La Redazione Consiglia

I migliori articoli su Arredamento.it

Classici del design: sedia Plia

#1
Immagine
Immagine
Plia, è tutt'oggi prodotta dalla Castelli, fin dal 1970. Anzi, è il pezzo che ha reso noto in tutto il mondo sia questa piccola azienda bolognese di forniture di ufficio (controllata dal 1993 dall'americana Haworth) sia il suo creatore, Giancarlo Piretti.
Con la Plia Piretti ripropose il concetto di sedia pieghevole, partendo dalla tradizionale sedia pieghevole in legno, adottando però materiali adeguati, moderni e rinnovando il genere di seduta in senso funzionalistico, con un sistema di apertura/chiusura dotato di un 'perno a 3 dischi' (foto sotto), sistema che, come è apparso, fu immediatamente adottato da molte altre aziende produttrici di sedie pieghevoli. Piuttosto semplice il 'funzionamento' con la scocca formata dai 3 elementi in acciaio (uno rettangolare, l'altro quadrato ed un altro ancora, ad U) mentre ancora oggi ci sconvolge la riduzione operata sugli spessori e gli ingombri: insieme al perno a vista la forma ripiegabile della sedia si riduce ad uno spessore di soli 5cm.
Piretti combinò il telaio tubolare d'acciaio al polipropilene di seduta e schienale: rappresenta perciò la concreta realizzazione del "design democratico" così in voga negli '60, specie in Italia, quando molte aziende fabbricavano arredi in ABS e materiali plastici (poche sono sopravvissute, tra cui Artemide e Kartell, con grandi cambiamenti, la prima non si occuperà più di furniture) tecnologia agevolata dal basso costo della materia prima, il petrolio, prima del capovolgimento della situazione, avvenuta con la crisi petrolifera del 1974. La sedia trasparente divenne quindi da subito un'icona 'pop', simbolo della nuova nuova cultura industriale basata sulla plastica, registrando enormi consensi, anche per il basso costo con cui venne messa in vendita.
Piretti descrive poi il periodo di 'gestazione' della Plia dal 1965 al 1970, anni impiegati all'interno della piccola fabbrica bolognese come progettista di alcuni pezzi da ufficio: "..avevo ottenuto da Cesare Castelli, uno spazio laboratorio dove potevo accedervi a qualsiasi ore del giorno e della notte per portare avanti la mia ricerca, incaponito sull'alluminio, e vista la disponibilità mostrata dal presidente, ho cercato di dimostrare le possibilità di impiego, tra i mugugni delle maestranze del legno, che non capivano cosa stessi combinando. Ho cercato, al di fuori dell'ambito aziendale, quelle tecnologie che più fossero utili per la costruzione dei mobili. Contemporaneamente insegnavo all'Accademia di Bologna e perseguivo la mia ricerca da Castelli. Giunsi alla definizione di un prototipo per l'ufficio (la Axis 106, del 1965, sotto) realizzato con due scocche in compensato curvo, sedile e schienale, tenute insieme da ganasce di alluminio pressofuso.." Buono fu il successo della Axis 106, il cui modello definitivo fu presentato in uno stand defilato, accanto a quello di Poltrona Frau, all'interno del Salone milanese del 1965, a cui seguirono una serie di commissioni e di imitazioni da parte di aziende concorrenti.
Immagine
Parallelamente alle forniture per ufficio, l'azienda cominciò a cimentarsi nell'arredo domestico. Piretti spiega: "..avevo in mente di realizzare una seduta pieghevole dove la dinamica di apertura e chiusura delle parti rotanti si potesse risolvere in un unico snodo. Realizzai il primo prototipo in alluminio utilizzando le tecniche già usate per la 106, poi mi risolsi di ricavare sedile e schienale da uno stampo di un foglio di plastica trasparente per poi calzarli alla struttura della sedia. Avevo impiegato per la struttura definitiva dei tubolari d'acciaio molto sottili, per conferire a seduta e schienale, trasparenti, un aspetto di grande pulizia e rigore formale, oltre ad un meccanismo di apertura e movimento molto piccolo e morbido, particolarmente accattivante alla vista.. Presentai alla direzione della Castelli la Plia e questa volta la sedia destò maggiore perplessità della 106.." Eppure i vertici dell'azienda compresero il taglio 'trasversale' del prodotto, valido su entrambi i fronti dell'arredo da ufficio e domestico e, ancora Piretti: "..si verificarono i costi di produzione che furono aumentati di 3 volte, fino a 22.500 Lire, ma poi, avvedutamente, furono dimezzati ad un prezzo finale di 11.250 Lire, in previsione delle alte tirature." Plia fu presentata nello stand della Anonima Castelli al Salone del Mobile di Milano nel settembre 1970 con un successo immediato e travolgente. Piretti: "Nel giorno di apertura, la seduta ottenne così tanti consensi di pubblico, che addetti e visitatori si allontanarono dallo stand portandosi via i 'campioni' senza nemmeno chiederne il permesso. Per evitare finissero subito le scorte da esposizione, le Plia vennero quindi incatenate. Eppure non mancarono le critiche dei responsabili di produzione delle aziende concorrenti che valutando un azzardo la sedia, vaticinarono che la Castelli sarebbe fallita nel giro di qualche mese. Eppure, ricordo che non appena Mila Schon la vide, ne ordinò 800 esemplari per i suoi negozi. Fu quello il primo ordine, di innumerevoli. Oltre 6 milioni e tutt'oggi la Castelli-Haworth basa il suo fatturato sulla vendita della Plia.." Seppur con dei tempi non brevissimi - si era pur sempre negli anni '60 - particolarmente agile fu la messa in produzione, i cui processi furono migliorati grazie all'acquisizione da parte dell'azienda di Cesare Castelli di aziende che disponessero delle tecnologie fondamentali necessarie per il perseguimento dei nuovi filoni di produzione (Wegaplast nel '73 per la lavorazione delle materie plastiche e nel '76 la Nuova Renopress per la pressofusione) mentre una catena di distribuzione ben estesa nel mondo favorì le vendite, costanti nel tempo.
Infine, inutile dire che la sedia è tutt'oggi un oggetto di culto ed è esposta in tutti i musei di arti decorative tra cui, anche il MOMA di New York.
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Ultima modifica di lot il 20/07/12 11:05, modificato 1 volta in totale.

Re: Classici del design: sedia Plia

#2
:D La plia mi fa ricordare nostalgicamente il mio primo impiego. Ne avevamo alcune di colore trasparente/azzurrato nella sala di ricevimento clienti attorno ad un tavolo adottato all'uopo.
Particolare ilare ed indimenticabile: una collega non leggerissima ne adottò una per la sua scrivania, anche se non particolarmente adatta. Dopo breve uso la sedia cedette e lei rimase incastrata nel taglio circolare che si fece sulla seduta :lol:
http://www.alfemminile.com/album/homesweethome63
Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo

Re: Classici del design: sedia Plia

#3
Mmm.. sto pensando anche alle Plia per il mio salone. Chissà. Ho visto dei pezzi in uno stato così così.. al mercatino, e, quasi quasi, richiedendo le parti in metacrilato alla Castelli, potrei restaurarle, intanto rilucidando le zone in acciaio. Potrebbe essere conveniente e divertente insieme.. chissà! :D :roll:

Re: Classici del design: sedia Plia

#4
Che bei ricordi! Noi le avevamo quando ero bambina in sala da pranzo (tinello si diceva allora) accostate a un bellissimo tavolo in rovere laccato nero a poro aperto. Ricordo che io avevo il divieto assoluto di salirci in piedi, temevano rovinose cadute se avessi poggiato i piedini sulla parte posteriore del sedile :mrgreen:
Delle sei che avevamo ne ho salvata solo una che sta aspettando di rinascere a nuova vita!
Immagine
la mia casa work in progress

Re: Classici del design: sedia Plia

#5
Siiii, ricordi confusi anche io da piccolo, ma me la ricordo questa sedia completamente trasparente che per l'epoca era qualcosa di straordinario. Anche perché bastava poco per chiuderla sedendosi sopra, da piccoli.. :wink:
Zero, hai fatto bene a conservarla, fossi stato in te, se avessi potuto, le avrei conservate tutte!.. :D