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Classici del design: lampada Arco

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1962, l'anno magico. Arco, prima lampada 'complessa' ideata da Achille e Pier Giacomo Castiglioni dopo la Splugen Brau (1961, progettata per l'omonimo locale di Milano nell'edificio di Caccia Dominioni).
Prima c'erano stati il bulbo ad incandescenza per la Leuci, sopra - sorta di lampada/manifesto che identificava la lampada con la lampadina stessa - e gli esperimenti con le lampade in cocoon, il polimero plastico spruzzato per usi militari, condivisi tra i Castiglioni e Tobia Scarpa (Taraxacum, Viscontea, Gatto, Gattino, Fantasma, tutte in linea per Flos già nel 1962) derivati dai 'bozzoli'-lampade di George Nelson diffuse nell'America degli anni '50. E, contemporaneamente, si avviava il capitolo della collaborazione tra i Castiglioni e la Kartell, che fruttò una serie di lampade in metacrilato, il materiale del momento, tra cui la KD6, sotto.
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Il '62 fu l'anno della svolta anche per la rinnovata Flos - rilevata da Dino Gavina e Cesare Cassina perché diventasse un marchio dal design d'avanguardia; l'azienda meranese mise in produzione una serie di lampade che diverranno tutte delle icone (e prodotte ancor oggi) declinandole in gamma completa pensate dai due fratelli: oltre alla Arco (a stelo), il remake della industriale R.L.M. Rellemme (sospensione) sotto, i 'ready-made' Toio (terra) e Taccia (tavolo) e la piccola Ventosa (da lettura).
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Il resoconto sull'ideazione della Arco è noto perché fornito direttamente da Achille in un'intervista sulla rivista Ottagono, nel 1970: '..Pensavamo ad una lampada che proiettasse la luce sul tavolo, ce n'erano già ma bisognava girarci dietro. Perché lasciasse spazio attorno al tavolo la base doveva essere lontana almeno due metri. Così nacque l'idea dell'arco: lo volevamo fatto con materiale già pronto in commercio e trovammo che il profilato di acciaio curvato andava benissimo. Poi c'era il problema del contrappeso: ci voleva una massa pesante che sostenesse tutto. Pensammo al cemento prima poi scegliemmo il marmo perché a parità di peso ci consentiva un minore ingombro e quindi in relazione ad una maggior finitura, un minor costo. Nella Arco niente è decorativo: anche gli spigoli smussati della sua base hanno una funzione, quella di non urtarci; anche il foro non è una fantasia ma c'è per permettere di sollevare la base con facilità..'
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L'idea, come ebbe più volte a dire Achille, derivava dall'osservazione dei lampioni stradali; la novità assoluta contrariamente a tante altre lampade a stelo - precedenti o successive - era che questa 'creava' spazio, da qui l'assoluta accessibilità al tavolo dato che il riflettore della lampada si comportava come una sospensione, provenendo dall'alto ed illuminando 'zenitalmente' il piano. L'ampiezza dello stelo (lungo 2,2m; alto 2,5m) allontanava la base dal piano garantendo così la migliore fruizione senza ostacoli dei commensali alla tavola o ad una più libera disposizione dell'arredo.
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La lampada si sviluppa in tre parti, le stesse che saranno smontate e contenute nei tre imballi di cartone in cui viene spedita: base, stelo e riflettore. In questa partizione è evidente il consueto interesse dei Castiglioni per la praticità, quindi all'imballaggio per la spedizione al cliente (l'esempio più calzante nel packaging della Parentesi pensato come fosse quello di un giocattolo, aderente ai componenti della lampada e con la fessura-manico per il trasporto).
La base è un parallelopipedo realizzato in marmo di Carrara pesante ben 65 Kg e con gli spigoli smussati. E' caratterizzata da un foro, che sembra quasi una presenza misteriosa perché praticato con asimmetria in un punto particolare. Questo, corrisponde al baricentro del solido di marmo e serviva per sollevare la base e spostare la lampada, operazione, affatto semplice, da compiere in due, inserendo appunto il manico di scopa nel foro.
Dalla base in marmo, si sviluppa lo stelo, realizzato in profilato in acciaio inossidabile satinato con sezione ad 'U', composto in tre settori, che consente scorrendo l'uno dentro l'altro, l'avanzamento telescopico dello stelo, allontanando di molto dalla base il riflettore, e consentendo il passaggio nascosto del filo elettrico. Il riflettore a cupola è formato da due calotte disposte una nell'altra. La prima, forata per evitare il surriscaldamento della sorgente, dato che contiene il portalampada agganciato alla parte terminale dell'arco; la seconda, sorta di anello in alluminio cromato, basculante, con la funzione di orientare il flusso luminoso.
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Gregotti, identifica una differente possibilità nel far luce per i Castiglioni costruttori di lampade: '..il loro rimettere in discussione la tipologia dell'oggetto da progettare, la sua funzione d'uso nello spazio per un uso antiretorico ed affettuoso, di apparente riduzione dell'importanza espressiva dell'oggetto, ed insieme il desiderio di dotare l'oggetto stesso delle qualità di radicalità dell'utensile comune, senza tempo. In più, la ricerca della minima forma possibile.' Insomma, a questa semplicità di visione aderisce anche la Arco (che richiama l'idea di lampione), come pure 'a questa logica razionalità senza ridondanza ne sprechi che richiama il design anonimo, la giustezza e l'asciuttezza degli utensili, degli strumenti, degli oggetti d'uso comune' (S.Polano).

Curiosità: gli anni '70 furono il periodo d'oro della lampada a stelo e la Arco divenne quella più famosa a livello globale (in gran numero popolarono la mostra di New York del '72 al MOMA, Italy. The New Domestic Landscape) comparendo spesso in molti set di film celebri e non. Tra tanti, è presente - investita da un nuovo appeal new-age - nella casa (che poi è la Elrod House a Palm Springs di John Lautner) del capo della Spectre in Diamond are forever (1971) tratto dalla saga di Ian Fleming (si noti l'ombra della calotta, sotto).
Infine, tra le numerose sue rivali, non si può non citare un'outsider, tra le più belle lampade a stelo in circolazione, progettata 5 anni dopo la Arco, di Joe Colombo la Coupé 3320/R per Oluce.
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Da aggiungere, che la Flos ha aggiornato nel 2012 la Arco con una seconda versione, Arco Led, inserendo il gruppo led all'interno della calotta, nascosto e schermato da un disco/diffusore di PMMA.
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La Arco spiegata da Achille Castiglioni e sito del suo autore:
http://www.youtube.com/watch?v=SRt8097Q8nw
http://www.achillecastiglioni.it/it/projects/id-23.html
Divertente il montaggio della lampada che aiuta a comprendere la facilità e la felicità del suo progetto:
http://www.youtube.com/watch?v=MTQfjS2k0Dg
Arco e repliche, la sentenza avversa a Semeraro:
http://www.sib.it/it/news-ed-eventi/news/629.html
Ultima modifica di lot il 26/12/15 8:06, modificato 9 volte in totale.

Re: Classici del design: lampada Arco

#2
:D Grazie per il topic ,Lot.
Hanno trasmesso la puntata sulla Arco - Storia del Design (Laeffe tv)pochi giorni fa.
http://www.alfemminile.com/album/homesweethome63
Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo