canarino ha scritto:1. infatti, non l'avevo mai scritto, il parassita aveva lasciato qualche traccia (puoi immaginare quanto è stato necessario per noi vederla crescere insieme agli altri e, dopo nido e materna, vederla a scuola)
2. goia: ma starai scherzando, ieri sera quando le due maestre mi dicevano "ma non dovrebbe nemmeno fare il colloquio..." io mica mi sentivo in colpa, ero felice per la mia tatona
3. nemico: ahahahah sono le stesse cose che ripeto io a mia moglie, con l'aggiunta che le dico che certe volte mi ricorda sua madre (la mia suocera)
mia moglie non la prende benissimo
1. non solo immagino ma capisco bene le vostre angosce
Almeno però, nel vostro caso, avete dovuto combattere con una cosa ben definita (che, seppur grave, sapevate essere un parassita). Non sto dicendo che sia stato facile eh
ma che almeno conoscevate "il nemico"
Nel nostro caso invece combattiamo con un nemico "sconosciuto"
Il problema di linguaggio non dipende nè da cause fisiche (che so un danno cerebrale
o un ritardo psichico) nè da cause psicologiche. E' classificato come "disturbo atipico" (e ti pareva, poteva mai avere qualcosa di tipico?
) quindi non si sa bene quando e come se ne andrà
Questa cosa, ovviamente, non è che mi lasci molto tranquilla
e so che è terribile dirlo ma... quando gli hanno fatto la risonanza.... se mi avessero detto: "ok c'è un danno al cervello".... non dico che sarei stata felice
ma almeno avrei avuto qualcosa di certo contro cui combattere
2. forse dipende appunto dal fatto che combatto contro uno sconosciuto
ecco perchè poi, quando sento il bisogno di avere gratificazioni o conferme, mi sento in colpa
come se non fossi in grado da sola di riconoscere le conquiste a cui è arrivato
3. io spero davvero che crescendo il caratteraccio che ha adesso migliori un pochino
altrimenti corro il rischio di dovermelo tenere in casa a mò di bamboccione fino ai suoi 80 anni
e non è che l'idea mi piaccia + di tanto