanto sensibile e certe variazioni di colore non vengono percepite: C'è tutta una misurazione dei toni di colori e c'e' pure una scala che diciamo fa una quantificazione "sommatoria" degli "assi" nello spazio colore: si usa infatti dire che una tinta è fuori di un "DeltaE". L'idea è che un DeltaE di 1 sia la soglia di percezione dell'uomo, Le carte, i laminati e le vernici si tarano di solito su deltaE (...non sbilanciati troppo su un asse) di 0,3-0.5 che per la verità è una differenza abbastanza minima ma che taluni occhi esperti, in condizioni di illuminazione ed angolazione ottimali percepiscono: comunque in assenza di occhio c'e' la macchina che ci aiuta. Un bordo abs può essere tranquillamente fuori rispetto al pannello di 3 senza che l'occhio umano noti tale (abissale) differenza in quanto l'occhio umano percepisce la differenza di 3 sul DeltaE del bordo come un cambio di luminosità dovuto alla differente rifrazione della luce sul bordo (che si trova a perpendicolo rispetto alla superficie). Al Catas (ente certificatore) fanno un test molto accurato esponendo ad una lampada allo xenon le superfici per 20 ore: mi pare che corrisponda grossolanamente ad un'esposizione a luce solare diretta attorno ai 6 mesi ma non ne sono sicuro ed un ottimo risultato è una variazione del deltaE di <=0,5 solitamente raggiunta solo con vernici per legno acriliche. Tutto questo casino per spiegare che è quasi impossibile che l'occhio umano (anche dopo 5 anni) possa percepire una variazione di tinta in una cucina laccata biancha che non ha avuto sostituzioni e che è comunque stata "indoor"in quanto la variazione avviene in tempi troppo lunghi ed il nostro occhio è troppo sommario: non riuscirebbe mai e poi mai a distinguere "anche ampie" variazioni di colore di due elementi non perfettamente complanari o distanti anche solo 30 cm uno dall'altro (vedi esempio bordo fuori di 3 sul DE).
Vernici: vero che esistono vernici outdoor migliori ma ogni vernice per ogni settore: dubito che una vernice per automobili possa essere sempre e comunque adatta al settore legno (a prescindere dai costi): ad esempio nel legno esistono stucchi e finiture poliestere ad essiccazione UV: usatissimi e fondamentali per creare uno spessore contro i movimenti e gli assorbimenti del legno, il metallo invece non assorbe e non ha questo problema. Ed il processo stesso di essicazione fotochimica (UV) comporta nella scelta dei filtri antiingiallenti delle problematiche non indifferenti che in metallurgia dubito abbiano(...il filtro deve far passare la lunghezza d'onda delle lampade dei forni e bloccare gli uv solari) per non parlare delle problematiche legate ai trasparenti ed alle verniciature su legno o altra superficie con tannini o aggrappanti... In poche parole non è (se è quello che intendevi @coolors) che noi produttori siamo solo dei tirchioni che non mettono i filtri nelle vernici per puro tornaconto economico: è un settore complesso con le sue problematiche e con le sue soluzioni: le vernici attualmente non ingialliscono tantissimo anche se un po' ingialliscono, tutte, ma tutto sommato è un problema abbastanza trascurabile in una cucina che deve starsene in una stanza sotto un tetto.