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Gino Sarfatti al Palazzo della Triennale di Milano

#1
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Straordinaria, ed era ora si organizzasse finalmente, questa mostra dedicata all'opera del veneziano Gino Sarfatti (foto dell'allestimento, al centro del post) ed alla sua Arteluce, impresa che rappresenta l'avventura perfetta di un progettista di lampade e di un imprenditore insieme.
Sarfatti, self-made man che a 27 anni, dopo una laurea in ingegneria aeronavale ed alle spalle una famiglia in dissesto finanziario provocato dalle sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni all'Italia mussoliniana, fonda l'azienda Arteluce nel 1939, è un 'caso' nel panorama della storia dell'imprenditoria del settore. Da allora, in 35 anni ha disegnato (e materialmente, anche costruito) almeno mezzo migliaio di modelli di lampade prodotte poi, con una tiratura modesta. La ricerca di soluzioni innovative nei materiali, nelle sorgenti luminose, nelle tecniche produttive e negli effetti scenici sono state la base del suo operato.
Ricevette il Compasso d’Oro nel 1954 per la lampada da tavolo 559 e nel 1955 per la lampada scorrevole su asta 1055, tutte chiaramente di produzione Arteluce. Un modello 'eterno', tra le sue creazioni più famose, è il lampadario 2097 del 1958, riproposizione in chiave moderna del tradizionale lampadario a bracci, prodotto tutt'ora dalla Flos, che resta, alle soglie della rivoluzione led, un modello di riferimento per i saloni delle nostre case (tutte e 3, nelle foto di seguito).
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Arteluce nel corso degli anni allargò la sua collaborazione ad alcune tra le più forti firme del design storico italiano, come Albini, Frattini e Zanuso. Fino a quando, quasi improvvisamente - come ricorda il figlio Riccardo, scomparso prematuramente nel 2010 e fondatore di Luceplan - nel 1973 Sarfatti a 61 anni, incapace di reggere il peso di un'azienda notevolmente cresciuta per ordini e fatturato, molto diversa dalla piccola realtà degli inizi, venderà la fabbrica alla Flos.
L'azienda di Sergio Gandini stranamente, pur avendo acquisito i diritti su tutti i modelli, inserirà nel suo catalogo pochissime lampade create dal veneziano.
Gino Sarfatti abbandonò completamente il settore illuminotecnico, coltivando l'unico hobby della sua vita, raccogliere e vendere francobolli, aprendo un piccolo negozio a Menaggio, sul Lario, fino al 1985, anno della sua morte.
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Assolutamente geniali alcune sue creazioni, cadute nel dimenticatoio - non a caso la maggior parte delle lampade esposte provengono da collezioni straniere - che riportano al suo straordinario talento ed approccio in parte razionale legato agli studi di ingegneria, in parte artistico. Da notare infatti che tutti i suoi prodotti vengono contraddistinti non da un nome (come quelli tratti dalla mitologia, per la Artemide, per esempio) ma da un numero. Altro particolare apprezzabile, ancora un riconoscimento ai pezzi della Arteluce - in considerazione dell'attuale vague '50 - è che diverse sue lampade dopo decenni di oblio, 'rivivono' e sono similmente riprodotte ancor oggi da altre aziende, anche non italiane.
Un pezzo di grande fascino tra tanti, e non solo per i collezionisti del genere, è divenuta la 548, straordinaria lampada da tavolo prodotta dal 1951, mentre anticipatrice di tante lampade minimali è quella da terra 1063 del 1953, dove protagonista assoluta è la nuova fonte a scarica appena introdotta in Italia (sotto).
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Riccardo Sarfatti ricordava: [..] La forza di mio padre era il contatto diretto, anche manuale, con i materiali che lo portavano ad avere quelle sorprendenti intuizioni con cui riusciva a trovare soluzioni del tutto diverse rispetto a quelle che si erano fatte sino ad allora. Per fare il paralume, ad esempio, non usava della stoffa - come era consuetudine - ma l'alluminio. La figura di mio padre è quella di un imprenditore/progettista anomalo perché voleva assolutamente occuparsi di tutto in prima persona, dall'ideazione del progetto alla sua protipizzazione, ma era anche amministratore e portalettere (la posta la sera la imbucava lui)..
La Luceplan, strano destino, ricalca quello della Arteluce, sempre a conduzione familiare (dal 1978, fondata dai Sarfatti, dal figlio Riccardo e sua moglie Sandra Severi insieme al designer Paolo Rizzatto) sempre ceduta alla concorrenza, dal 2010, con la scomparsa improvvisa di Riccardo, è sotto il controllo della Philips.
Info mostra:
http://www.triennale.it/it/mostre/futur ... o-sarfatti
Ultima modifica di lot il 21/08/14 9:55, modificato 4 volte in totale.

Re: Gino Sarfatti al Palazzo della Triennale di Milano

#4
annsca ha scritto:@cappe, anche qui, pulmino ? 8) :lol:
e visto che siamo a MI, dobbiamo farci entrare anche questa
http://www.mostrapicasso.it/
giusto ann!,partiamo da Renoir ,risaliamo per Sarfatti e concludiamo con Picasso,puoi parcheggiare il pulmino e pernottare,tranquillamente in piazza Duomo...siam già li :mrgreen:
The sisterhood of The Calf 37,5
it takes two to play tango (cit.dammispazio)
Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione (Algernon Charles Swinburne)

Sfacciatissima compromessa

Re: Gino Sarfatti al Palazzo della Triennale di Milano

#5
capperugiola ha scritto:
annsca ha scritto:@cappe, anche qui, pulmino ? 8) :lol:
e visto che siamo a MI, dobbiamo farci entrare anche questa
http://www.mostrapicasso.it/
giusto ann!,partiamo da Renoir ,risaliamo per Sarfatti e concludiamo con Picasso,puoi parcheggiare il pulmino e pernottare,tranquillamente in piazza Duomo...siam già li :mrgreen:
:idea: oppure un camperino?o meglio un hotel economico.
un bel week-end d'arte e design 8) in buona compagnia :wink:
http://www.alfemminile.com/album/homesweethome63
Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo

Re: Gino Sarfatti al Palazzo della Triennale di Milano

#6
DIERRE ha scritto:
capperugiola ha scritto:
annsca ha scritto:@cappe, anche qui, pulmino ? 8) :lol:
e visto che siamo a MI, dobbiamo farci entrare anche questa
http://www.mostrapicasso.it/
giusto ann!,partiamo da Renoir ,risaliamo per Sarfatti e concludiamo con Picasso,puoi parcheggiare il pulmino e pernottare,tranquillamente in piazza Duomo...siam già li :mrgreen:
:idea: oppure un camperino?o meglio un hotel economico.
un bel week-end d'arte e design 8) in buona compagnia :wink:
l'idea potrebbe essere interessante, in effetti :roll:
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Re: Gino Sarfatti al Palazzo della Triennale di Milano

#10
annsca ha scritto:
lot ha scritto:Allora, quando vado, vi dirò.. :wink:
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:roll: :roll: :roll:
ehhhmmmm , c'è mica qualche novità ? :roll: 8) :lol:
:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
non so perché ma ho associato il 3D in sondaggi :mrgreen:
Dove sta una rosa e innanzitutto dove sta il vento? Il vento è tutto sempre fuori di sé, cioè folle. La follia è la foglia al vento e folle è proprio colui che si perde nel vento, come le foglie e i fiori degli alberi. (A. Conte)

Re: Gino Sarfatti al Palazzo della Triennale di Milano

#14
capperugiola ha scritto:Siiiiii! Io vi aspetto! :D
Anna, sì, sono stato velocemente a Milano - mi spiace Cappe, ma è stata una cosa 'cotta e mangiata' come si dice qui.. :oops: Ma è sicuro che ritorno su spesso e periodicamente.. La mostra di Sarfatti alla Triennale? Da vedere assolutamente, secondo me. E da associare, se si regge, con quelle di Costantino e Picasso. Peccato, bello davvero il catalogo di Sarfatti, ma costa mostrosuamente, 75 euro.. E' rimasto la, sui banchi.. :? :cry: