coolors ha scritto:allegri ha scritto:Io posso comprare un frigo a 2.400 e venderlo a 10.000 euro ed essere molto piu' che onesto.
Mi dispiace ma se capitasse a me e mi accorgessi di una cosa del genere penserei (a meno che non me lo rivesti d'oro e mi costruisci anche la cucina attorno) che tu sia un ladro (senza offesa per te Allegrì ovviamente) e di certo non verrei a comprare mai un chiodo da te.
La grossa sproporzione fra un prezzo di mercato e un altro che sia giustificabile è la fornitura d un servizio di assistenza, montaggio, post vendita paragonabile e confrontabile con il servizio fornito. Puoi vendere anche a 10.000 euro un prodotto da 2400 euro, il mercato te lo riconoscerà (alla lunga tutti i nodi vengono al pettine, vero?) se il tuo valore aggiunto sarà di 10.000 - 2400 euro.
Il libero mercato è composto anche e soprattutto dalla concorrenza. Quella cosina là che permette a consumatori di poter fare confrontare i prezzi, e di fare le loro valutazioni sui servizi forniti... hai presente?
Ma Allegri ha solo fatto un esempio, estremizzandolo per ricordare un principio: la legge della domanda e dell'offerta. Se tizio pretende di vendere un bene ad un prezzo più alto sarà tagliato fuori dal mercato, punto, non serve che arrivi il robin hood dei prezzi.
Da parte tua però leggo delle contraddizioni.
Da un lato lodi la concorrenza e, dunque, implicitamente anche la capacità del mercato ad autoregolarsi, perchè solitamente quello è l'effetto automatico che ne deriva.
Dall'altro poi però pretendi tu di dire (e sapere, peggio ancora) quant'è il prezzo giusto di vendita di un bene (ma poi ti irriti se qualcuno fa i conti in tasca a te

). E' libero mercato questo?
Il succo del tuo discorso è: i mobilieri guadagnano troppo. E allora perchè non sei rimasto a fare il mobiliere? Del resto giriamo tutti in ferrari...
Nessuno di noi è venuto a sindacare i tuoi guadagni e a dirti quant'è giusto che tu chieda, tu lo fai. Ma lo fai in base a tue sensazioni, senza alcun parametro, indice, ecc... in buona sostanza non c'è nessun elemento oggettivo che consenta di stabilire un prezzo "giusto" in nessun settore, a meno che non sia lo Stato ad imporlo. Ma laddove ci avevano provato anni fa si sono visti i risultati.
Soprattutto è fuorviante lanciare dei paragoni utilizzando situazioni di partenza diverse, quando lo stesso bene viene offerto dai negozianti e dai loro grossisti (oltretutto su due canali di distribuzione differenti), due realtà ben diverse.
Sono discorsi inconcludenti insomma, per non dire con poco senso, è come se qui ci mettessimo a sindacare il ricarico del pizzaiolo su un pugno di farina. E il paragone diverrebbe ancora meno sensato se paragonassimo il costo della farina con quello del mugnaio se questi si mettesse a fare le pizze.