#251
da Art69
Ieri sera ho visto Baaria, e ne ho avuto impressioni contrastanti.
Stupenda la fotografia e le immagini, e anche la colonna sonora.
Agli animalisti che contestano per la scena dell'uccisione del toro, mi viene da rispondere che di scene "splatter" ce ne sono altre, e che fanno forse ancora più "senso" (l'uccisione del bisnonno dei ragazzi a tavola, quando il viso diventa una maschera di sangue, senza considerare le varie volte che si vedono quei serpentelli neri, e quell'altra scena con tutte quelle lumache sul corpo del bambino - entrambe immagini che a me hanno fatto un pò ribrezzo - senza considerare quando Peppino, piccolo, viene sbattuto contro l'albero perchè non aveva raccolto abbastanza frutta).
A me è piaciuto molto il meccanismo dei flashback che fa "incrociare" i due bimbi all'inizio e alla fine: il bimbo con la maglietta rossa (che se non erro rappresenta poi il figlio più grande di Peppino) che corre a perdifiato, spicca il volo e poi si vede sopra la scuola dove andava Peppino, Peppino che messo in punizione dietro la lavagna si addormenta e si risveglierà alla fine del film in una Bagheria moderna, riesce a ritrovare nella vecchia casa in ristrutturazione l'orecchino scomparso della figlia, e rincorso dai muratori corre fino a incrociare nuovamente il bimbo con la maglietta rossa, che poi giocherà con la trottola che rompendosi farà uscire una mosca, esattamente come quella racchiusa nella trottola da Peppino.
E' in effetti pieno di giochi di flashback e rimandi, forse fin troppi (come gli scarponi che lucidava sempre la nonna dei bimbi, e guarda caso si scoprirà quasi a fine film essere come quelli di suo padre ucciso dai fascisti, o come Lina Sastri che vediamo dire ad un certo punto che non ci sarà quando sua figlia partorirà, salvo poi riapparire dopo un pò come una maga, o presunta tale, ma che in effetti sapeva molto delle storie di quella famiglia, come quando domanda delle uova rotte, come quelle che si rompono quando
Mannina abortisce il primo figlio)
La compagnia con la quale sono andato ha criticato l'uso smodato di questi rimandi.....
"Un sacco di artistoni", come avrebbe detto una mia conoscenza... fa un effetto strano vedere Ficone e Picarra in ruoli seri, e Beppe Fiorello nel ruolo dello schizzato del paese, scoprire che Vincenzo Salemme sa recitare (!).
Per le ambizioni che ha questo film, una critica gliela devo muovere: l'aver disseminato nelle tre ore di durata un sacco di quadretti (la guerra, l'arrivo degli americani, il referendum monarchia/repubblica, la strage di Portella della Ginestra, ecc ecc...) che finiscono spesso per rimanere solo abbozzati.
Per carità, l'arco temporale abbracciato è sicuramente lungo (dagli anni trenta ad oggi), però, anche se mi è piaciuto molto, mi ha lasciato un pò la sensazione di inconcludenza.
Sono convinto che ci sarebbe bisogno di rivederlo per capirne alcuni passaggi.