

Evocano le discussioni sulla commissione da parte della Artemide le parole di Sapper: '..volevo una lampada da disegno che avesse un ampio raggio di movimento e che, nonostante questa caratteristica, fosse poco ingombrante..'
La lampada all'epoca si presentò già come un oggetto hi-tech ante-litteram, che sconvolgeva e rendeva obsolete tutti i modelli precedenti di lampade da studio a molla, derivate da archetipi come la Anglepoise e quella a bracci di Jacobsen (sotto) progettate molto tempo prima ma che negli anni '70 popolavano ancora in gran numero scrivanie e tavoli da lavoro.



Dal punto di vista costruttivo rivela la filosofia ingegneristica e meticolosa di Sapper: essa si compone moltissimi pezzi, più di un centinaio, tutti applicati a pressione e senza viti.
In caso di caduta, gli attacchi si staccano invece di rompersi e possono essere rimessi al loro posto.
La struttura della lampada è progettata con estrema pulizia ma cela una tecnologia all'avanguardia: i bracci sono realizzati in metallo con un leggerissimo rivestimento in nylon rafforzato con fibra di vetro. Inoltre i bracci svolgono anche la funzione di conduttore a basso voltaggio, eliminando il fastidioso passaggio del cavo elettrico tra lampadina e base.
Il sistema dei contrappesi poi rappresenta uno dei punti di partenza della ricerca di Sapper che differenziano la Tizio dalle altre lampade: tiranti e non bilancieri ne molle sarà l'altra soluzione della successiva Tolomeo sempre di Artemide, dell'86, di cui si riparlerà in una scheda successiva.
Ancora il tedesco: '..lampade da lavoro con bracci erano sempre esistite, ma secondo me avevano sempre avuto dei problemi. Era essenziale un grande raggio d'azione e allora ho pensato di studiare un sistema di bracci controbilanciati; per questo avevo bisogno di due ordini di bracci, uno primario, l'altro secondario. Si trattava di una catena di sistemi di equilibrio dove si moltiplicavano continuamente dei pesi e per avere alla fine un peso totale della lampada accettabile dovevo fare un riflettore piccolissimo..'
Insomma, rispetto a tutte le lampade dell'epoca Sapper ripensa in modo sostanziale i principi base della lampada da tavolo, ideando un modello tecnologico, esile, leggero, abbastanza maneggevole, pulito, senza cioè l'obbrobrio estetico delle molle, dei cavi elettrici e sopratutto senza il fastidio d'esser abbagliati dalla lampadina ad incandescenza utilizzando tra i primi la tecnologia alogena che miniaturizza la sorgente. Infine la tecnologia del basso voltaggio, che 'mette in sicurezza' tutta la lampada, racchiudendo il trasformatore nella base cilindrica rotante.
L'emissione è concentrata ma efficace, e può essere direzionata ovunque, grazie anche alle dimensioni ridottissime della 'testa'.








