Redazione - 24 ottobre 200524 ottobre 2005
Arredare la casa? Come sono cambiati gli interni domestici dal Medioevo ad oggi? Ce lo dice la mostra Civiltà dell’abitare a Milano
Redazione - 24 ottobre 200524 ottobre 2005
In questa occasione è presentata la mostra “Nella Casa di Luigi Figini” che resterà aperta presso la Triennale dal 17 ottobre al 21 dicembre 2003. Diffondere la conoscenza dell'arredare la casa, testimoniata dalle abitazioni paradigmatiche nel tempo dei modi di abitare nei diversi paesi europei e in quelli con cui la cultura europea è interrelata. Questo è lo scopo che si prefigge la mostra Civiltà dell’abitare, in corso presso la Triennale di Milano, organizzata con il sostegno della Comunità Europea e nata dalla collaborazione di sei prestigiose università, si avvale del supporto di BTicino.
Le opere considerate sono intere abitazioni e soprattutto singole stanze o ambienti colti nella concreta definizione di spazio, margini, attrezzature e complementi d’arredo fissi e mobili, cioè nella loro forma complessiva, impianto distributivo, rapporti dimensionali e aspetti relativi al materiale, al colore, alla luce naturale e artificiale e a tutte le sottolineature espressive proprie della decorazione. L’orizzonte temporale, riferito prevalentemente al ventesimo secolo ma con significative estensioni ai secoli precedenti, consente di mettere a fuoco i valori permanenti dell’arredare la casa, sottesi alla sua complessa dinamica storica fino all’attualità delle tendenze e di porre così le basi culturali per il suo sviluppo futuro.
Il percorso espositivo, organizzato cronologicamente, si muove dagli interni medioevali, nei quali si definisce il moderno concetto di comfort, sino alle più recenti realizzazioni, dove l’idea di abitare è declinata nei codici formali del neomoderno, del minimalismo, dell’high-tech e del decostruttivismo. Nell’impossibilità di rendere circolanti i beni culturali oggetto dello studio, sia per la fissità e unicità di quelli ancora esistenti, sia perché per la maggior parte di essi è rimasta solo testimonianza iconografica e letteraria, la mostra si avvale di una ricostruzione simulata con modelli tridimensionali in scala o virtuali di immediata lettura e forte impatto comunicativo.