Trip_Trap ha scritto:
esco un attimo OT e mi scuso per questo.
Ciò che affermi è sicuramente vero per la grande azienda. Non andrei però a rinnegare l'università come tale .... guadegnarenno anche di più ... perlomeno in una prima fase iniziale ..... ma ciò che viene ad essere acquisito negli anni dell'università è un bagaglio culturale che differenzia in maniera netta da coloro che hanno perseguito un sentiero formativo diverso. Quello che però non capisco è "l'immobilismo" ... concedimi il termine ... mentale di molti neolaureati. Questi escono dall'Università come se tutto fosse loro dovuto. Intendiamoci .... non è solo colpa loro .... vero è che l'Università proprio non insegna al fare "impresa" che in termini più diretti e chiari ..... "al darsi da fare". Parlo per la mia diretta esperienza .... ma ogni volta che devo selezionare dei "neo" ..... mi viene il mal di pancia ..... e parlo specie per gli "ingegneri"...... Tutti che escono con il mito della "grande azienda" .... che il altre parole significa (perlomeno nel loro intendimento) garanzia di posto fisso ..... tutti a guardare ad Accenture, Telecom, Fiat, Pirelli, ect ect ..... per carità pregevole indirizzo ..... ma quasi mai si arriva a comprendere che in quelle realtà si diventa solo dei "numeri" (nel gergo ..... carne da macello) e non si ottengono (perlomeno in una fase iniziale) delle siginificative soddisfazioni economiche. Nel momento in cui .... una piccola azienda .... ricerca questo tipo di figure .... da inserire in ruoli poliedrici .... si sicura crescita professionale ..... con possibilità di una rapida assunzione di responsabilità ..... e in definita per svolgere attività di eccellenza..... ci si sente porre .... in risposta alla classica domanda conclusiva di un colloquio "ha qualche chiarimento/domanda da pormi"? ...... quanti siete? .... quale sarà il mio sentiero di carriera? ...... avete la mensa? ...... ma il ticket quant'è? ...... ma le trasferte dai clienti saranno frequenti? ...... gli orari di lavoro quali sono? ......nel mentre in cui uno si aspetterebbe invece maggiore curiosità rivolta all'attività ..... ed in sintesi maggiore entusiasmo. Scusate .... piccolo sfogo di chi nel tempo si è trovato ad essere selezionato e ad oggi a dover selezionare...
Concordo, l'università è un percorso che non garantisce oggi come oggi un posto di lavoro, ma ti insegna ad usare la testa,ad organizzarti il tempo, a pensare....sempre che sia fatta con serietà
Non concorso assolutamente con il discorso dei fuori corso con rana (chissà perchè

) perchè non sai mai cosa ti può capitare nella vita, quali sono gli ostacoli che devi affrontare, che ti possono impedire di concludere in tempo la tua formazione, questo però non la inficia assolutamente, alla fine semmai potrebbe essere il voto a fare la differenza
Se dovrò consigliare mio figlio gli dirò di fare ciò che crede, perchè non esiste una strada giusta e una sbagliata, ho un amico che è tornato all'università a trent'anni, l'ha conclusa e fa il lavoro per cui ha studiato, il bianconiglio ha lasciato le superiori e ha trovato il lavoro per cui studiava e adesso assume i suoi vecchi compagni di classe diplomati
A questo proposito concordo con te trip-trap anche su questo, ai colloqui si sente chiedere "ma non farete mica straordinari? perchè io il sabato lo voglio libero e dopo otto ore voglio tornare a casa", più che giusto, ma la volontà ?
Per il sociale il discorso è diverso, non ci sono possibilità di carriera, e ti trovi ad avere a che fare con gli operatori formati con corsi regionali,ma in questo campo più che negli altri ci vuole passione..e basta...e bisogna scordarsi un buon stipendio