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da il medico della casa
Buongiorno a tutti,
confermo in toto le considerazioni di Olabarch, che ritengo essere più che corrette. L'assenza o la carenza di ventilazione sono le cause più frequenti di presenza di umidità eccessiva nelle abitazioni. Una normale famiglia composta da due adulti e due minori, nello svolgimento della normale attività quotidiana, genera circa 20/25 litri d'acqua sottoforma di vapore. Se questo vapore d'acqua non viene correttamente evacuato, tende ad accumularsi, fino a condensare, trasformandosi in liquido. Questo fenomeno, a causa di un noto principio fisico, avviene sul punto o sulla parete più fredda della casa, sia sulla superficie, che al suo interno. A causa della conseguente impregnazione d'acqua, la parete in questione disperderà maggiormente il calore, generando ulteriore condensa ed andando incontro ad un processo progressivo degenerativo, non suscettibile di regressione spontanea. Per evitare che il fenomeno possa aver luogo, occorre effettuare dei frequenti ricambi d'aria, evitando assolutamente l'apertura delle finestre per più di 15 minuti, possibilmente utilizzando degli specifici aeratori automatici a recupero di calore. Le attuali norme, giuste o sbagliate che siano, prevedono che la casa sia sigillata, e prevedono inoltre che si realizzi un corretto ricambio d'aria. Quest'ultima prescrizione è quasi del tutto disattesa. Tengo inoltre a precisare un altro fatto che spesso non viene considerato, cioè che una casa nuova trattiene ancora una buona parte dell'acqua che è servita per costruirla (detta acqua di costruzione), e che normalmente viene eliminata in circa tre anni dalla sua ultimazione. Vi assicuro che la questione è complessa e che la maggior parte dei costruttori, pur essendo in buona fede (vero), non sa risolvere questo problema. La norma UNI 10339 prevede che un impianto di ventilazione domestico debba apportare un fabbisogno di ventilazione pari a 0,5 ricambi/ora, cioè per una casa da 100 mq alta 2,70 m, quindi da 270 mc, occorrono 135 mc/h. La ventilazione ha la funzione di "lavare via" l'aria viziata, allontanando la maggior parte degli inquinanti domestici in essa presenti, e di apportare l'ossigeno necessario per la respirazione degli occupanti. Vanno quindi definiti due distinti fabbisogni, quello relativo alla casa e quello relativo agli occupanti. Recenti interpretazioni derivanti da accurati studi internazionali definiscono come quello di 39 mc/h il fabbisogno massimo per occupante in ambito domestico, cioè la quantità di aria fresca tale da mantenere il livello di CO2 interno pari a quello esterno. Il fabbisogno per la costruzione è più complesso da determinare, in quanto correlato a numerosi parametri spesso non noti.
Il medico della casa
Milano
Salute e sicurezza domestica
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