Guardare i materiali più banali con occhi nuovi ed interpretare oggetti d’uso comune alla luce di una creatività che tenga conto del rispetto ambientale. Esiste un modo intelligente di fare design, che considera le molteplici possibilità di arredare con il riciclo utilizzando materiali ed oggetti usai ed una metodologia progettuale coerente con un basso impatto ambientale, riuscendo a creare soluzioni funzionali e di forte impatto emotivo per l’ambiente domestico. L’ecodesign è un concetto che ormai da tempo vede diverse aziende impegnarsi nello sviluppo di un nuovo modo di abitare naturale, all’insegna del benessere ed attento alle risorse ambientali. Una ricerca che prevede processi e lavorazioni che puntino sul risparmio energetico e che escludano materiali tossici ed inquinanti, ma che esplora anche materiali inediti, di recupero o riciclabili. Non vanno dimenticate le potenzialità estetiche e funzionali che gli oggetti conservano anche quando non sono più in grado di assolvere all’uso per cui sono stati originariamente creati. E allora perchè non produrre pezzi d’arredo facilmente disassemblabili, nella cui progettazione sia prevista la possibilità di riutilizzo o comunque di smaltimento differenziato dei materiali, connessi questi ultimi con giunzioni che non prevedano interventi specialistici in fase di smontaggio?
“Frughiamo negli sgabuzzini per cercare oggetti per arredare con il riciclo e per farne buoni e belli utensili. La vera ecologia non è solo poter riciclare; è anche non dover buttare”. Così si presenta la realtà che riunisce i due marchi Indarte ed Opposite, nata Torino nel 1999 con l’obiettivo di sviluppare e produrre oggetti d’uso quotidiano con un’attenzione particolare alla qualità estetica e funzionale. Il primo prodotto lanciato sul mercato è stata la scopa Titti, con struttura in alluminio leggero e contenitore per proteggerla ed appenderla al muro. La produzione si è poi estesa ed oggi include una serie di complementi d’arredo capaci di soddisfare l’esigenza della funzionalità in casa e connotati da una forte personalità. Due le caratteristiche che accomunano tutti i pezzi: il riuso ed il doppio uso. Dal mondo industriale, che produce un’immensa varietà di manufatti per gli usi più disparati, provengono pezzi già esistenti che assumono nuove identità. In foto: Bicio di Massimo Esposito.
Così un isolatore dismesso dell’Enel ritorna in vita e diventa una lampada a sospensione. In Supergiù, disegnata da Antonio Molinaroli, il portalampada è annegato nel vetro che raggiunge lo spessore di 20mm. Ne è disponibile anche una versione a due o tre isolatori in fila (Superdue, Supertre) e va utilizzata con lampadine di 75W al massimo, o di 50W se alogene. Ma la fantasia non conosce confini: Bartolo, progettata da Paolo Ulian, è una lampada da tavolo ricavata da un vaso da conserva. Il contenitore trasparente permette al cavo colorato di determinare l’aspetto estetico dell’oggetto, mentre i nove metri da cavo danno il colore e costituiscono una prolunga incorporata. La parte superiore con la lampadina si può staccare e fissare sul muro. E ancora, un fanale da bicicletta prodotto in grande serie viene utilizzato da Massimo Esposito per creare la sveglia da tavolo Bicio, a cui un peso nella base permette di basculare. Arredare con il riciclo significa anche dare una nuova vita agli oggetti che altrimenti andrebbero a finire nelle discariche. in foto: lampada da tavolo Bartolo di Paolo Ulian.
Materiale vivo, naturale, completamente riciclabile ed ecologico, il cartone nobilitato rivela al mondo dell’arredamento le sue incredibili doti di resistenza, leggerezza e flessibilità. Gusto, design, rigore, praticità, rispetto dell’ambiente ed economicità sono i punti cardine dei prodotti firmati Disegni, azienda che dal 1996 conduce un’attenta ricerca nel campo dell’arredare con il riciclo e del complemento d’arredo realizzati interamente in cartone nobilitato. Sono queste caratteristiche a suggerire la trasformazione del cartone, foglio bidimensionale, in prodotto: la spina dorsale corrispondente alla sua struttura interna, unita alla “corteccia”, dà forma a numerosi prodotti, valorizzando così le potenzialità inesplorate di questa materia derivata dalla cellulosa.
La scelta di proporre oggetti in cartone rappresenta una sfida a più livelli: arredare con il riciclo e generare un mobile solido e resistente senza aggiungere altri materiali, esplorare differenti approcci al progetto immaginando il cartone come uno dei materiali del futuro, apportare novità all’immaginario collettivo che identifica la solidità con materie storicamente definite resistenti, quali legno, metallo, plastica. Tutte le proposte di Disegni sono realizzate in cartone ondulato tripla onda e si prestano a vari usi: vi sono sedie, scarpiere e mobili contenitore a quattro ripiani, che ospitano dodici pratici raccoglitori per ordinare fogli e documenti. Ideali per l’home office o gli ambienti di lavoro, alternano la tradizionale tonalità avana della struttura alla doppia colorazione verde chiaro e verde scuro dei raccoglitori.
Dime di cartone, semi e terra sono gli elementi indispensabili che, grazie ad un originale progetto del gruppo torinese di designer Nucleo, consentono a chiunque di modellare il mondo, creando un canale privilegiato di contatto con il nostro pianeta. Stiamo parlando della poltrona per esterni Terra, da piantare, far crescere e coltivare con cura nel nostro giardino. Scelto il luogo più adatto in cui posizionarle, le dime vanno riempite di terra e di semi. Dopo dieci giorni di attesa, in cui la terra va bagnata facendo attenzione e a non creare rigagnoli, l’erba inizia a crescere e a ricoprire la seduta, su cui va sempre mantenuta a cinque centimetri d’altezza. Ed ecco pronto un fresco e morbido salotto all’aperto. Anche questo significa arredare con il riciclo e pensare a delle soluzioni originali per inquinare di meno. A volte sono gli stessi strumenti di uso comune in ambito domestico, che tradizionalmente appartengono al lavoro artigianale e casalingo, a suggerire una visione inedita della quotidianità. L’evoluzione delle forme consente così di estrapolarne potenzialità inespresse e nuovi usi: lo dimostrano i complementi di arredo creati da Gino Facchini con il marchio U.S.O., creati riportando a nuova vita mestoli, lavapanni, pentole, caffettiere, sturalavandini o pallet per il carico delle merci. Una vecchia caffettiera forata esternamente e sulla base diviene Mezza Siesta, una lampada da tavolo o montata a soffitto con dei tiranti di acciaio. Accesa, disegna sulle pareti suggestivi giochi di luce.