A me il discorso di antopattin non pare tanto strampalato, ha un senso.
Non credo che parli del rispetto "superficiale" che riserviamo di norma a chi ci sta intorno - non ti picchio, non ti insulto, utilizzo dei modi garbati, ecc... - quanto al rispetto per l'essenza piu' profonda di noi come persone.
Anche io credo che spesso manchiamo di rispetto a noi stessi e a chi ci sta intorno quando strumentalizziamo, quando ci "usiamo" per un qualche scopo che va oltre la nostra essenza umana.
Il fatto di rispettarci o di mancare di rispetto dipende da quanto pilotiamo i nostri atti... cioe' se io mi concedo una borsetta* perche' mi piace, potrei anche farne a meno ma
decido di comprarmela, mi rispetto; se cedo a uno shopping compulsivo, sono vittima del consumismo e sto mancando di rispetto alla mia essenza umana rendendomi uno strumento di consumo.
Se assaporo un dolcetto amorevolmente cucinato, mi rispetto; se mi ingolfo di cioccolato, trangugiandolo senza nemmeno sentire di che cosa sa, per colmare il mio vuoto, manco di rispetto al mio corpo e pure ai miei sentimenti, cercando di tacitare un vuoto che dovrebbe altrimenti gridare e svegliarmi.
E cosi con chi ci sta intorno.
Quante volte, pur mantenendomi assolutamente
polite, anzi anche gradevole nei modi, strumentalizzo un compagno, un amico anche un animale domestico come fornitore affettivo? Azi l'animale domestico e' sempre fornitore affettivo, sorvoliamolo. Come un bebe usa un biberon. Per non parlare di quando uso il compagno come coperta di linus, come sfogo alla frustrazione, come specchio... beh in quel caso gli manco di rispetto perche' non mi relaziono a lui come persona bensi come a uno strumento qualunque della mia quotidianita'.
Anche se a una vista superficiale non gli sto mancando di rispetto nel senso colloquiale dell'espressione; anzi!
E anche per il discorso di Cyber, beh, sono d'accordo in parte; e' sicuramente vero che le personalita' bambino (che non ama) e adulto (che ama se stesso) non sono in grado di relazionarsi in modo maturo, ma solo personalita' genitoriale (che ha gia' sviluppato le altre due ed e' in grado di amare anche qualcun altro) lo e'. E' anche vero pero' che queste perosnalita' convivono, e a turno prendono il sopravvento.
Quindi ci sono momenti in cui sono adulta e so badare a me stessa, momenti di debolezza in cui sono bambina e mi aggrappo al Mr (mancandolgi di rispetto nel senso di cui sopra) e momenti in cui invece sono in grado di amare davvero. Ma l'amore non e' un moto del cuore, e' stabilita' psicologica, e' scegliere di essere pilastro per qualcun altro, e' scambio equilibrato... beh, io mica ce l'ho sempre la stabilita' psicologica!

Magari fossi sempre G o A. Purtroppo B e' sempre in agguato.
Nell'altalenarsi fra B, A e G** uno cerca il suo equilibrio, quando e' B e' insicuro, ma mica vuol dire che non puo' essere, su una medi adi lungo periodo, innamorato.
* si lo so ultimamente faccio sempre lo stesso esempio
** avete notato come richiama l'esempio di cui sopra? Eh, nulla esiste per caso.