Redazione - 08 febbraio 201908 febbraio 2019
Breve guida ai lavori di ristrutturazione e all’acquisto di mobili, finestre e porte interne che beneficiano di Iva agevolata e Bonus fiscali.
Redazione - 08 febbraio 201908 febbraio 2019
Quando ci si presta a ristrutturare casa molti dubbi nascono in merito all’iva agevolata, alle detrazioni fiscali e relativi Bonus. Difatti negli ultimi anni le opere edili riguardanti gli immobili residenziali sono state interessate da continui interventi legislativi volti a limitare la crisi economica che ha investito il settore edile.
Facciamo quindi chiarezza su quali lavori di ristrutturazione si applica l’iva agevolata al 10%:
Nello specifico l’aliquota al 10% riguarda le prestazioni di servizi, ovvero i lavori eseguiti dalla ditta.
Se la manodopera dell’impresa edile rientra nell’aliquota al 10%, la cessione di beni ne è assoggettata solo quando la fornitura rientra all’interno di un contratto d’appalto. In questo caso, i beni devono essere acquistati dalla ditta e non dal privato. L’iva agevolata al 4% per lavori di ristrutturazione è invece limitata ad opere di manutenzione ordinaria e straordinaria miranti all’eliminazione di barriere architettoniche.
Il Bonus mobili 2019 permette la detrazione Irpef del 50% sulle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici all’interno di lavori di ristrutturazione. Il punto da chiarire è che, l’aliquota iva da applicare ad arredi ed elettrodomestici acquistati è sempre al 22% e non al 10%.
È dunque possibile detrarre la spesa, sino ad un tetto massimo di 10mila euro, per l’acquisto di arredi ed elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. Si ricorda che la spesa deve essere sostenuta dopo l’inizio dei lavori edili. Ma quali beni godono della detrazione fiscale del 50%?
Se debitamente fatturate, con le modalità di pagamento richieste dalla normativa, possono poi essere inserite in detrazione anche le spese per il trasporto ed il montaggio dei beni acquistati.
L’aliquota iva del 10% durante le opere di ristrutturazione si applica anche alla fornitura dei beni finiti, ovvero dotati di propria individualità, come appunto le porte interne. L’agevolazione aspetta sia quando l’acquisto è fatto dal privato che dalla ditta. Esiste però una regola che chiarisce a quale spesa spetta l’aliquota agevolata al 10%
La norma definisce che l’iva ridotta si applica solo sulla differenza tra il valore complessivo della prestazione dell’appaltatore e quello dei beni stessi. Nel caso specifico delle porte interne, l’iva al 10% è applicata solo sino a concorrenza del valore della manodopera impiegata per il montaggio. La parte eccedente “viaggia” invece con aliquota al 22.
Il solo acquisto delle porte interne (al di fuori di qualsiasi intervento di ristrutturazione) non beneficia invece del Bonus del 50%, in quanto si tratta di semplici elementi d’arredo. Questo non vale per le porte a scomparsa che necessitano di opere edili per essere montate (modifica delle dimensioni del foro della porta). In questo caso, in regime di ristrutturazione, anche l’acquisto delle stesse rientra nella detrazione Irpef del 50%.
Gli infissi esterni (finestre, portefinestre) rientrano per legge all’interno dei beni significativi, come da D.M. 29/12/1999. E come accennato in precedenza, l’aliquota del 10% si applica solo sulla differenza tra il valore complessivo della prestazione e quello dei beni. Chiariamo con un esempio:
se l’importo totale dell’intervento è 10mila euro, di cui 4mila della prestazione e 6mila del costo d’acquisto delle finestre, nell’iva agevolata rientra solo la differenza tra costo complessivo e costo del bene, ovvero 4mila euro (10.000-6.000). La restante parte della spesa per l’acquisto degli infissi (2mila euro) si paga con l’iva ordinaria al 22%.
L’acquisto degli infissi esterni (sostituzione di finestre esistenti e non nuova installazione) può beneficiare anche della detrazione Irpef del 50% grazie all’Ecobonus, finalizzato al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Per rientrare negli incentivi occorre migliorare gli indici di trasmittanza termica dell’infisso. La spesa massima sostenibile è di 60mila euro.