Nel 1992 Alberto Meda disegna la linea Frame.
Le sedute Frame, nelle loro varie tipologie (Highframe, Armframe, Longframe, Floatingframe e Rollingframe) derivano tutte dalla stessa idea costruttiva: mettere in relazione tra loro elementi estrusi, pressofusi, una rete di tessuto plastico e qualche vite. La sedia si prefigge di integrare in un unica forma continua tecnologie diverse: la struttura è composta da profili in alluminio estruso ed pressofusioni di alluminio; la seduta è realizzata con rete in tessuto di poliestere rivestito di PVC. L'estruso, comune a tutti i modelli, è disegnato per accogliere la rete che funziona da seduta, inferita in una scanalatura, e per connettersi fluidamente agli elementi pressofusi. L'incontro tra queste due tecnologie dell'alluminio, l'estrusione e la pressofusione, è realizzato in modo tale da ottenere una struttura unitaria e continua dove i nodi di giunzione sono integrati e resi naturali. La struttura si realizza mettendo in tensione la rete attraverso gli elementi pressofusi che funzionano da puntoni distanziali. A partire dalla stessa sezione estrusa e successivamente curvata, si ottengono le differenti tipologie che utilizzano elementi pressofusi comuni e singoli elementi specifici.
Nel 1994 il MOMA-Museum of Modern Art di New York include nella Design Collection la chaiselog "Longframe" della collezione Frame.
La sedia Highframe è stata segnalata al XVIII Compasso d'Oro AD nel 1998.
Aiutatemi a vincere un mio pregiudizio per favore.
Devo riconoscere che queste sedie sono oggettivamente belle e ben fatte, però la scelta dei materiali che le contraddistingue non riesce ad evitarmi di pensare ad una sensazione di freddezza, mi ricorda molto l'arredo giardino o le sedie da cucina "economiche" proposte dalla grande distribuzione se non addirittura un arredamento puramente contract (da ufficio)... mentre qui siamo difronte a pezzi di design di una certa importanza, di costo piuttosto elevato, che vengono posti in soggiorni eleganti, accostati a tavoli anche importanti.
Mi farebbe molto piacere conoscere la vostra opinione.
Ciao e grazie
Oriolo
#3
Ho scoperto da dove mi derivava quella sensazione di "economico e cucina" che mi dava da questa sedia: mi faceva venire in mente la sua imitazione, molto diffusa, editata dalla Bontempi (modello NET) che si vede spesso contestualizzata in contesti "cheap".
A volte mi domando dove stia il confine di "legalità" per certe imitazioni.
A volte mi domando dove stia il confine di "legalità" per certe imitazioni.
#5
purtroppo il mercato è pieno di banali imitazioni di questa sedia (e bontempi non è la peggio fatta , immaginiamo le altre...). però posso dirti che vista dal vero si distingue per certi particolari e i per dettagli costruttivi.oriolo ha scritto:Ho scoperto da dove mi derivava quella sensazione di "economico e cucina" che mi dava da questa sedia: mi faceva venire in mente la sua imitazione, molto diffusa, editata dalla Bontempi (modello NET) che si vede spesso contestualizzata in contesti "cheap".
A volte mi domando dove stia il confine di "legalità" per certe imitazioni.
#7
bellissima tutta bianca!lot ha scritto:Mi ci siedo spesso, al bar del Palazzo delle Esposizioni, a Roma, in tessuto tecnico chiaro e scocca laccata bianca. Io le trovo perfette, comode e seppur datate, sempre attuali..
lot, corri a esprimere la tua opinione nel ballottaggio cassina-alias, che intanto ti vado a uppare per comodità
#9
qui: http://www.arredamento.it/forum/viewtopic.php?t=52128lot ha scritto:Ma dove il ballottaggio, Edo?e.do. ha scritto:..lot, corri a esprimere la tua opinione nel ballottaggio cassina-alias, che intanto ti vado a uppare per comodità