vista oggi...proprio bella.
mi-vi faccio una lezioncina riassuntiva così mi scrivo e mi fisso a caldo le cose più importanti sentite nella presentazione ufficiale...insomma mi faccio il bigino per la lezione da fare in classe
doverosa premessa: l'arte DELLE donne, cioè delle artiste femmmine, donne con le gonne, le donne che in epoche dove al massimo potevano aspirare a diventare mogli famose di tiziocaio...si appropriano con forza di un ruolo prettamente maschile: l'artista.
"mestiere" che è sempre stato considerato quasi una cosa zozza (non nel senso divertente del termine), dipingere è faticoso, ci si sporca con i colori, si ha a che fare con ambienti non proprio da Signora e con modelli 'gnudi poco adatti ai gentili occhietti di donzellette candide...
l'importante è l'opera, non il risultato, l'artista (maschio) è per molti secoli quasi un contorno, un necessario orpello da mantenere a vitto e alloggio in cambio di Opere con la o maiuscola...(basti pensare che in tutto il medioevo gli artisti manco si firmavano, erano semplici esecutori, indegni di citazione a piè dell'opera)
la mostra inizia con opere del Rinascimento, periodo in cui, finalmente, iniziano ad esistere artiste al femminile...
donne che però, nella maggior parte dei casi, sono pittrici grazie a vari livelli di parentela con artisti maschi ben più famosi.
sono le figlie di...le mogli di...le amanti di...
e per anni rimangono comunque sì riconosicute come artiste ma al loro nome viene inevitabilmente sempre affiancato quello della figura maschile al loro fianco.
uomo che spesso oltre che amato padre o amante...è anche il loro primo maestro.
in questo primo periodo i soggetti ritratti sono quasi sempre...sa va san dir...altre donne.
spesso sono autoritratti...perchè? ovvio...in un momento in cui l'artista non se la filano in molti...trovare committenti maschi desiderosi di rimanere in posa (scomoda) e oltretutto pronti a pagare per un'opera frutto di mano femminile...bhe care mie...di soggetti maschili così non ne troviamo mica (sempre 'stardi 'sti maschi)...
il bello di questi autoritratti in mostra è, oltre alla scelta del soggetto (che ci vien così mostrato visto attraverso i loro stessi occhi così da permetterci di abbinare un volto ai più anonimi nomi degli autori sui cartellini di fianco alle opere), è l'ambientazione: mica una donna ai fornelli...o dedita al cucito...(ma quando mai)..
è l'affermazione stessa della loro professione raggiunta con tanta fatica: sono loro stesse al cavalletto, colori alla mano, pennelli e tela con dipinto (spesso riconoscibile seppur magari solo abbozzato come nell'autoritratto di Elisabeth Vigée Lebrun mentre esegue il ritratto di maria antonietta- no dico, l'imperatrice, una botta di cuxo non indifferente esser risucita lei, donna, a ritrarre un'altra donna così importante...talmente botta che ha voluto ricordare l'evento con un apposito quadro ).
sono donne che imparano osservando i grandi pittori (maschi) e poi mettono in pratica (pure meglio) le lezioni assorbite...
Ho scoperto la scultrice, Properzia de' Rossi, ricordata dai critici rinascimentali, (persino Giorgio Vasari, non sempre generoso nei confronti degli artisti bolognesi, scrisse una vita di madonna Properzia intessuta d'elogi e ammirazione, celebrandone anche l'avvenenza fisica, l'abilità canora e il virtuosismo musicale, quale suonatrice di liuto.)
in mostra un suo gioiello povero di materiali ma non di cura di particolari microscopici (oro e diamantini piccini sì, ma soprattutto un nocciolo di pesca con intagliati 100 profili femminili che si vedono solo grazie ad una lente d'ingrandimento)
-Marietta Robusti (c.1550-1590), figlia di Tintoretto, detta la Tintoretta, presente col suo luminoso Autoritratto della Galleria degli Uffizi, che fa cenno alla sua educazione musicale, in accordo con le regole educative del tempo. (come dire...valà che ho pur sempre ricevuto un'educazione da signorina perbene)
- Sofonisba Anguissola (c.1535-1625), cremonese, che si specializzò, come le sue sorelle (6, tutte artiste, caso più unico che raro, n.b. finiron tutte chiuse in convento porelle...artiste sì ma pur sempre donne e quindi, all'epoca, sfigatelle)...sofonisba, ormai vecchia, ricevette, l’omaggio di una visita di Anton van Dyck (un superartista fiammingo e maschio che va a trovare l'artista donna...queste sì che son soddisfazioni!)
- Lavinia Fontana ((1552-1614 bolognese figlia di un pittore manierista), con il Ritratto di gentildonna con figlia dove la gorgiera e la ricchezza descritta nei minimi particolari riprende direttamente i pittori fiamminghi...
donne che vanno a lezione dagli uomini, come
-Artemisia Gentileschi (Roma, 8 luglio 1593 – Napoli, 1653 figlia di Orazio, donna tostissima che entrò all'accademia di disegno a firenze (ssscandalo, una donna all'accademia, marònnamiiiiia), talmente tosta da denunciare chi la stuprò, (periodaccio in cui, nemmeno poi troppo diveramente da ora, la donna vittima diventa quasi colpevole della stessa violenza subita), nelle due opere in mostra due cleopatre morenti con tanto di aspide, ritroviamo subito la lezione caravaggesca nell'uso della luce, un copro di donna bella gnoccolosa e opulenta (sempre detto io che dovevo nascere in quegli anni altro che ora che son tutte secche anoressiche, sssgrunt), un po' zoccola anche, lasciva e plastica (wè l'aspide la morde ad un capezzolo e lei, vabbè che va a morire, ma ai suoi orecchini belli ci tiene e li indossa anche in questo momento), donna carnosa quindi più che regale come invece saremmo pronti ad immaginarci la cleopatra morente...
Il percorso continua con le artiste seicentsche che scelsero di rappresentare donne eccezionali della storia classica e della storie biblica , come Giuditta, Susanna, Betsabea, in cui si identificano e nelle quali rivedono il loro destino.
- Elisabetta Sirani (figlia di un pittore allievo di Guido Reni), con Timoclea uccide il re dei Traci, 1659, la donna pittrice mostra qui, come altrove, quanto sia un vero godimento dipingere altre donne forti come lei, qui timoclea uccide l'uomo che le ha rubato la virtù buttandolo in pozzo (nà donna che è un mezzo armadio con certi muscolacci da paura, dipinto strano dove i soggetti son rappresentati con dovizia di particolai e pose plastiche...ma dove lo sfondo è moderno, appena accennato, quasi una scenografia di teatro)
nel settecento invece troviamo
-Rosalba Carriera (1675-1757), prima autrice di pizzi con mammà...poi protagonista nelle maggiori corti europee con i suoi ritratti cosparsi quasi di cipria, un velo elegante che va a coprire eventuali imperfezioni del soggetto che è sempre bello, elegante e senza rughe grazie all'uso raffinatissimo -del pastello (ma bisogna quasi attaccare il naso al quadro per accorgersi che non è il solito colore ad olio o tempera)
-Angelica Kauffman Born (Svizzera, il 30 ottobre del 1741, con grandi attitudini per la musica, per la quale spesso fu esortata a mollare la pittura chè faceva più fino cantare che dipingere, cribbio) italianizzata per amore con il secondo matrimonio (ovviamente già figlia di pittore sposerà poi il col collega veneziano Antonio Zucchi, insieme al quale, dopo una permanenza a Venezia ed una visita a Napoli, si stabilì definitivamente a Roma specializzandosi in opere di carattere mitologico) .
siamo ormai nel secolo degli impressionisti, l'ottocento
- Berthe Morisot (1841-1895) cognata di Edouard Manet e protagonista dell’Impressionismo e delle sue battaglie, specializzata nella resa di temi domestici e intimi, che con il suo ritratto di donna quasi non finito tende quasi a fondere il soggetto con lo sfondo...
-Suzanne Valadon (1867-1938), madre di Maurice Utrillo, fu in intelligente equilibrio tra i due secoli, tanto da anticipare molte delle visioni fauviste (quei pazzi che dipingevano con colori accesi, rossi, fuxia, verdi brillanti...insomma eran delle beeestie come pittori, così li definivano i contemporanei) . colori accesi, contorni neri ben definiti...due opere in mostra: una donna in pantaloni verdi a righe su letto in blu e le due figure femminili (mamma e figlia?) con la bambola abbandonata in terra (titolo dell'opera), effettivamente la "piccina qui rappresnetata nonostante il fiocco rosisssimo in testa c'ha già du' poppe da paura e la bambola in terra è la prova evidente che l'età dei giochi è ormai passata...
- Camille Claudel, (1864-1943) maggior scultrice dell’Ottocento, la cui esistenza fu segnata dalla relazione col suo maestro Auguste Rodin (ne fu l'amante per 20 anni, sempre seconda, si definiva infatti, dopo questi anni di passione però ne passò altri 30 in manicomio). La mostra accoglie il famoso ritratto che la giovane allieva eseguì del maestro, e un bronzo raffigurante La Valse (due figure, uomo-donna, ballano assieme, l'uomo è gnocco e 'gnudo chiappe al vento, la figura femminile invece è avvotla nella parte inferiore da un velo che si trasforma quasi nel suo corpo in un modo modernissimo). Grande scultrice, potente artigiana, infaticabile lavoratrice, era la sola donna dell’atelier di Rodin che potesse tagliare il suo marmo - compito da uomini (è ormai accertato che parecchie opere firmate da rodin in realtà le finì lei).
del novecento ricordo
-Frida Kahlo (1907-1954) messicana (amante anche lei, guarda caso di pittore famosissimo diego rivera) con Autoritratto con vestito in velluto e monosoprcciglione bellamente esibito
- Tamara de Lempicka (1902-1980), con i suoi ritratti gelidi e bellissimi, dal vivo fan paura per quella incredibile capacità di rendere una forma piatta in perfetta 3d (ragazzi...son quasi stata tentata di toccare con mano...raramente m'era successa una cosa simile), molto osteggiata dai critici (anche per uan sua presunta p9osizione politica abbastanza filonazista, anche se poi il suo primo marito era ebreo ma vabbè), tanto che 'sti fetenti bollarono anche le sue opere meno "patinate" come pubblicità della max factor (sìsì, i trucchi), insomma effettivamente i suoi profughi russi acciaccatelli sono..ok, ma molto elegantini e privi di qualsiasi sentimento, non soffrono mica, stan lì, in posa...bellissimi.
''ttanaeva mi manca il nome dell'unica artista presente in mostra con due opere astratte (vabbè non mi dicevan granchè...ma appunto...è la prova che le donne, quando han voglia, san fare proprio di tutto)
non leggete mica tutto nè...è che mi serviva scrivere tutto...a caldo.