La Redazione Consiglia

I migliori articoli su Arredamento.it

La scomparsa di Bruno Rainaldi

#1
Immagine
Duole ricordare la scomparsa prematura di un grande designer, Bruno Rainaldi, il 23 febbraio scorso.
Aveva iniziato la sua carriera con De Padova, per poi diventare consulente marketing di Enrico Baleri dove aveva approfondito la strategia della distribuzione del design contemporaneo, materia a lui sempre cara da non disgiungersi col progetto, attività che intraprese in un secondo momento.
Fondava lo Studio RARI, di cui era divenuto sia progettista che direttore creativo, collaborando poi con aziende del calibro di Alivar (l'orologione Abnormal, o l'elegante serie trapuntata Sofà Boss, Boss Letto), Blum, MDF, Mussi, Sintesi (Pankotto), Casprini. Nel '94 partecipò al rilancio di Dilmos, in particolare con la collezione Dilmos edizioni, poi nel 2002 disegnò una serie di fortunate collezioni di complementi che comprende la famosa libreria verticale Ptolomeo, grazie a cui gli fu assegnato nel 2004 il Compasso d’oro, mentre, nello stesso anno aprì con Marta Giardini il concept-store Entratalibera, un grande spazio di design e d'arte contemporanea, a Milano. E poi ancora con Massimo e Flavia Ciatti, lanciò la collezione di specchi Facebox-genuine mirrors diventando tra l'altro socio dell'azienda toscana, arricchendone il catalogo con oggetti indovinati e 'senza tempo', come i vari Tabù, Uptown, Fefé, Allover..
Nel design della luce, tra i progetti più noti di Rainaldi una serie di lampade in acciaio per Terzani tra cui Bond, Orten'zia, A touch of red, Magdalena e del 2007, l'ultima, la bellissima Untitled, poi la Ceremony, in materiale plastico, per la romana Slamp infine una composizione con l'artista Medri, Freedom; originali anche la serie di testiere da letto della collezione DeSide (Gruppo Sintesi) di cui diviene pure direttore artistico; Modè, collezione di contenitori per Baleri Italia; Max8, sistema di contenitori a carrucola per Ciatti a Tavola. Rainaldi fu un grande innovatore nella distribuzione e nella comunicazione del design, tanto che si era definito 'un designer da marciapiede', una sintesi tutta d'ironia e leggerezza per cercare di eludere l'eccezionalità della figura del designer. In lui un'eccezionale predisposizione all'ascolto ed al dialogo si univa al talento del mercante, dell'artista; ed una dote, pienamente sfruttata da Baleri e da Ciatti, si rivelò quel suo scoprire bisogni inascoltati, unito all'interesse per il 'territorio': Rainaldi è stato definito perciò come una sorta di 'nomade' in grado di travestirsi ed essere irriconoscibile ogni volta. Mai scontato né gratuito. Come per esempio '..l'esigenza di fare dei pezzi, perché vedevo dei buchi, in termini di prodotto, da riempire. Avevo una visione di mercato e il mio essere designer è sempre stato supportato da un rapporto diretto di vendita col pubblico, di commercio o progettazione. È per questo che faccio oggetti un po' strani, ma senza perdere di vista il mercato..', ed è per questo che Rainaldi lo ricorderemo sempre per aver disegnato dei 'classici contemporanei'..
Infine, per chiudere, una recente intervista del designer:
http://www.lanciatrendvisions.com/it/23 ... o-rainaldi
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine
Immagine

Re: La scomparsa di Bruno Rainaldi

#4
:( Già a avevo letto di lui ,grande perdita.
:roll: quando ancora il forum era lontano dai miei pensieri , 8) quel letto di Alivar era in cima ai miei desideri.........
http://www.alfemminile.com/album/homesweethome63
Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo